La ricerca della ‘gioventù perduta’. “Ma c’è un futuro, oltre la paura”

Ormai è diventato uno dei molti luoghi comuni che imperversano nel nostro Paese: l’Italia non è un paese per giovani. Perché, è vero, nascono sempre meno bambini, la popolazione invecchia e, soprattutto, si dedica un’attenzione assai scarsa alle nuove generazioni. Così, tanti giovani, formati nella nostre università, cercano un futuro, sperabilmente migliore, all’estero. Ma anche la ‘vecchia Europa’ invecchia. E invecchiando ha più paura. Paura del nuovo, dei profughi che dal vicino Oriente e dall’Africa, fuggono guerra e carestie. E allora si chiudono o si ri-chiudono i confini e si innalzano nuovi muri, nell’illusione di fermare il mondo che cambia. Senza comprendere che, se correttamente gestito, il flusso di persone giovani da Sud e da Est può, invece, rappresentare la salvezza di una società sempre più anziana e bisognosa di cure e pensioni, costose.

Non c’è però solo questo nel IX Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza sociale in Italia e in Europa, realizzato da Fondazione Unipolis in collaborazione con Demos&Pi e Osservatorio di Pavia, con la direzione scientifica del prof. Ilvo Diamanti, dell’Università di Urbino. Il Rapporto - presentato il 15 Marzo alla Camera dei deputati con gli interventi della Presidente dell’Assemblea di Montecitorio Laura Boldrini, della deputata ed economista Irene Tinagli, dello scrittore Marco Balzano, del direttore di Rainews24, Antonio Di Bella, del presidente di Fondazione Unipolis e del Gruppo Unipol, Pierluigi Stefanini - che quest’anno dedica un dettagliato Focus sui giovani, coglie indubbiamente una realtà evidente, preoccupante e anzi grave, per tanti aspetti. Ma lascia anche intravedere opportunità e speranze, spazi di cambiamento e di prospettive di miglioramento per le nuove generazioni. Certo, è necessario bisogna mutare orientamenti, adottare scelte e politiche che guardino al futuro, al lungo periodo e non solo al presente e all’acquisizione dei consensi nell’immediato da parte dei governanti pro-tempore. Vorrà pur dire qualcosa se oltre i tre quarti degli intervistati si dicono favorevoli agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile al 2030, approvati in sede Onu da quasi 200 paesi, che mirano, per esempio, ad abbattere povertà e disuguaglianza, a garantire acqua potabile e istruzione e cultura a tutti, così come ad attuare scelte economiche e produttive che salvaguardino l’ambiente naturale, combattendo il cambiamento climatico dovuto al riscaldamento del Pianeta.

E i giovani? Sono quelli che in questa fase stanno pagando un prezzo molto alto alla crisi e all’assenza di politiche attive per il lavoro. Tuttavia, se oltre un terzo pensa di trovare migliori opportunità andando all’estero, quasi altrettanti ritengono che per il futuro bisogna puntare su una migliore e più innovativa istruzione e quasi il 20% propende per avviare nuove attività imprenditoriali in campi tecnologicamente più 2 avanzati. Più in generale, ‘i giovani sono quelli che hanno meno paura’. Hanno più fiducia nell’Europa delle persone anziani, sono più aperti agli altri e quindi non vedono nei migranti una minaccia. Insomma, pur con tutte le difficoltà e i problemi, sono assai più fiduciosi nel futuro.

Nel suo commento, il prof. Diamanti spiega che il Rapporto documenta “un aumento dell’ ‘insicurezza globale’, sia in Italia che in Europa, per la quale gioca un ruolo assai rilevante il terrorismo che ha colpito, colpisce e minaccia, mentre i conflitti in corso spingono masse di migranti e profughi ai confini meridionali e orientali dell’Europa, generando paure e richieste di chiusura dei confini e alimentando populismi e antieuropeismo”. Allo stesso tempo, non si può non sottolineare come dai giovani venga un messaggio in buona misura più positivo: “I giovani – sottolinea Diamanti – considerano, realisticamente, problematico il loro ‘futuro’in ambito professionale e sociale. Eppure loro il futuro ce l’hanno. Davanti. Investire sui giovani, rendere il nostro Paese in grado di attrarre i giovani, non solo i nostri, è l’unica soluzione che abbiamo per vincere la paura. E per avere un futuro”.

