A Bologna si è svolta l'assemblea di Legacoop Servizi Emilia-Romagna

"Legalità e regole sono tra le stelle polari di una imprenditoria matura – e in generale, delle classi dirigenti – conscia del proprio ruolo e degli effetti estremamente negativi che il mancato rispetto delle regole provoca nella competizione economica e nel corpo sociale" lo ha ricordato, nel corso dell’assemblea regionale dell’associazione dedicata a questi temi, il presidente di Legacoop Servizi Emilia-Romagna, Alberto Armuzzi.

All’incontro, che si è tenuto a Bologna presso la Torre Legacoop, hanno partecipato Massimo Mezzetti, assessore alla legalità della Regione Emilia-Romagna, Giovanni Monti, presidente Legacoop Emilia-Romagna, Alberto Armuzzi, presidente Legacoop Servizi Emilia-Romagna, Enzo Risso, SWG, Giulia Balugani, SCS Azioninnonva, Vincenzo Colla, in rappresentanza di Cgil, Cisl, Uil, Alessandro Millo, Direzione territoriale del Lavoro, Stefano Cevenini, presidente Unilog, Antonella Pasquariello, presidente Camst, Corrado Pirazzini, presidente Copura, Carlo Pilotti, Cru UnipolSai e Federico Bolzoni, presidente nazionale Legacoop Servizi.

L’incontro è stato occasione anche per tracciare un bilancio degli anni che vanno dal 2008, inizio della crisi, al 2014 con anche alcune previsioni per il 2015. Nel merito (a consuntivo l’andamento 2008/2014 e a preventivo quello 2015) il fatturato pur calando nel 2014 del –10,72% sul 2013 (per effetto della cessione di una società controllata ritenuta non più strategica) recupera nel 2015 circa 9 punti percentuali sul 2013; le riserve crescono attestandosi al 24% del fatturato; negli anni presi a campione, l’utile ha ottenuto delle performance con recupero positivo, ancorchè altalenante, con un significativo recupero nel 2014 pari al + 78% sul 2013, mentre nel 2015 si registra una leggera flessione, confermando comunque un andamento positivo.

"Quello che balza agli occhi e che emerge con nitidezza – ha osservato Armuzzi – è la costante crescita degli addetti (soci lavoratori, soci imprenditori e dipendenti) passando dalle 65.052 unità nel 2008 alle 74.462 del 2014 (pari al + 14,6%) con un tendenziale nel 2015 di un’ulteriore crescita sul 2014 dello + 0,5%". Nella sua relazione, Armuzzi ha anche elencato i punti di maggiore rilievo nell’azione associativa: il nuovo codice degli appalti, l’impegno sui contratti nazionali, le modalità da adottare per un equo e razionale contenimento dei costi della pubblica amministrazione, i tempi di pagamento dei servizi da parte della PA e della Sanità.

Per Antonella Pasquariello, presidente Camst e vicepresidente di Legacoop Emilia-Romagna, "i settant’anni di storia della nostra cooperativa sono stati possibili anche perchè abbiamo operato nel rispetto della legalità, che rappresenta per noi uno strumento utile al vantaggio competitivo sul mercato e che continuerà ad esserlo anche in futuro. Riferendoci al nostro settore, la ristorazione, ritengo che sarebbe opportuno intensificare i controlli da parte delle stazioni appaltanti, questo aiuterebbe a stabilire maggiore equità e garanzie per tutti. Riteniamo fondamentale il ruolo che Legacoop Servizi riveste nel  rappresentare i principi e i valori su cui si fonda il concetto stesso di cooperativa e nell'operare attivamente perchè il rispetto di queste regole sia attuato concretamente da parte delle imprese".

"Le cooperative di servizi hanno saputo tenere la barra dritta, mantenendo fermi e saldi i propri principi cardine e i valori cooperativi che in questa particolare situazione si sono affermati come valore aggiunto e strategico – ha osservato il presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti –. Pur dovendo affrontare situazioni di difficoltà e di crisi, la cooperazione dei servizi è cresciuta, scegliendo la strada degli investimenti in innovazione, salvaguardando e ampliando l’occupazione e consolidando il radicamento territoriale».


