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Il turismo alpino nella transizione ecologica
Oggi la tavola rotonda del CRU Trento: la sostenibilità richiede controllo e limite. Indispensabile trovare un punto di equilibrio.
Un necessario equilibrio tra turismo e la difesa dell’ambiente. È questo il non semplice obiettivo con cui bisogna confrontarsi per continuare ad alimentare un turismo che è tra i fattori trainanti dell’economia locale, ma che deve comunque adattarsi un modo dinamico agli effetti del cambiamento climatico, ricalibrando l’offerta anche per non impattare negativamente sul lavoro.
Se ne è discusso questa mattina alla tavola rotonda “Turismo alpino nella transizione ecologica”, proposto dal CRU Trento, il Consiglio Regionale Unipol di cui fanno parte anche Cgil Cisl Uil.
Ad aprire il confronto a nome delle tre confederazioni sindacali Walter Alotti, segretario provinciale della Uil e presidente del CRU Trento che ha sottolineato la centralità della risorsa turismo per il tessuto economico locale, soffermandosi anche sulle dinamiche che coinvolgono l’occupazione nel settore e sull’impatto che le dinamiche turistiche hanno sulla vita quotidiana dei cittadini, compresa la questione abitativa nei centri a maggiore vocazione.
Il professor Umberto Martini dell’Università di Trento ha dunque posto l’accento sulle caratteristiche e le attese dei nuovi frequentatori della montagna e sulle sfide che ha di fronte il turismo alpino, ribadendo che il turismo è comunque l’unica attività che può garantire la sopravvivenza sociale ed umana della montana. Da qui la necessità di trovare un equilibrio. “La montagna è un ambiente fragile, che inevitabilmente soffre quando viene sottoposto a un eccessivo carico antropico e infrastrutturale. Ha, però, bisogno del turismo, che da oltre un secolo rappresenta una delle più importanti attività che garantiscono la sopravvivenza economica e sociale delle zone di montagna”, ha ricordato. Per questa ragione, ha sottolineato il professore è necessario “trovare un equilibrio lungo una linea sottile che divide lo sviluppo dallo sfruttamento, la sostenibilità dall’impatto distruttivo della massa. Le nuove tendenze del turismo, tra cui la ri-scoperta della montagna e l’arrivo in quota di turisti sempre meno “alpinisti”, porta a nuove sfide, soprattutto per la difficoltà, da parte dei nuovi frequentatori della montagna, di capire fino in fondo l’ambiente in cui si inseriscono, e le giuste modalità di interazione con esso. Da qui la necessità di nuove attenzioni anche per le organizzazioni e le imprese turistiche, che devono assumere un ruolo attento e consapevole nella gestione delle risorse naturali e delle proprie attività”.
Filippo Zibordi, coordinatore didattico e gestionale del master FaunaHd dell’Università dell’Insubria, invece, ha portato la platea in viaggio nell’antropocene per poi tornare in Trentino, sulle Alpi, e riflettere sul contesto di estrema crisi che stiamo attraversando e nel contempo come si può creare una sinergia positiva tra turismo e ambiente. La sua riflessione si è soffermata, tra pro e contro, sull’urgenza di creare sensibilità e consapevolezza nelle persone che arrivano a visitare le montagne, sull’impatto dell’infrastrutturazione, sulle opportunità ambientali della destagionalizzazione “che non sempre è un vantaggio ambientale e naturalistico”. “Qualunque direzione si decida di intraprendere – ha osservato Zibordi- deve esserci la consapevolezza del costo ambientale. Sarebbe già un bel un bel passo avanti se lo si considerasse sempre nelle scelte come ‘voce di spesa’”.
Dunque il confronto si è spostato sulle esperienze del territorio. In particolare Bruno Felicetti, direttore delle Funivie Madonna di Campiglio si è soffermato sull’impatto ambientale degli impianti a fune, mentre Stefania Clemente, project manager di Trentino Marketing, ha parlato dell’importanza e dell’utilità delle certificazioni ambientali per le destinazioni turistiche.
Renata Diazzi, direttrice area Esg Sustainability di Trentino Sviluppo, ha sottolineato come la sostenibilità sia un vantaggio sono solo economico per le imprese.
Infine Alessandra Stelzer, imprenditrice vitivinicola, ha proposto un focus sull’enoturismo, come esperienza di turismo green.
