Lavoro: l’Emilia-Romagna regione leader italiana, più dinamica grazie al patto fra corpi intermedi
È stato presentato venerdì scorso a Bologna lo studio della società di ricerca Rete Urbana delle Rappresentanze (R.U.R.) dal titolo “Il Valore della Rappresentazione e le Politiche per i giovani nel Patto per il Lavoro dell’Emilia-Romagna”, promosso dal Consiglio Regionale Unipol e realizzato in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna. Ne hanno discusso Patrizio Bianchi, Assessore a coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro della Regione Emilia Romagna, Pierluigi Stefanini, Presidente Gruppo Unipol, e Giuseppe Roma, Segretario Generale R.U.R. precedentemente Direttore Generale della Fondazione Censis.
La ricerca evidenzia che in Emilia-Romagna il tasso di occupazione, nella popolazione fra 20 e 64 anni, è pari al 74,4% nel 2018, benchmark fra le grandi regioni settentrionali, superiore a Lombardia (72,6%) e Veneto (71,5%). Il tasso di disoccupazione è sceso dall’8,3% del 2014 al 4,8% di giugno 2019. Grazie al Patto per il Lavoro e il Patto Giovani, la disoccupazione giovanile è diminuita dal 34,9% del 2014 al 17,8% del 2018. Al contempo, le fuoriuscite anticipate dalla scuola sono passate dal 13,6% all’11%, al di sotto delle Regioni del Nord e della media italiana del 14,5%.
Inoltre, il valore aggiunto per abitante, indicatore che rappresenta sia i livelli di partecipazione al lavoro sia la produttività degli occupati, risulta essere il terzo più alto in Italia e superiore del 24% rispetto alla media nazionale, nonché allineato con i valori europei.
“La Regione delle opportunità, questo il nostro obiettivo, insieme ai soggetti del Patto per il Lavoro, perché ogni giovane possa trovare lo spazio per crescere e per costruire il proprio futuro”, ha affermato l’Assessore Patrizio Bianchi.
“La ricerca evidenzia come strategico per le politiche pubbliche saper dialogare con le forze sociali per costruire soluzioni a vantaggio della comunità. I Consigli Regionali Unipol, come luogo di costruzione di valore condiviso in logica multi-stakeholder, dimostrano la loro attualità nel concorrere ad uno sviluppo sostenibile territoriale”, ha dichiarato Pierluigi Stefanini, Presidente del Gruppo Unipol.
Il Patto per il Lavoro e il Patto Giovani dell’Emilia-Romagna, racchiudono in sé alcune caratteristiche peculiari che li differenziano rispetto a precedenti esperienze di concertazione fra le istituzioni e le parti sociali in quanto: si è andati oltre la semplice partecipazione o concertazione fra la sfera pubblica e gli attori imprenditoriali e associativi, costruendo insieme un processo decisionale.
Il Patto è risultato uno strumento di sintesi a livello generale anche attraverso mediazioni “alte”, ispirate ad un interesse generale. È diventato strumento di lavoro per le parti sociali, ha costituito un argine alla disintermediazione nelle relazioni fra cittadini e istituzioni.
Molte recenti ricerche confermano, anche con i numeri, una posizione di vertice che sta assumendo l’Emilia Romagna e un ispessimento dell’asse padano fra Milano e Bologna. Secondo Unioncamere, nel 2018, fra le prime dieci province italiane per valore aggiunto pro-capite, ben quattro appartengono all’Emilia-Romagna. Bologna è terza dopo Milano e Bolzano.
Un tale risultato per l’Emila Romagna è stato possibile grazie a un significativo impegno, pubblico e privato, nel promuovere l’innovazione a tutto campo, tanto che gli investimenti in ricerca e sviluppo sono passati, nel triennio 2014-2017, dall’1,68% del Pil all’1,98% quota ben superiore all’1,50% registrato, in media, nelle regioni del Nord.
Istituzioni e imprese, poi, hanno operato con particolare energia per promuovere la formazione a tutti i livelli, dalla sperimentazione del sistema duale, con un serio apprendistato nelle aziende della Motor Valley come Ducati e Lamborghini, agli Istituti Tecnici Superiori, alla formazione universitaria: un impegno premiato dai risultati dello studio condotto da R.U.R.
Inoltre, da una ricerca effettuata con i membri delle organizzazioni aderenti al Consiglio Regionale Unipol emerge che:
- secondo l’88,3% degli intervistati, il protagonismo dei corpi intermedi e il migliorato clima di collaborazione hanno costituito il riferimento per affrontare meglio le crisi aziendali regionali e rendere più solido il tessuto produttivo emiliano romagnolo;
- il 17,5% ritiene molto migliorata la situazione di stimolo all’innovazione e alla ricerca, a cui si aggiunge un 62,5% che la ritiene migliorata per le azioni previste dal Patto;
- l’internazionalizzazione dell’economia emiliano-romagnola è ritenuta molto migliorata dal 21% degli intervistati, migliorata dal 60%.
Riguardo alle aree di intervento comprese nel Patto per il Lavoro Giovani gli intervistati ritengono che Produzione e competenze e capitale umano siano stati gli ambiti su cui si sono ottenuti maggiori risultati, mentre vanno segnalate come priorità di intervento la rete attiva per il lavoro e la creazione di impresa (imprenditorialità maker), il programma per il successo formativo che ha conseguito risultati ragguardevoli riducendo ulteriormente le fuoriuscite dal sistema scolastico.