10 Trend Emergenti per il Settore Assicurativo

Il Gruppo Unipol nel 2014 ha deciso di istituire una funzione di presidio specifica e creare un Osservatorio dedicato, denominato “Osservatorio Reputational & Emerging Risks”, per garantire il costante allineamento tra aspettative degli stakeholder (Clienti, Dipendenti, Agenti, Autorità di vigilanza, Istituzioni pubbliche, ecc.) e risposte del Gruppo nonché intercettare con anticipo i fenomeni più significativi per cogliere nuove opportunità di business e prevenire potenziali ambiti di rischio. Anche nell’ultima edizione del Report “Global Risks” del World Economic Forum, è stata introdotta per la prima volta la nozione di “Trend”, intesi come fenomeni di lungo periodo da anticipare e monitorare in quanto possibili driver di rischi e opportunità. In tale ottica, il Gruppo Unipol ha sviluppato un modello per l’identificazione e valutazione dei rischi reputazionali ed emergenti, che si fonda sulla lettura integrata delle evidenze emerse dall’analisi del contesto esterno in termini di attese attuali e prospettiche degli stakeholder (Azionisti, Clienti, Agenti, Dipendenti, Autorità di Vigilanza, ...) con quanto emerge dalla lettura del contesto interno in termini di presidio e risposte del Gruppo alle attese.

Ecco l'indagine completa in formato PDF (1,4MB) 10 Trend Emergenti per il Settore Assicurativo

e l'infografica con i trend rilevati

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Dalla Sharing Economy all’Economia Collaborativa

È disponibile on-line la ricerca “Dalla Sharing Economy all’Economia Collaborativa: l’impatto e le opportunità per il mondo cooperativo”, promossa dalla Fondazione Unipolis in collaborazione con Generazioni Legacoop, realizzata da Agenzia Lama e Social Seed.
La ricerca si propone di analizzare le forme emergenti dell’economia collaborativa, per individuare eventuali punti di contatto o di interazione con il mondo delle imprese cooperative ed evidenziare gli ambiti di innovazione e “contaminazione reciproca” che possono emergere per questi due mondi.
L’ipotesi di partenza dello studio è che vi siano alcuni elementi comuni, a livello di linguaggio ma anche di filosofia di fondo, tra cooperative ed economia collaborativa. D’altra parte, le parole stesse lo dicono: economia della condivisione, economia collaborativa, cooperazione. Siamo senz’altro in un terreno vicino, ovvero il terreno di un’economia che vuole vedere nelle persone una risorsa fondamentale e nella collaborazione o cooperazione la forma più efficiente, efficace e sostenibile di “fare economia” e dare risposta ai bisogni umani.

L’obiettivo ultimo della ricerca è stimolare una riflessione tra le cooperative, per suggerire una nuova lettura dei fenomeni contemporanei ed evidenziare le possibilità concrete che emergono di fare innovazione cooperativa “ispirata” all’economia collaborativa. Allo stesso tempo, ribaltando la prospettiva, si propone una riflessione sul ruolo che i principi e i modelli cooperativi possono giocare nella proposizione di modelli di economia collaborativa democratici, realmente orizzontali, basati sulla partecipazione, la centralità della persona e l’attenzione agli impatti sociali, superando quelle che sono attualmente alcune delle principali criticità dell’economia collaborativa.

Lo studio è stato oggetto di un primo confronto nel corso di un workshop a inviti (Bologna, 15 settembre 2015), al quale hanno preso parte esponenti del mondo cooperativo, rappresentanti e studiosi del mondo della sharing economy. All’interno della pubblicazione sono stati inseriti anche alcuni degli interventi e dei contributi di quella giornata di lavoro.

La ricerca è stata presentata pubblicamente martedì 10 novembre a Milano durante la terza edizione di Sharitaly, l’appuntamento annuale dedicato all’economia collaborativa, di cui Fondazione Unipolis è stato partner e sostenitore.

