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Sostegno a Casa Gramsci
La “Casa Gramsci”, a Ghilarza (OR) – dopo l’approvazione di Camera e senato, lo scorso anno – è diventata Museo Nazionale ed è stata creata una fondazione dedicata, che però non dispone del patrimonio sufficiente (quantificato in circa 50.000 euro) per gestire e far funzionare questa realtà storica e culturale la cui importanza è stata riconosciuta dal Parlamento.
Date le difficoltà economiche ed il rischio di chiusura del Museo, il Consiglio Regionale AAU (Associazione Agenti Unipol) della Sardegna ha deciso di devolvere 1.000 euro dal fondo a disposizione per supportare economicamente Casa Gramsci. Analogo contributo (in maniera proporzionale alle dotazioni dei rispettivi fondi) è arrivato da tutte le altre regioni d’Italia. Per ringraziare l’associazione AAU, la fondazione Casa Gramsci, ha organizzato, l’11 maggio scorso, una cerimonia a Ghilarza durante la quale il presidente Giorgio Macciotta ha consegnato a tutti i delegati regionali la tessera di Socio Sostenitore. Oltre ai ringraziamenti il prof. Macciotta ha auspicato il proseguo del sodalizio con gli agenti Unipol, sodalizio che dura da oltre ventanni.
COS’È LA CASA MUSEO DI ANTONIO GRAMSCI
Nella via principale di Ghilarza, nel Guilcier, si trova la casa dove Antonio Gramsci, a partire dal 1898, visse gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza con i suoi familiari. Sebbene la casa abbia subito alcuni interventi che hanno modificato la destinazione d’uso dei suoi ambienti – si legge sul sito del Museo – essa rievoca l’immagine di una famiglia che, pur nelle avversità e nelle difficoltà economiche, seppe trasmettere quei valori sui quali si fonda l’intera opera gramsciana.
Nel 1965 il PCI acquistò la casa che fu trasformata, grazie all’opera di intellettuali e uomini di cultura, in “Centro di documentazione e ricerca sull’opera gramsciana e sul movimento operaio”.
Divenuta sede dell’associazione “Amici della Casa Gramsci”, inaugurò un rapporto di collaborazione con realtà ed esperienze continentali e in particolare con ex-partigiani, sindacalisti, intellettuali, studiosi e artisti, che, all’inizio degli anni Ottanta, favorirono il restauro della casa. A fianco dell’associazione c’è stato anche un pugno di Agenzie Unipol che, per tanti anni, ha contribuito al sostegno economico della “Casa”.
E’ stata, però, l’opera instancabile delle nipoti di Gramsci, Diddi e Mimma Paulesu e di molti uomini di cultura a favorire la trasformazione della casa in museo e la promozione delle celebrazioni gramsciane che il 27 aprile di ogni anno fanno di Ghilarza luogo di omaggio all’uomo, al politico, all’ideologo, al suo pensiero e alla sua opera tradotta in tutto il mondo.
Attualmente la casa è sede dell’associazione “Casa Museo di Antonio Gramsci – centro di documentazione, ricerca e attività museali” –, costituitasi Onlus nel 1999, che ha lo scopo di favorire la migliore conoscenza del pensiero e dell’opera gramsciana attraverso la fruizione del centro da parte dei visitatori, delle scolaresche, degli studenti.
Ecco alcune foto della cerimonia dell’11 maggio
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La “Casa Gramsci”, a Ghilarza (OR) – dopo l’approvazione di Camera e senato, lo scorso anno – è diventata Museo Nazionale ed è stata creata una fondazione dedicata, che però non dispone del patrimonio sufficiente (quantificato in circa 50.000 euro) per gestire e far funzionare questa realtà storica e culturale la cui importanza è stata riconosciuta dal Parlamento.
Date le difficoltà economiche ed il rischio di chiusura del Museo, il Consiglio Regionale AAU (Associazione Agenti Unipol) della Sardegna ha deciso di devolvere 1.000 euro dal fondo a disposizione per supportare economicamente Casa Gramsci. Analogo contributo (in maniera proporzionale alle dotazioni dei rispettivi fondi) è arrivato da tutte le altre regioni d’Italia. Per ringraziare l’associazione AAU, la fondazione Casa Gramsci, ha organizzato, l’11 maggio scorso, una cerimonia a Ghilarza durante la quale il presidente Giorgio Macciotta ha consegnato a tutti i delegati regionali la tessera di Socio Sostenitore. Oltre ai ringraziamenti il prof. Macciotta ha auspicato il proseguo del sodalizio con gli agenti Unipol, sodalizio che dura da oltre ventanni.
COS’È LA CASA MUSEO DI ANTONIO GRAMSCI
Nella via principale di Ghilarza, nel Guilcier, si trova la casa dove Antonio Gramsci, a partire dal 1898, visse gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza con i suoi familiari. Sebbene la casa abbia subito alcuni interventi che hanno modificato la destinazione d’uso dei suoi ambienti – si legge sul sito del Museo – essa rievoca l’immagine di una famiglia che, pur nelle avversità e nelle difficoltà economiche, seppe trasmettere quei valori sui quali si fonda l’intera opera gramsciana.
Nel 1965 il PCI acquistò la casa che fu trasformata, grazie all’opera di intellettuali e uomini di cultura, in “Centro di documentazione e ricerca sull’opera gramsciana e sul movimento operaio”.
Divenuta sede dell’associazione “Amici della Casa Gramsci”, inaugurò un rapporto di collaborazione con realtà ed esperienze continentali e in particolare con ex-partigiani, sindacalisti, intellettuali, studiosi e artisti, che, all’inizio degli anni Ottanta, favorirono il restauro della casa. A fianco dell’associazione c’è stato anche un pugno di Agenzie Unipol che, per tanti anni, ha contribuito al sostegno economico della “Casa”.
E’ stata, però, l’opera instancabile delle nipoti di Gramsci, Diddi e Mimma Paulesu e di molti uomini di cultura a favorire la trasformazione della casa in museo e la promozione delle celebrazioni gramsciane che il 27 aprile di ogni anno fanno di Ghilarza luogo di omaggio all’uomo, al politico, all’ideologo, al suo pensiero e alla sua opera tradotta in tutto il mondo.
Attualmente la casa è sede dell’associazione “Casa Museo di Antonio Gramsci – centro di documentazione, ricerca e attività museali” –, costituitasi Onlus nel 1999, che ha lo scopo di favorire la migliore conoscenza del pensiero e dell’opera gramsciana attraverso la fruizione del centro da parte dei visitatori, delle scolaresche, degli studenti.
Ecco alcune foto della cerimonia dell’11 maggio
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