La domanda di mobilità – urbana ed extra-urbana – sta diventando sempre più complessa man mano che più differenziate divengono le esigenze di spostamento per motivi di lavoro, studio, necessità quotidiane, svago, turismo. L’emergenza legata alla pandemia da Covid-19 ha sicuramente contribuito ad aggiungere ulteriori variabili, con i trasporti divenuti uno dei terreni su cui si è giocata e si sta giocando la partita della sicurezza e del ripensamento del sistema delle relazioni sociali e delle distanze interpersonali.
Alla luce di tutto questo si rendono necessarie offerte di mobilità in grado di rispondere a questa complessità. Risposte in grado di conciliare flessibilità, efficienza, sicurezza ma anche e soprattutto rispondenza ai principi di sostenibilità, ambientale economica e sociale.
Le forme di mobilità non motorizzate (pedonale e ciclistica) rappresentano uno dei nodi chiave del necessario ripensamento che l’attuale modello di mobilità dovrà conoscere nei prossimi anni se si vorrà raggiungere l’obiettivo di una mobilità più sostenibile e sicura. Ma, proprio per la complessità degli obiettivi da raggiungere e della variabili coinvolte, ragionare in termini mono-modali non basta più.
Divengono allora centrali concetti chiave come quelli di multi-modalità e di trasporto integrato, che esprimono tutta la loro potenzialità di modalità concorrenziale rispetto al trasporto individuale motorizzato nella particolare combinazione bicicletta-trasporto pubblico, riuscendo a combinare la flessibilità e la capillarità della due ruote con la velocità e la lunga percorrenza del trasporto pubblico, in particolare su ferro.
Nonostante le evidenze empiriche, il tema dell’integrazione bicicletta-treno appare tuttavia ancora assente dalla cultura della mobilità del nostro paese. È necessario un cambiamento prima di tutto mentale per pensarli come un nuovo modo di trasporto. Bisogna iniziare a “pensare integrato” per poter “pianificare integrato”. Come? Iniziando dal “comunicare” il tema, a tutti i livelli, anche attraverso la raccolta e l’educazione alle “buone pratiche”.
Dopo decenni in cui tutti, dai pianificatori alla pubblicità, ci hanno raccontato che l’unico modo per muoverci era in automobile, comunicare le buone pratiche e il muoversi bene significa prima di tutto comunicare che muoversi in modo diverso è possibile.

È in questo quadro che il Laboratorio per l’Educazione alla Mobilità Sostenibile (LEMOS) dell’Università di Siena ha deciso di promuovere l’incontro Bici + treno in Italia: ieri, oggi e domani. La storia del servizio, la situazione attuale e le prospettive future, tenutosi in modalità online il 22 settembre scorso  come evento conclusivo della European Mobility Week 2021. Organizzato in collaborazione con la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta Onlus (FIAB), l’incontro è stato l’occasione per far incontrare voci che, da prospettive ed esperienze diverse, convergono però sulla centralità del potenziamento del sistema integrato bicicletta-treno in Italia. Hanno preso parte alla discussione, moderati da Michele Bernelli, direttore della Rivista BC: Eleonora Belloni, dell’Università di Siena; Romolo Solari e Massimo Gaspardo Moro di FIAB; Sabrina Paola Manzini di Società Ferrovie Udine Cividale srl Mi.Co.Tra e Sabrina De Filippis, Direttore della Direzione Business Regionale di Trenitalia.

Qui il link per scaricare la presentazione in pdf di Eleonora Belloni dell’Università di Siena (componente del gruppo di CreAree sulla Mobilità)