Ecco la ricerca in formato PDF (654kb) Ricerca-Economia-collaborativa-e-Cooperazione


Salute, Parliamone Insieme

Ma come mangiamo? Se ne è discusso all'incontro sul ciclo "Salute, parliamone insieme"
Prossimo appuntamento il 18 novembre.

Ecco alcune foto della serata:

Lorenzo Pomini Luca Zeni Renzo Moser Pierluigi Stefanini Renato Dalpalù Andrea Marsonet Tavola rotonda Alleati per la prevenzione Serate organizzate da Unipol Sai con tema la salute
Lorenzo Pomini Luca Zeni Renzo Moser Pierluigi Stefanini Renato Dalpalù Andrea Marsonet Tavola rotonda Alleati per la prevenzione Serate organizzate da Unipol Sai con tema la salute

 

Tavola rotonda Alleati per la prevenzione Serate organizzate da Unipol Sai con tema la salute
Tavola rotonda Alleati per la prevenzione Serate organizzate da Unipol Sai con tema la salute

 

Luca Zeni Renzo Moser Pierluigi Stefanini Renato Dalpalù Tavola rotonda Alleati per la prevenzione Serate organizzate da Unipol Sai con tema la salute
Luca Zeni Renzo Moser Pierluigi Stefanini Renato Dalpalù Tavola rotonda Alleati per la prevenzione Serate organizzate da Unipol Sai con tema la salute

 

 

Scarica la locandina in formato PDF (1MB)

LOCANDINA-INCONTRI-SALUTE-TRENTO

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Tornare a crescere e sviluppare il welfare

PRESENTATO A ROMA IL 19 OTTOBRE 2015 IL RAPPORTO “WELFARE, ITALIA. LABORATORIO PER LE NUOVE POLITICHE SOCIALI OSSERVATORIO LAZIO” DI UNIPOL E CENSIS

Lo studio realizzato dal Censis per il Consiglio Regionale Unipol del Lazio nell’ambito del Programma poliennale Welfare Italia, è stato presentato il 19 ottobre a Roma dal Presidente del CRU Lazio Claudio Di Berardino e Giuseppe Roma, senior advisor della Fondazione Censis e discusso dal Presidente di Gruppo Unipol Pierluigi Stefanini, dall’ Assessore alle Politiche Sociali e Sport della Regione Lazio Rita Visini e da esponenti delle istituzioni, delle forze sociali e delle imprese laziali.

Le principali conclusioni emerse sono relative alla crescita delle domande di welfare nel Lazio, anche se è ancora lenta l’integrazione fra i diversi strumenti di protezione sociale: pubblici, del non profit, assicurativi e privati. Inoltre gran parte del carico assistenziale ricade sulle spalle delle istituzioni e delle famiglie, le cui risorse finanziarie, al contrario, tendono a diminuire. E’ per tanto indispensabile dare maggiore impulso a un welfare integrato che sappia combinare istituzioni, sviluppo economico e reti territoriali.

Dal 2010 Gruppo Unipol e la Fondazione Censis collaborano al progetto “Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove Politiche Sociali”, nell’ambito del quale realizzano approfondimenti e ricerche e periodicamente organizzano momenti di confronto e riflessione con gli stakeholder sui temi del welfare e delle politiche sociali. Accanto ad una visione di sistema, proposta dall’annuale Rapporto sullo stato dei sistemi di welfare in Italia, il progetto adotta anche un approccio territoriale che permette di indagare sulle dinamiche socio-economiche delle eterogenee realtà locali del Paese.

Partendo dai risultati della ricerca, l’iniziativa intende, da un lato, centrare il focus sui nuovi equilibri e bisogni di protezione sociale che la crisi ha evidenziato nel territorio regionale, e dall’altro, alimentare la riflessione sulle nuove potenzialità di sviluppo e rilancio del Lazio che le aziende, gli attori istituzionali e gli stakeholder sociali concorrono ad alimentare. L’esigenza di avviare virtuosi processi di ripresa economica ed occupazionale, peraltro, può trovare proprio nella crescente, ma spesso inevasa, domanda di welfare integrativo una nuova e attraente occasione per far ripartire il territorio, ma in senso più ampio tutto il Paese.

