Abruzzo | Area Subequana Gran Sasso

Il progetto per questo territorio ha come azione centrale la promozione alla nascita di nuove aziende e il “trasferimento generazionale” di aziende esistenti. Una particolare attenzione sarà posta al sostegno all’imprenditoria femminile e giovanile.

Per tale attività sono già previsti dalla SNAI finanziamenti pubblici per circa 950 mila euro (FSE). I bandi per l’assegnazione di tali fondi dovrebbero essere pubblicati dal comune capofila (Molina Aterno) nei prossimi mesi. Il gruppo di lavoro sta individuando le modalità per animare il territorio e promuovere la nascita di idee imprenditoriali. Si costruiranno inoltre rapporti con gli istituti di credito locali e/o operanti sul territorio e le imprese per l’erogazione di fondi aggiuntivi ai progetti vincitori dei bandi o per altre realtà imprenditoriali oggetto di sviluppo.
Nel progetto di sviluppo dell’area verrà data particolare enfasi alla gestione dei beni comuni: si cercherà di aiutare gli amministratori a mettere a disposizione del territorio i tanti beni pubblici inutilizzati (immobili e terreni), utilizzando i modelli predisposti dal gruppo di lavoro nazionale “Immobili e altri asset”.
Una ulteriore azione del gruppo di lavoro sarà offrire soluzioni per il rafforzamento del welfare di prossimità, anche prendendo spunto da progettualità pubbliche realizzate su altre aree marginali del Paese, sia da esperienze diverse di gestione in rapporto pubblico/privato (buone pratiche)

