Il lavoro transfrontaliero al centro della tavola rotonda organizzata dal Consiglio Regionale Unipol della Valle d’Aosta


17 Maggio 2024|10 Minuti

In Valle d’Aosta cresciuto esponenzialmente il lavoro frontaliero verso la Svizzera, soprattutto in ambito sanitario

Vedere riconosciuti i diritti dei lavoratori frontalieri, metterli al centro di un progetto condiviso, concretizzare con leggi ad hoc, fare in modo che si parli dei transfrontalieri, lavoratori che quotidianamente o settimanalmente valicano i confini delle loro regioni per un lavoro migliore.
Il Consiglio Regionale Unipol della Valle d’Aosta ha organizzato ad Aosta mercoledì 15 maggio presso la sala Bim del Celva un evento che ha catalizzato l’attenzione di media, politici, sindacalisti, professori universitari, consulenti del lavoro, imprenditori, albergatori e artigiani.
L’iniziativa si colloca nel più ampio palinsesto del Festival dello Sviluppo Sostenibile, manifestazione che si svolge in tutta Italia organizzata dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).

In Valle d’Aosta il fenomeno del lavoro transfrontaliero (1700 i lavoratori valdostani in Svizzera) è in espansione, il professor Massimo Zanetti dell’Università di Aosta ha parlato di 1 lavoratore frontaliero ogni 1000 abitanti (sono 125 mila complessivamente gli abitanti in Valle d’Aosta, ndr). Ma proprio sui numeri c’è bisogno di ulteriori approfondimenti, come sostiene il docente, citando quale fonte uno studio della Camera del Lavoro di Varese che affronta il fenomeno del lavoro transfrontaliero; secondo questo studio i lavoratori valdostani che si recano in Svizzera per lavorare sono 122.

Le professioni più ambite per le quali si lascia la Valle d’Aosta a favore della Svizzera sono: medici, infermieri, oss, ma anche muratori. Quali azioni quindi da parte della Regione per cercare di limitare questa “fuga” di cervelli e di professionalità?
Ad aprire la tavola rotonda il Deputato della Repubblica Italiana On. Franco Manes che asserisce: “Un argomento sentito dalla maggior parte dei nostri concittadini, molti dei quali hanno fatto del lavoro transfrontaliero una scelta di vita. Una tematica di cui si è parlato poco, ma ora assistiamo a un cambio di rotta anche nella nostra Valle dovuto soprattutto alla ratifica degli accordi tra lo Stato Italiano e la Confederazione Elvetica. Ho affrontato diversi mesi fa in Parlamento l’argomento in questione. Il tema è stato al centro di un dibattito politico trasversale soprattutto da parte dei Parlamentari provenienti dai territori interessati dal fenomeno. Spesso nel nostro Paese si è sottovalutata l’importanza strategica della Svizzera con fenomeni migratori importanti e non solo limitati, storicamente, alla gente di confine. La Svizzera è il nostro sesto paese di riferimento, abbiamo un surplus di circa 30 miliardi sull’expo. In Svizzera risiede la terza comunità italiana nel mondo. E’ l’unico Paese dove l’italiano è lingua ufficiale”.

Ha preso poi la parola per i saluti istituzionali il Presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta Renzo Testolin che ha spiegato come “l’Amministrazione Regionale si stia già adoperando per essere ancora più attrattiva e cercare di limitare il più possibile la fuga di cervelli e di professionalità”. La tavola rotonda è entrata nel vivo con l’intervento dell’Assessore allo Sviluppo Economico Luigi Giovanni Bertschy il quale ha dichiarato “Le parole d’ordine per la Valle d’Aosta devono essere attrattività e lavoro di qualità. Bisogna vivere con protagonismo questa importante fase di cambiamento del mondo del lavoro. Un protagonismo che abbiamo fatto nostro a livello di politiche del lavoro e che punta a costruire un’alleanza con tutti gli attori del settore coinvolti”. L’Assessore agli Affari Europei Luciano Emilio Caveri ha inoltre affermato “Il numero dei lavoratori transfrontalieri è cresciuto a dismisura. Questa può essere l’occasione, come nel nostro caso, per fare dei ragionamenti anche con i cantoni di lingua francese”.

Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri CGIL “Intanto è importante che anche in Valle d’Aosta si faccia luce su questo fenomeno di cui non si è mai parlato abbastanza, anche perché ci sono delle condizioni soprattutto morfologiche da non sottovalutare, come i trasporti per esempio. Ma l’aumento di lavoratori frontalieri è da inquadrare nel diritto della libera circolazione. La Svizzera ha tutta una serie di attrattività, in primis il salario da 2 e mezzo a 3 volte maggiore di quello italiano, inoltre anche le condizioni e le qualità del lavoro incidono notevolmente in questo aumento del numero dei lavoratori”.

Per Pancrazio Raimondo, segretario generale UIL frontalieri, “Importante focalizzare l’attenzione del lavoro frontaliero in questo territorio. Se guardiamo i dati notiamo come il numero di lavoratori frontalieri è in continua crescita. È un fenomeno che comunque deve essere regolamentato in particolare dal punto di vista fiscale”.

Per Marco Contessa, responsabile nazionale frontalieri CISL, “Regolamentare il lavoro frontaliero è sempre più una necessità sia per tutelare il lavoratore, ma anche per il nostro territorio. I lavoratori frontalieri per fare quello che fanno affrontano tanti sacrifici”.

Alla tavola rotonda hanno portato anche il loro contributo alla discussione Andrea Caruso, presidente CNA Valle d’Aosta, il quale ha sottolineato come siano stati tanti i lavoratori soprattutto dell’edilizia che si sono recati in Svizzera per lavorare (e guadagnare di più) “ma sono anche molti – ha aggiunto – quelli che poi sono ritornati a lavorare in Valle”. Per Luigi Fosson presidente ADAVA: “Il settore turistico alberghiero in Valle risente poco di questo fenomeno del lavoro transfrontaliero. Nel nostro settore (ma da quello che sento anche in altri) si fatica a trovare personale qualificato e spesso il non ricambio generazionale porta alla chiusura di alberghi storici, che poi vengono venduti e trasformati in appartamenti-vacanze”. Alla tavola rotonda è intervenuto anche Claudio Perratone, Coordinatore del Dipartimento Sanità e Salute dell’Assessorato alla Sanità, Salute e Politiche Sociali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, il quale ha esaustivamente trattato le azioni strategiche che la Regione ha messo e sta tuttora mettendo in atto sul fronte sanità e salute, nonché la Consigliera di Parità della Regione Autonoma Valle d’Aosta Katya Foletto la quale ha dichiarato “Il lavoro transfrontaliero è un fenomeno che è sempre accaduto e non solo in Italia, e il fine è quasi sempre lo stesso: la ricerca di condizioni di lavoro migliori rispetto a quelle che si trovano nel proprio paese. Un terzo dei transfrontalieri è donna. Probabilmente perché si guadagna di più, ma anche perché ci sono delle condizioni che garantiscono loro un maggior accesso al mondo del lavoro, un maggiore riconoscimento della loro professionalità e condizioni che facilitano maggiormente la conciliazione famiglia-lavoro”. Infine un’analisi dei profili giuslavoristici del lavoro transfrontaliero è stata curata dal Presidente dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro Valle d’Aosta, Matteo Fratini, che ha offerto interessanti spunti per comprendere meglio le dinamiche normative e giuridiche che influenzano il lavoro oltre confine.

In conclusione Ramira Bizzotto, Presidente del Consiglio Regionale Unipol Valle d’Aosta, ringraziando tutti i relatori che hanno dato spessore alla tavola rotonda, ha rimarcato come l’evento “Rappresenti un luogo di confronto tra associazioni che pur avendo interessi diversi, talvolta anche divergenti, hanno un obiettivo comune che è quello di realizzare concretamente un approccio aperto e inclusivo con tutti gli attori interessati e con tutte le figure istituzionali disponibili, in modo da poter portare avanti iniziative che portino alle generazioni future un valore condiviso sul e per il territorio. Con questa iniziativa l’obiettivo è quello di promuovere e analizzare proposte su temi di interesse collettivo che abbiano come comune denominatore il lavoro dignitoso e una crescita economica inclusiva e sostenibile”.
Ha coordinato la tavola rotonda Silvia Tagliaferri, vice capo redattore TGR RAI Valle d’Aosta.