Di seguito alcune foto della presentazione
Iscriviti alla Newsletter
Email*
ISCRIVITI
Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l’iscrizione. Premendo il tasto invia accetti il trattamento dati relativo alla newsletter consultabile nella nostra privacy policy
Ultime news
News correlate
Lavoro: l’Emilia-Romagna regione leader italiana, più dinamica grazie al patto fra corpi intermedi
È stato presentato venerdì scorso a Bologna lo studio della società di ricerca Rete Urbana delle Rappresentanze (R.U.R.) dal titolo “Il Valore della Rappresentazione e le Politiche per i giovani nel Patto per il Lavoro dell’Emilia-Romagna”, promosso dal Consiglio Regionale Unipol e realizzato in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna. Ne hanno discusso Patrizio Bianchi, Assessore a coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro della Regione Emilia Romagna, Pierluigi Stefanini, Presidente Gruppo Unipol, e Giuseppe Roma, Segretario Generale R.U.R. precedentemente Direttore Generale della Fondazione Censis.
La ricerca evidenzia che in Emilia-Romagna il tasso di occupazione, nella popolazione fra 20 e 64 anni, è pari al 74,4% nel 2018, benchmark fra le grandi regioni settentrionali, superiore a Lombardia (72,6%) e Veneto (71,5%). Il tasso di disoccupazione è sceso dall’8,3% del 2014 al 4,8% di giugno 2019. Grazie al Patto per il Lavoro e il Patto Giovani, la disoccupazione giovanile è diminuita dal 34,9% del 2014 al 17,8% del 2018. Al contempo, le fuoriuscite anticipate dalla scuola sono passate dal 13,6% all’11%, al di sotto delle Regioni del Nord e della media italiana del 14,5%.
Inoltre, il valore aggiunto per abitante, indicatore che rappresenta sia i livelli di partecipazione al lavoro sia la produttività degli occupati, risulta essere il terzo più alto in Italia e superiore del 24% rispetto alla media nazionale, nonché allineato con i valori europei.
“La Regione delle opportunità, questo il nostro obiettivo, insieme ai soggetti del Patto per il Lavoro, perché ogni giovane possa trovare lo spazio per crescere e per costruire il proprio futuro”, ha affermato l’Assessore Patrizio Bianchi.
“La ricerca evidenzia come strategico per le politiche pubbliche saper dialogare con le forze sociali per costruire soluzioni a vantaggio della comunità. I Consigli Regionali Unipol, come luogo di costruzione di valore condiviso in logica multi-stakeholder, dimostrano la loro attualità nel concorrere ad uno sviluppo sostenibile territoriale”, ha dichiarato Pierluigi Stefanini, Presidente del Gruppo Unipol.
Il Patto per il Lavoro e il Patto Giovani dell’Emilia-Romagna, racchiudono in sé alcune caratteristiche peculiari che li differenziano rispetto a precedenti esperienze di concertazione fra le istituzioni e le parti sociali in quanto: si è andati oltre la semplice partecipazione o concertazione fra la sfera pubblica e gli attori imprenditoriali e associativi, costruendo insieme un processo decisionale.
Il Patto è risultato uno strumento di sintesi a livello generale anche attraverso mediazioni “alte”, ispirate ad un interesse generale. È diventato strumento di lavoro per le parti sociali, ha costituito un argine alla disintermediazione nelle relazioni fra cittadini e istituzioni.
Molte recenti ricerche confermano, anche con i numeri, una posizione di vertice che sta assumendo l’Emilia Romagna e un ispessimento dell’asse padano fra Milano e Bologna. Secondo Unioncamere, nel 2018, fra le prime dieci province italiane per valore aggiunto pro-capite, ben quattro appartengono all’Emilia-Romagna. Bologna è terza dopo Milano e Bolzano.
Un tale risultato per l’Emila Romagna è stato possibile grazie a un significativo impegno, pubblico e privato, nel promuovere l’innovazione a tutto campo, tanto che gli investimenti in ricerca e sviluppo sono passati, nel triennio 2014-2017, dall’1,68% del Pil all’1,98% quota ben superiore all’1,50% registrato, in media, nelle regioni del Nord.
Istituzioni e imprese, poi, hanno operato con particolare energia per promuovere la formazione a tutti i livelli, dalla sperimentazione del sistema duale, con un serio apprendistato nelle aziende della Motor Valley come Ducati e Lamborghini, agli Istituti Tecnici Superiori, alla formazione universitaria: un impegno premiato dai risultati dello studio condotto da R.U.R.
Inoltre, da una ricerca effettuata con i membri delle organizzazioni aderenti al Consiglio Regionale Unipol emerge che:
- secondo l’88,3% degli intervistati, il protagonismo dei corpi intermedi e il migliorato clima di collaborazione hanno costituito il riferimento per affrontare meglio le crisi aziendali regionali e rendere più solido il tessuto produttivo emiliano romagnolo;
- il 17,5% ritiene molto migliorata la situazione di stimolo all’innovazione e alla ricerca, a cui si aggiunge un 62,5% che la ritiene migliorata per le azioni previste dal Patto;
- l’internazionalizzazione dell’economia emiliano-romagnola è ritenuta molto migliorata dal 21% degli intervistati, migliorata dal 60%.
Riguardo alle aree di intervento comprese nel Patto per il Lavoro Giovani gli intervistati ritengono che Produzione e competenze e capitale umano siano stati gli ambiti su cui si sono ottenuti maggiori risultati, mentre vanno segnalate come priorità di intervento la rete attiva per il lavoro e la creazione di impresa (imprenditorialità maker), il programma per il successo formativo che ha conseguito risultati ragguardevoli riducendo ulteriormente le fuoriuscite dal sistema scolastico.
Di seguito alcune foto della presentazione
Iscriviti alla Newsletter
Email*
ISCRIVITI
Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l’iscrizione. Premendo il tasto invia accetti il trattamento dati relativo alla newsletter consultabile nella nostra privacy policy