Novità e aggiornamenti sul progetto

Obiettivi sviluppo
sostenibile


Graziano di Costanzo
Presidente Cru Abruzzo


Rita Innocenzi
Cgil Abruzzo


Sergio Natalia
Tecnico area Subequana Gran Sasso


Luigi Fasciani
Sindaco di Molina Aterno


Sabrina Ciancone
Sindaco di Fontecchio


Simona Elmo
Sibater


Jessica Fazi
Unicalab


Massimo Masotti
Paragon


Elena Torri
Cru Unipol


L’area interna “Gran Sasso-Subequana” è costituita da 24 comuni (Acciano, Calascio, Capestrano, Caporciano, Carapelle Calvisio, Castel del Monte, Castel di Ieri, Castelvecchio Calvisio, Castelvecchio Subequo, Collepietro, Fagnano Alto, Fontecchio, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, Molina Aterno, Navelli, Ofena, Prata d’Ansidonia, San Benedetto in Perillis, San Pio delle Camere, Santo Stefano di Sessanio, Secinaro, Tione degli Abruzzi, Villa Santa Lucia degli Abruzzi), di cui 14 ultraperiferici, ubicati nella parte centrale della provincia dell’Aquila (per approfondire i dati di contesto cfr. l’Allegato Statistico).
L’area ha una popolazione complessiva di 8.744 abitanti (il 2,9% della provincia dell’Aquila) ed una superficie territoriale di 650 kmq, il 12,9% della superficie provinciale, con una densità abitativa pari a 13,4 (Anno 2018) per Kmq, la più bassa tra le 5 aree interne abruzzesi, contro i 59,67 della Provincia di L’Aquila e i 121,9 della Regione Abruzzo. I 24 comuni dell’area dal un punto di vista morfologico, sono parte di due distinti contesti vallivi: la zona del Gran Sasso che ha una superficie di 399,62 kmq, 4.640 abitanti ed una densità abitativa di 11,6 ab/kmq e la Valle Subequana, kmq 251,01, abitanti 4.104, densità abitativa 16,3.
L’area si estende tra due imponenti massici montuosi e comprende la parte sud-est del Gran Sasso e la parte nord-est del Sirente. La zona del Gran Sasso si caratterizza per un assetto insediativo costituito, a monte, da nuclei urbani ubicati al di sopra dei mille metri di altitudine, mentre lungo la Piana di Navelli i centri urbani, arroccati attorno all’antico castello medioevale, si sviluppano orientativamente tra i 750 ed i 900 metri. Nella zona alle pendici est del Sirente, nel medio Aterno e nella Valle Subequana, gli insediamenti, escluso Secinaro, sono ubicati a quote molto più basse, tra i 500 ed i 700 metri. Sia la Piana di Navelli che la Valle Subequana hanno storicamente costituito snodo di collegamento tra zone diverse. La Piana di Navelli, da sempre luogo di passaggio della transumanza, è l’asse di collegamento tra l’aquilano ed il pescarese, mentre la Valle Subequana è la naturale cerniera tra i territori aquilano, peligno e marsicano. La parte più a est dei Piani di Navelli è traversata dal breve ma copioso fiume Tirino, mentre la valle dell’Aterno è interamente solcata dal fiume omonimo che ne ha condizionato gli insediamenti. I centri urbani dell’area interna, tutti molti piccoli sotto il profilo demografico, si caratterizzano per una logica insediativa medievale con carattere difensivo e di fortificazioni. Molte sono le frazioni e le piccole località. Tale situazione produce dispersione di abitanti sul territorio, difficoltà nei collegamenti, con conseguente isolamento sociale e fisico.
L’area è articolata in due zone che pur manifestando problematiche sotto l’aspetto dell’integrazione, hanno però in comune un coordinamento delle associazioni, appartengono ad un unico GAL, il “Gran Sasso-Velino”; i comuni della zona Subequana sono inclusi nello stesso “Contratto di Fiume”. Ciascuna sub-area fa riferimento a un sistema turistico locale, ognuno animato da una DMC. Quasi, tutto il territorio, ben 19 comuni, ad esclusione dei comuni di Molina Aterno, Secinaro, Collepietro, Calascio e San Benedetto in Perillis è stato inserito nel cratere sismico determinato dal sisma dell’aprile 2009. L’economia, piuttosto fragile, è alimentata da piccole aziende dedite all’agricoltura, all’allevamento, a cui si affiancano piccole attività di servizi. Mancano insediamenti industriali di rilievo; l’occupazione prevalente deriva dall’edilizia e dal commercio. In entrambi i settori sono impegnati circa il 25% degli occupati dell’area. A fronte delle grandi potenzialità, la ricettività turistica alberghiera è piuttosto ridotta. Infatti, l’offerta turistica risulta piuttosto contenuta. Anche la domanda turistica appare debole. Nonostante ciò il turismo manifesta segnali di crescita, in particolar modo nell’area del Gran Sasso, dove il 7,2% degli occupati del settore si dedica all’attività sportiva, in gran parte legata allo sport di montagna. Il comparto agricolo pur in declino, attestato dalla diminuzione della SAU, manifesta segnali di vivacità soprattutto per quanto riguarda le potenzialità delle produzione di qualità, ed una certa capacità di tenuta: la diminuzione dei conduttori con attività lavorativa parzialmente svolta in azienda tra il 2000 e il 2010 è minore della media delle aree interne. La pastorizia, in particolare nell’area del Gran Sasso, ha una buona rilevanza e grandi potenzialità. Il digital divide rete fissa e mobile (% di popolazione non raggiunta da banda larga) è molto più alto della media Aree Interne Abruzzesi e nazionale e costituisce una rilevante criticità.
Per quanto attiene, ai processi di gravitazione, l’Area ha due centri gravitazionali, L’Aquila e Sulmona. Al capoluogo regionale fanno riferimento per i servizi di rango maggiore tutti i comuni dell’area del Gran Sasso e i comuni più a nord della Valle dell’Aterno, Fagnano Alto, Fontecchio, Acciano, Tione. Mentre i comuni a sud, Secinaro, Molina Aterno Castelvecchio Subequo, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, Caste di Ieri, gravitano storicamente su Sulmona. Pertanto l’area strategica di riferimento comprende i poli urbani di L’Aquila e Sulmona erogatori di tutti i principali servizi e luoghi di studio e di lavoro per la maggior parte dei residenti dell’Area Interna A ovest dell’area target, a ridosso della parte più a nord della Subequana, nell’altipiano delle Rocche – comuni di Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, Ovindoli – si è sviluppato un piccolo distretto turistico della neve che fa perno sugli impianti di risalita di Ovindoli e Campo Felice. Nel disegnare l’area di gravitazione funzionale prossima all’area target si è fatto riferimento ai rapporti in essere, inerenti il lavoro, i servizi, in particolar modo istruzione e salute, le collaborazioni istituzionali e amministrative, tra l’Area Interna ed i poli gravitazionali di L’Aquila e Sulmona.