 

Il video integrale dell’evento


Il lavoro transfrontaliero al centro della tavola rotonda organizzata dal Consiglio Regionale Unipol della Valle d’Aosta


CRU unipol|17 Maggio 2024|10 Minuti

In Valle d’Aosta cresciuto esponenzialmente il lavoro frontaliero verso la Svizzera, soprattutto in ambito sanitario

Vedere riconosciuti i diritti dei lavoratori frontalieri, metterli al centro di un progetto condiviso, concretizzare con leggi ad hoc, fare in modo che si parli dei transfrontalieri, lavoratori che quotidianamente o settimanalmente valicano i confini delle loro regioni per un lavoro migliore.
Il Consiglio Regionale Unipol della Valle d’Aosta ha organizzato ad Aosta mercoledì 15 maggio presso la sala Bim del Celva un evento che ha catalizzato l’attenzione di media, politici, sindacalisti, professori universitari, consulenti del lavoro, imprenditori, albergatori e artigiani.
L’iniziativa si colloca nel più ampio palinsesto del Festival dello Sviluppo Sostenibile, manifestazione che si svolge in tutta Italia organizzata dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).

In Valle d’Aosta il fenomeno del lavoro transfrontaliero (1700 i lavoratori valdostani in Svizzera) è in espansione, il professor Massimo Zanetti dell’Università di Aosta ha parlato di 1 lavoratore frontaliero ogni 1000 abitanti (sono 125 mila complessivamente gli abitanti in Valle d’Aosta, ndr). Ma proprio sui numeri c’è bisogno di ulteriori approfondimenti, come sostiene il docente, citando quale fonte uno studio della Camera del Lavoro di Varese che affronta il fenomeno del lavoro transfrontaliero; secondo questo studio i lavoratori valdostani che si recano in Svizzera per lavorare sono 122.

Le professioni più ambite per le quali si lascia la Valle d’Aosta a favore della Svizzera sono: medici, infermieri, oss, ma anche muratori. Quali azioni quindi da parte della Regione per cercare di limitare questa “fuga” di cervelli e di professionalità?
Ad aprire la tavola rotonda il Deputato della Repubblica Italiana On. Franco Manes che asserisce: “Un argomento sentito dalla maggior parte dei nostri concittadini, molti dei quali hanno fatto del lavoro transfrontaliero una scelta di vita. Una tematica di cui si è parlato poco, ma ora assistiamo a un cambio di rotta anche nella nostra Valle dovuto soprattutto alla ratifica degli accordi tra lo Stato Italiano e la Confederazione Elvetica. Ho affrontato diversi mesi fa in Parlamento l’argomento in questione. Il tema è stato al centro di un dibattito politico trasversale soprattutto da parte dei Parlamentari provenienti dai territori interessati dal fenomeno. Spesso nel nostro Paese si è sottovalutata l’importanza strategica della Svizzera con fenomeni migratori importanti e non solo limitati, storicamente, alla gente di confine. La Svizzera è il nostro sesto paese di riferimento, abbiamo un surplus di circa 30 miliardi sull’expo. In Svizzera risiede la terza comunità italiana nel mondo. E’ l’unico Paese dove l’italiano è lingua ufficiale”.

Ha preso poi la parola per i saluti istituzionali il Presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta Renzo Testolin che ha spiegato come “l’Amministrazione Regionale si stia già adoperando per essere ancora più attrattiva e cercare di limitare il più possibile la fuga di cervelli e di professionalità”. La tavola rotonda è entrata nel vivo con l’intervento dell’Assessore allo Sviluppo Economico Luigi Giovanni Bertschy il quale ha dichiarato “Le parole d’ordine per la Valle d’Aosta devono essere attrattività e lavoro di qualità. Bisogna vivere con protagonismo questa importante fase di cambiamento del mondo del lavoro. Un protagonismo che abbiamo fatto nostro a livello di politiche del lavoro e che punta a costruire un’alleanza con tutti gli attori del settore coinvolti”. L’Assessore agli Affari Europei Luciano Emilio Caveri ha inoltre affermato “Il numero dei lavoratori transfrontalieri è cresciuto a dismisura. Questa può essere l’occasione, come nel nostro caso, per fare dei ragionamenti anche con i cantoni di lingua francese”.

Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri CGIL “Intanto è importante che anche in Valle d’Aosta si faccia luce su questo fenomeno di cui non si è mai parlato abbastanza, anche perché ci sono delle condizioni soprattutto morfologiche da non sottovalutare, come i trasporti per esempio. Ma l’aumento di lavoratori frontalieri è da inquadrare nel diritto della libera circolazione. La Svizzera ha tutta una serie di attrattività, in primis il salario da 2 e mezzo a 3 volte maggiore di quello italiano, inoltre anche le condizioni e le qualità del lavoro incidono notevolmente in questo aumento del numero dei lavoratori”.

Per Pancrazio Raimondo, segretario generale UIL frontalieri, “Importante focalizzare l’attenzione del lavoro frontaliero in questo territorio. Se guardiamo i dati notiamo come il numero di lavoratori frontalieri è in continua crescita. È un fenomeno che comunque deve essere regolamentato in particolare dal punto di vista fiscale”.

Per Marco Contessa, responsabile nazionale frontalieri CISL, “Regolamentare il lavoro frontaliero è sempre più una necessità sia per tutelare il lavoratore, ma anche per il nostro territorio. I lavoratori frontalieri per fare quello che fanno affrontano tanti sacrifici”.

Alla tavola rotonda hanno portato anche il loro contributo alla discussione Andrea Caruso, presidente CNA Valle d’Aosta, il quale ha sottolineato come siano stati tanti i lavoratori soprattutto dell’edilizia che si sono recati in Svizzera per lavorare (e guadagnare di più) “ma sono anche molti – ha aggiunto – quelli che poi sono ritornati a lavorare in Valle”. Per Luigi Fosson presidente ADAVA: “Il settore turistico alberghiero in Valle risente poco di questo fenomeno del lavoro transfrontaliero. Nel nostro settore (ma da quello che sento anche in altri) si fatica a trovare personale qualificato e spesso il non ricambio generazionale porta alla chiusura di alberghi storici, che poi vengono venduti e trasformati in appartamenti-vacanze”. Alla tavola rotonda è intervenuto anche Claudio Perratone, Coordinatore del Dipartimento Sanità e Salute dell’Assessorato alla Sanità, Salute e Politiche Sociali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, il quale ha esaustivamente trattato le azioni strategiche che la Regione ha messo e sta tuttora mettendo in atto sul fronte sanità e salute, nonché la Consigliera di Parità della Regione Autonoma Valle d’Aosta Katya Foletto la quale ha dichiarato “Il lavoro transfrontaliero è un fenomeno che è sempre accaduto e non solo in Italia, e il fine è quasi sempre lo stesso: la ricerca di condizioni di lavoro migliori rispetto a quelle che si trovano nel proprio paese. Un terzo dei transfrontalieri è donna. Probabilmente perché si guadagna di più, ma anche perché ci sono delle condizioni che garantiscono loro un maggior accesso al mondo del lavoro, un maggiore riconoscimento della loro professionalità e condizioni che facilitano maggiormente la conciliazione famiglia-lavoro”. Infine un’analisi dei profili giuslavoristici del lavoro transfrontaliero è stata curata dal Presidente dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro Valle d’Aosta, Matteo Fratini, che ha offerto interessanti spunti per comprendere meglio le dinamiche normative e giuridiche che influenzano il lavoro oltre confine.

In conclusione Ramira Bizzotto, Presidente del Consiglio Regionale Unipol Valle d’Aosta, ringraziando tutti i relatori che hanno dato spessore alla tavola rotonda, ha rimarcato come l’evento “Rappresenti un luogo di confronto tra associazioni che pur avendo interessi diversi, talvolta anche divergenti, hanno un obiettivo comune che è quello di realizzare concretamente un approccio aperto e inclusivo con tutti gli attori interessati e con tutte le figure istituzionali disponibili, in modo da poter portare avanti iniziative che portino alle generazioni future un valore condiviso sul e per il territorio. Con questa iniziativa l’obiettivo è quello di promuovere e analizzare proposte su temi di interesse collettivo che abbiano come comune denominatore il lavoro dignitoso e una crescita economica inclusiva e sostenibile”.
Ha coordinato la tavola rotonda Silvia Tagliaferri, vice capo redattore TGR RAI Valle d’Aosta.

 

Il video integrale dell’evento