La riflessione di oggi è stata arricchita anche dai contributi di due studenti della laurea magistrale in management e sostenibilità del turismo, Marco Adamo e Luca Giovannini.
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Un necessario equilibrio tra turismo e la difesa dell’ambiente. È questo il non semplice obiettivo con cui bisogna confrontarsi per continuare ad alimentare un turismo che è tra i fattori trainanti dell’economia locale, ma che deve comunque adattarsi un modo dinamico agli effetti del cambiamento climatico, ricalibrando l’offerta anche per non impattare negativamente sul lavoro.
Se ne è discusso questa mattina alla tavola rotonda “Turismo alpino nella transizione ecologica”, proposto dal CRU Trento, il Consiglio Regionale Unipol di cui fanno parte anche Cgil Cisl Uil.
Ad aprire il confronto a nome delle tre confederazioni sindacali Walter Alotti, segretario provinciale della Uil e presidente del CRU Trento che ha sottolineato la centralità della risorsa turismo per il tessuto economico locale, soffermandosi anche sulle dinamiche che coinvolgono l’occupazione nel settore e sull’impatto che le dinamiche turistiche hanno sulla vita quotidiana dei cittadini, compresa la questione abitativa nei centri a maggiore vocazione.
Il professor Umberto Martini dell’Università di Trento ha dunque posto l’accento sulle caratteristiche e le attese dei nuovi frequentatori della montagna e sulle sfide che ha di fronte il turismo alpino, ribadendo che il turismo è comunque l’unica attività che può garantire la sopravvivenza sociale ed umana della montana. Da qui la necessità di trovare un equilibrio. “La montagna è un ambiente fragile, che inevitabilmente soffre quando viene sottoposto a un eccessivo carico antropico e infrastrutturale. Ha, però, bisogno del turismo, che da oltre un secolo rappresenta una delle più importanti attività che garantiscono la sopravvivenza economica e sociale delle zone di montagna”, ha ricordato. Per questa ragione, ha sottolineato il professore è necessario “trovare un equilibrio lungo una linea sottile che divide lo sviluppo dallo sfruttamento, la sostenibilità dall’impatto distruttivo della massa. Le nuove tendenze del turismo, tra cui la ri-scoperta della montagna e l’arrivo in quota di turisti sempre meno “alpinisti”, porta a nuove sfide, soprattutto per la difficoltà, da parte dei nuovi frequentatori della montagna, di capire fino in fondo l’ambiente in cui si inseriscono, e le giuste modalità di interazione con esso. Da qui la necessità di nuove attenzioni anche per le organizzazioni e le imprese turistiche, che devono assumere un ruolo attento e consapevole nella gestione delle risorse naturali e delle proprie attività”.
Filippo Zibordi, coordinatore didattico e gestionale del master FaunaHd dell’Università dell’Insubria, invece, ha portato la platea in viaggio nell’antropocene per poi tornare in Trentino, sulle Alpi, e riflettere sul contesto di estrema crisi che stiamo attraversando e nel contempo come si può creare una sinergia positiva tra turismo e ambiente. La sua riflessione si è soffermata, tra pro e contro, sull’urgenza di creare sensibilità e consapevolezza nelle persone che arrivano a visitare le montagne, sull’impatto dell’infrastrutturazione, sulle opportunità ambientali della destagionalizzazione “che non sempre è un vantaggio ambientale e naturalistico”. “Qualunque direzione si decida di intraprendere – ha osservato Zibordi- deve esserci la consapevolezza del costo ambientale. Sarebbe già un bel un bel passo avanti se lo si considerasse sempre nelle scelte come ‘voce di spesa’”.
Dunque il confronto si è spostato sulle esperienze del territorio. In particolare Bruno Felicetti, direttore delle Funivie Madonna di Campiglio si è soffermato sull’impatto ambientale degli impianti a fune, mentre Stefania Clemente, project manager di Trentino Marketing, ha parlato dell’importanza e dell’utilità delle certificazioni ambientali per le destinazioni turistiche.
Renata Diazzi, direttrice area Esg Sustainability di Trentino Sviluppo, ha sottolineato come la sostenibilità sia un vantaggio sono solo economico per le imprese.
Infine Alessandra Stelzer, imprenditrice vitivinicola, ha proposto un focus sull’enoturismo, come esperienza di turismo green.
La riflessione di oggi è stata arricchita anche dai contributi di due studenti della laurea magistrale in management e sostenibilità del turismo, Marco Adamo e Luca Giovannini.
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