Sotto l’aspetto naturalistico l’area vanta la presenza di due parchi – Parco Nazionale, “Gran Sasso-Laga” e Parco Regionale, il “Sirente-Velino” – che generano una grande varietà floristica e faunistica. Le imponenti vette de Gran Sasso e del Sirente, gli altipiani di Campo Imperatore e del Sirente, costituiscono emergenze di particolare rilievo. La zona Subequana è attraversata dal fiume Aterno, il principale fiume d’Abruzzo, che con le sue acque ha inciso in maniera netta l’ambiente fisico ed è stato per molto tempo strumento economico principale per i piccoli centri distribuiti lungo il suo asse. Mulini, centrali, concerie, pesca, irrigazione costituivano i principali asset economici del fiume. L’altro corso d’acqua il Tirino, molto copioso e particolarmente adatto per la canoa, segna il confine sud orientale dell’area e del PNGSL. Di particolare rilevo le foreste ubicate nell’area del Sirente.
L’ingente patrimonio culturale è caratterizzato dalla presenza di ben 198 chiese, 45 castelli, 86 palazzi storici, 17 borghi di rilievo e 5 interessanti aree archeologiche. Nella zona Subequana, all’architettura canonica (i complessi ecclesiastici della Collegiata di Santa Maria del Ponte ed il Convento di San Francesco a Castelvecchio Subequo, dove sono condensati gli stili dell’architettura abruzzese medioevale e rinascimentale, assumono valenza archetipica), si affianca un’architettura minore spesso in simbiosi con l’ambiente, come mulini, antichi ponti, le cosiddette Pagliare ed altre importanti emergenze quali chiese, castelli, l’elegante fontana di Fontecchio. Nella zona del Gran Sasso di particolare rilievo le chiesa di San Pietro ad Oratorium di Capestrano, gioiello medioevale, le splendide chiese di Bominaco, l’oratorio di San Pellegrino e la chiesa di Santa Maria Assunta (Caporciano), torri imponenti e castelli, in primis quello di Calascio, location di numerosi film.
Il templio italico di Castel di Ieri, il sito archeologico di Campo Valentino di Molina, le rovine di Peltinium a Prata d’Ansidonia arricchiscono ulteriormente l’area sotto il profilo del patrimonio culturale. Di particolare rilievo i borghi, in primis Santo Stefano di Sessanio, San Benedetto in Perillis, Rocca, il borgo di Goriano Sicoli, immortalato da M.C Escher.
Ad oggi i variegati beni naturali e culturali sono debolmente valorizzati, le sporadiche iniziative turistiche sono poche incisive e non in grado di promuovere nella sua interezza l’offerta turistica dell’area e di movimentare le presenza turistiche ancora piuttosto contenute come si evince dalle tabelle riportate nell’allegato statistico. Nonostante le suddette criticità in questi ultimi anni si nota una nuova attenzione a tale emergenze. E’ su questa volontà di intrapresa che bisogna far leva, attraverso azioni formative e di sistema, per una piena valorizzazione dei beni culturali e ambientali dell’area e per lo sviluppo del turismo. La rivitalizzazione dei borghi, la realizzazione di una sentieristica d’area, la valorizzazione ai fini turistici di strutture pubbliche – rifugi, case cantoniere, stazioni – assumono una grande significatività per lo sviluppo sostenibile ed integrato del settore.