 


 

Di seguito il comunicato stampa completo:

Crescono le domande di welfare nel Lazio, ma è ancora lenta l'integrazione fra i diversi strumenti di protezione sociale: pubblici, del non profit, assicurativi e privati. Gran parte del carico assistenziale ricade quindi sulle spalle delle istituzioni e delle famiglie, le cui risorse finanziarie, al contrario, tendono a diminuire. E' pertanto indispensabile dare maggiore impulso a un welfare integrato che sappia combinare istituzioni, sviluppo economico e reti territoriali.

Sono queste le principali conclusioni a cui è giunto lo studio realizzato dal Censis per il Consiglio Regionale Unipol nell'ambito del Programma poliennale Welfare Italia, presentato oggi a Roma dal Presidente del CRU Lazio Claudio Di Bernardino e Giuseppe Roma, senior advisor della Fondazione Censis e discusso dal Presidente di Unipol Pierluigi Stefanini, dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e da esponenti delle istituzioni, delle forze sociali e delle imprese laziali.

Nei prossimi 15 anni la popolazione del Lazio supererà i 6 milioni di residenti, ma soprattutto aumenterà l'incidenza della popolazione con piu' di 65 anni dall'attuale 20,5% al 24,8%, e in particolare, nel 2030, gli anziani supereranno di oltre 200mila unità i giovani fra 15-34 anni. Questa situazione pone problemi di sostenibilità al sistema sanitario e assistenziale, rendendo sempre più urgente l'adeguamento dei loro modelli di gestione. Inoltre, anche sotto questo profilo, si pone il problema di accelerare nelle politiche di sviluppo, perche' nella regione vi sia più occupazione e più reddito.

La dimensione lavoro tiene, anche se in peggioramento nell'ultimo periodo, ma con tassi d'occupazione troppo bassi, pari al 63% rispetto al 72% dell'Ile de France e della regione di Berlino e al 67% di quella di Madrid. Anche nel confronto con le altre Regioni dell'Italia Centrale si rilevano situazioni di maggior disagio: il 17,7% della popolazione laziale è a rischio di povertà, contro un valore medio del Centro pari al 15%. Tali condizioni reddituali portano i cittadini laziali a collocare ai primi posti nella lista delle loro preoccupazioni, unitamente al timore di non riuscire più a risparmiare (81,2%), il mantenimento del tenore di vita e la capacità di far fronte alle spese sanitarie (entrambi per ben il 71% degli intervistati). Anche a causa di tali paure il 33,2% ha rinunciato a cure mediche, qualche punto percentuale in piu' rispetto alla media nazionale del 31,3%.

Pagare nel privato, ma senza organizzazione. Il funzionamento della sanità regionale è giudicato buono dal 42,7% dei romani, valore leggermente superiore rispetto alla media nazionale pari al 41,7%. Di segno opposto il giudizio dei residenti nelle altre province, dove i pareri positivi riguardano il 20,1%. Inoltre, il 79,1% delle famiglie che hanno avuto bisogno di cure negli ultimi due anni, a causa delle lunghe liste d'attesa, si è rivolto alla sanità privata. Una spesa che grava sui cittadini, senza significativi recuperi fiscali e, soprattutto, senza un'adeguata organizzazione e intermediazione che ne possa massimizzare l'efficacia.

Nessuna strategia per i rischi futuri. Ben il 56,4% dei laziali, atteggiamento comune a molti italiani, dichiara che penserà a cosa fare nel momento in cui si materializzeranno i rischi relativi a salute, non autosufficienza e pensionistici. Un ulteriore 24,4% fa esclusivo affidamento sul welfare pubblico, il 21,3% sui risparmi, il 6,2% sull'aiuto familiare e il 6% su coperture assicurative.

Una maggiore attenzione per strumenti innovativi. Nonostante non sia ancora generalizzata una cultura della prevenzione dei rischi, il 41,5% dei romani e il 54,5% dei residenti nelle altre province si dichiarano interessati a strumenti integrativi in campo sanitario ove questi coprano l'intero nucleo familiare, rendano possibile la riduzione dei tempi d'attesa e ove le assicurazioni o i fondi valutino e garantiscano la qualità delle strutture sanitarie utilizzabili. In particolare il 56,7% trova interessanti le assicurazioni sanitarie per le visite specialistiche, il 25,3% per la diagnostica, il 24,7% per l'odontoiatria. Per quanto riguarda le forme di integrazione pensionistica la quota degli interessati scende al 18,9%.

Il programma dell'evento

CRU Unipol Welfare Lazio

Cru Unipol Lazio Welfare

 


Tornare a crescere e sviluppare il welfare

Nell’ambito dell’evento "Tornare a crescere e sviluppare il welfare: le opportunità dell’integrazione tra istituzioni economia e territorio" che si è svolto oggi a Roma, è stato presentato il rapporto “Welfare Italia, Laboratorio per le nuove politiche sociali Osservatorio Lazio” di Unipol e Censis. Il rapporto ha chiarito la necessità di adeguamento dei modelli di gestione del sistema sanitario e assistenziale: nel 2030 la popolazione del Lazio supererà i 6 milioni di residenti, con una crescita più sensibile della popolazione over 65 che, tra 15 anni, supererà di oltre 200mila unità i giovani fra 15-34 anni.

Per il 71% dei laziali la preoccupazione principale è l’impossibilità di risparmiare unita al mantenimento del tenore di vita e all’incapacità di far fronte alle spese mediche. Timori che, nel 33,2% dei casi, si traducono nella rinuncia a cure mediche.

Il 42,7% dei romani giudica positivamente il funzionamento della sanità regionale, percentuale superiore rispetto al 20,1% dei residenti nelle altre province laziali. A causa però dei lunghi tempi di attesa, il 79,1% dei laziali ricorre alla sanità privata.

Il 41,5% dei romani e il 54,5% dei residenti nelle altre province si dichiarano interessati a strumenti integrativi in campo sanitario.

All'evento hanno partecipato, tra gli altri, Pierluigi Stefanini, Presidente del Gruppo Unipol, Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio, Catia Tomasetti – Presidente Acea, Claudio Di Bernardino – Segretario Generale CGIL Roma e Lazio e Presidente CRU Lazio, Giuseppe Roma – senior advisor della Fondazione Censis, assieme a molti altri esponenti delle istituzioni, delle forze sociali e delle imprese laziali.

Scarica il PDF completo del Rapporto: Rapporto Tornare a crescere. Le opportunità dell’integrazione tra istituzioni economia e territorio. Focus sulle famiglie del Lazio(2015)


Unipol per il Clima

Parte da Torino il progetto pilota coordinato da Unipol per la prevenzione del rischio legato a catastrofi ambientali.

Il progetto Derris, investimento complessivo di 1.3 milioni di euro, prevede un piano di azioni congiunte pubblico-privato per ridurre al minimo i danni causati dal cambiamento climatico alle imprese italiane.

Torino è il primo comune italiano ad aderire a Derris, un progetto finalizzato alla prevenzione e riduzione del rischio nelle piccole e medie imprese derivante da eventi ambientali legati al cambiamento climatico come alluvioni, smottamenti, siccità, tifoni.
Il progetto Derris, che vede il Gruppo Unipol capofila insieme ai partner Città di Torino, Cineas, Anci e Coordinamento Agende 21, prevede la realizzazione di una serie di azioni per trasferire competenze di valutazione e gestione del rischio, la costruzione e diffusione di strumenti per ridurre al minimo i danni per le singole aziende e per i distretti di imprese che verranno testati con le imprese residenti sul territorio di Torino per essere poi diffusi in tutto il paese.
Derris prevede un investimento complessivo iniziale di 1.3 milioni di euro, in parte cofinanziato dalla Commissione Europea all’interno del programma Life+.
Nello specifico si prevede di realizzare:
1 strumento per l’autovalutazione dei rischi;
1 strumento finanziario per sostenere le misure di adattamento al cambiamento climatico;
1 modello di Partnership Pubblico-Privato per la resilienza.
Per quanto riguarda il territorio torinese il calendario di azioni prevede una prima fase (settembre 2015 – ottobre 2016) di analisi e un primo report sulla vulnerabilità complessiva del territorio, e l’identificazione delle aree industriali in cui concentrare l’azione pilota.
Sulla base di questi dati preliminari, il Gruppo Unipol organizzerà delle sessioni per spiegare il progetto e coinvolgere le imprese. Contestualmente sempre con il supporto degli esperti di Risk Management di Unipol verrà realizzato uno strumento in grado di auto valutare il rischio da parte delle PMI in particolare e per elaborare una prima indicazione degli accorgimenti gestionali per prevenire le emergenze.
Successivamente (luglio 2016 – ottobre 2017) Cineas, consorzio universitario no profit, impegnato nella diffusione della cultura del rischio, avvierà un piano di formazione per imprenditori e amministratori pubblici sui rischi legati al cambiamento climatico.

In seguito a partire da luglio 2016 la Città di Torino elaborerà un piano di adattamento, da applicare ad ogni azienda che avrà aderito al progetto (CAAP) e un piano di adattamento di distretto per l’area in cui le imprese sono insediate (IDAP).
Nel corso del progetto Unipol coordinerà un gruppo di lavoro che, attraverso workshop ed interviste con i principali stakeholder, definirà lo strumento finanziario adatto a raccogliere capitali per finanziare la messa in sicurezza delle aziende e dei territori.
Entro la fine del progetto l’ANCI redigerà un documento destinato al Parlamento Italiano ed Europeo in cui saranno riportati gli esiti dello studio, le carenze rilevate e le possibili soluzioni
Infine Coordinamento Agende 21 faciliterà il processo di creazione di una community per l’adattamento in cui coinvolgere nuove PA e nuove imprese che beneficeranno del percorso e degli strumenti per la riduzione del rischio e aumento della resilienza sviluppati dal progetto.
La scelta di Torino quale città pilota del progetto si motiva con la lunga tradizione industriale e con la ancora consistente presenza di un tessuto produttivo avanzato. Il territorio ha già vissuto esperienze traumatiche a causa delle conseguenze di eventi meteorologici estremi, come avvenne con l’alluvione di 15 anni fa. La Città di Torino è, inoltre, parte attiva nelle politiche europee sui cambiamenti climatici, con l’adesione al Patto dei Sindaci e Mayors Adapt e con la redazione dei relativi Piani d’Azione.
L’Italia rappresenta una delle aree più vulnerabili agli impatti attesi dai cambiamenti climatici, secondo uno studio (Desiato et al, 2014 ISAC-CNR) l’aumento della temperatura media è superiore a quello globale ed europeo. In uno scenario di aumento della temperatura entro il 2050 di circa 0,93°, i danni provocati dai cambiamenti climatici potrebbero essere pari al 0,12 – 0,16% del PIL, ammontando a circa 20-30 miliardi di Euro di mancata produzione di beni e servizi con riferimento al PIL del 2009 (Carraro 2008).)
L’obiettivo di Unipol e dei suoi partner è diffondere strumenti e competenze per la valutazione dei rischi, la definizione di piani di disaster recovery per le aree più a rischio.
L’attuale sistema italiano non ha finora previsto l’accantonamento di riserve per far fronte agli eventi catastrofali e ciò determina il fatto che le risorse necessarie per sbloccare gli indennizzi debbano essere individuate di volta in volta, generando grandi difficoltà soprattutto per le PMI.
Senza un intervento pubblico centrale che crei le condizioni per lo sviluppo di un mercato di supporto l’offerta di prodotti di protezione per le catastrofi naturali si limita a un’azione di solidarietà con il territorio che non ha una sostenibilità economica sicura.

Scarica il documento "UNIPOL per il clima: IL CAMBIAMENTO CLIMATICO E IL RUOLO DELLE ASSICURAZIONI IN ITALIA" in formato PDF (4,8MB) "UNIPOL_Clima"


L’impresa contro le disuguaglianze

L’economia sociale in Europa occupa più di 14,5 milioni di lavoratori retribuiti, pari a circa il 7,4% dell’occupazione dell’unione a 15 stati, con un trend di crescita costante, aiutato anche dalle iniziativa della stessa Unione Europea che vede per l’imprenditoria sociale un ruolo di prospettiva. Su questi temi e sul rapporto fra essi e le grandi imprese il Gruppo Unipol promuove una riflessione, nell’ambito della presentazione del proprio bilancio di sostenibilità, raccogliendo la sfida a misurarsi sulle problematiche dei nuovi bisogni e delle nuove responsabilità.

Il Gruppo bolognese, divenuto uno dei player dell’economia nazionale, riafferma in tal modo il proprio radicamento nella solidarietà e nella promozione di progetti di forte utilità sociale. Il Presidente Pierluigi Stefanini sarà a Firenze per ricordare che “la crisi e l’aumento delle disuguaglianze, insieme alle grandi trasformazioni sociali e tecnologiche, fanno emergere nuove esigenze e bisogni, che richiedono una profonda modifica del sistema di protezione”. Il tema 2015 dunque è “Il No Profit & le grandi imprese”.

Quindi la sede scelta non è certo casuale. Si tratta dell’Auditorium Florence Learning Center (Nuovo Pignone, in Via Perfetti Ricasoli, 78 a Firenze, martedì 22 settembre, inizio previsto alle ore 10.00) e parteciperanno una serie di protagonisti impegnati in prima fila, accolti da Massimo Messeri, neopresidente fiorentino di Confindustria e Massimo Biagioni, Presidente del CRU, Consiglio Regionale Unipol della Toscana, che è lo strumento di rappresentanza degli stakeholder del gruppo assicurativo-bancario.

Biagioni osserva che “Siccome non si può sempre chiedere solo agli altri, alla politica e alle istituzioni, Unipol ribadisce la volontà di fare la propria parte, concorrendo alla partita sul fronte del privato sociale, solidaristico e imprenditoriale”. Interverranno Mauro Magatti, professore di Sociologia alla Cattolica, Andrea Ceccherini, Provveditore della Misericordia, Alessandro Martini, Delegato toscano Caritas, Daniela Mori, Presidente Unicoop Firenze, Luca Testoni Eticanews. Conclusioni dell’Assessore regionale alla Salute, al welfare e all’integrazione socio- sanitaria Stefania Saccardi e Pierluigi Stefanini, Presidente Unipol.

Fonte: Consigli Regionali Unipol - Ufficio Stampa


Unipol e la Sostenibilità tra pubblico e privato

Continua la serie di incontri che il Gruppo Unipol dedica ai temi connessi alle politiche di responsabilità sociale, partendo dal proprio Bilancio di Sostenibilità del 2014, che puoi scaricare qui in formato PDF (2,6MB).

Il prossimo 7 luglio alle 17 a Bologna, nell’Aula Giorgio Prodi del Dipartimento di Storia Culture e Civiltà, dell’Alma Mater Studiorum, in Piazza S.Giovanni in Monte, 2, si terrà l’iniziativa dedicata a “Responsabilità sociale tra pubblico e privato. A confronto sulla Sostenibilità del Gruppo Unipol”.

Dopo il saluto di Vincenzo Colla, Presidente CRU dell’Emilia Romagna, Marisa Parmigiani, presenterà il Bilancio di Sostenibilità 2014; a seguire gli interventi di Stefano Bonaccini, Presidente Regione ER; Giuseppina Gualtieri, Presidente Tper; Matteo Lepore, Assessore alle Attività produttive di Bologna; Pierluigi Stefanini, Presidente del Gruppo Unipol; Adriano Turrini, Presidente Coop Adriatica e di Impronta Etica; coordinerà Luca Lambertini, docente al Dipartimento di Scienze Economiche, UniBo.