Intervenendo alla presentazione il presidente Stefanini ha affermato: “Il Rapporto sulla sicurezza e insicurezza sociale di quest’anno, evidenzia, accanto alle forti preoccupazioni dei cittadini per il perdurare degli effetti della crisi economica e sociale, del grave attacco terroristico come dei conflitti in atto che sono in gran parte all’origine dei massicci flussi di profughi e di migranti verso l’Europa, anche una grande volontà di reazione. Devono essere interpretati così – a mio parere – i dati che emergono nel focus dedicato ai giovani. C’è voglia di scommettere sul futuro, su una istruzione e una ricerca innovative, di impegnarsi per dare vita a nuove attività imprenditoriali capaci di utilizzare le nuove tecnologie per creare opportunità di lavoro e di risposta alle esigenze sociali. Credo che compito di ciascuno di noi, nelle imprese, come nelle istituzioni, nel sociale come nella politica, sia quello di determinare un impegno comune perché le legittime aspirazioni dei giovani a un società più giusta si trasformino i progetti e iniziative concrete”.

Anche questa IX edizione del “Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza sociale in Italia e in Europa” si articola in due parti: la prima, consiste in una indagine realizzata da Demos&Pi su un campione rappresentativo della popolazione italiana, su un campione della popolazione di altri quattro paesi europei (Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna), che analizza la “percezione” dei cittadini rispetto alle questioni della sicurezza e dell’insicurezza; la seconda, in una rilevazione, effettuata da Osservatorio di Pavia, dei sette Telegiornali nazionali italiani e dei Tg delle testate pubbliche di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna.

Scarica il Rapporto sulla sicurezza (marzo 2016) in formato PDF (4,6MB)


Nasce Asvis, l’Alleanza per un’Italia sostenibile

Oltre 80 tra le più importanti istituzioni e reti della società italiana hanno accettato la sfida: far crescere la cultura della sostenibilità e contribuire alla definizione di una strategia di sviluppo sostenibile che valorizzi il capitale economico, naturale, umano e sociale del Paese.

Dall’eliminazione della povertà alla crescita economica e alla buona occupazione, dal consumo responsabile alla riduzione delle disuguaglianze, dal contenimento del cambiamento climatico all’educazione di qualità per tutti, dalla lotta a tutte le forme di discriminazione contro le donne all’impegno contro la corruzione. I 17 obiettivi e i 169 target dell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030, adottati a settembre 2015 dai paesi delle Nazioni Unite, impongono all’Italia un profondo cambiamento, al quale tutti sono chiamati a contribuire con forte senso di responsabilità. Infatti, a differenza dei precedenti Millennium Development Goals (MDGs 2001–2015), i Sustainable Development Goals (SDGs 2016-2030) impegneranno anche i paesi più sviluppati. Si impongono, quindi, fin d’ora scelte lungimiranti per assicurare il futuro dell’Italia, dell’Europa, del mondo.

Per contribuire a questo processo, e far sì che il nostro Paese realizzi quanto stabilito dall’Agenda Globale 2030, è stata creata l’ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, presentata l'11 Marzo alla Camera dei Deputati (Sala della Regina) alla presenza della Presidente, Laura Boldrini, e del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti. Nata su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata” per far crescere nella società, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda Globale e mobilitare tutti i diversi soggetti per realizzarne gli obiettivi, l’ASviS riunisce già 80 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile del nostro Paese.

L’obiettivo principale dell’ASviS è quello di sensibilizzare e responsabilizzare ogni componente della società, politici, imprenditori e manager, cittadine/i, affinché l’Italia raggiunga gli obiettivi assunti in sede ONU nei tempi stabiliti. L’ASviS intende mettere in rete tutti i soggetti impegnati nel raggiungimento di uno o più dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per diffondere la cultura della sostenibilità a tutti i livelli, orientare modelli di produzione e di consumo, analizzare le implicazioni e le opportunità per l’Italia legate all’Agenda Globale 2030, contribuire alla definizione di una strategia nazionale per il conseguimento degli SDGs e alla realizzazione di un tempestivo e dettagliato sistema di monitoraggio. Infatti, ogni paese si è impegnato a definire una propria strategia che consenta di raggiungere i 17 obiettivi e l’ONU svolgerà un monitoraggio continuo dello stato di attuazione dei piani nazionali. Sarà rispetto a tali parametri che ciascun paese, e non solo i governi in carica, verrà valutato: per questo l’attuazione dell’Agenda richiede forte coinvolgimento e piena assunzione di responsabilità da parte di tutte le componenti della società.

“Con l’Approvazione dell’Agenda Globale 2030 – sottolinea il presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini - tutti i paesi del mondo dovranno valutare il proprio “stato di salute” attraverso una serie di parametri, obiettivi e target interconnessi, che contemplano aspetti economici, sociali, giuridici, umani, tecnologici, ecc. Raggiungere i 17 SDGs è un impegno e un’ambizione per tutti i paesi che, consapevoli dei rischi connessi a uno sviluppo non più sostenibile, dovranno mettere in atto un cambiamento capace di garantire il futuro della generazione attuale e di quelle che verranno”. Rispetto agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, l’Italia presenta alcuni punti di forza, come l’alta aspettativa di vita in buona salute, una significativa quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, e, purtroppo, molti punti di debolezza, tra cui l’alto livello di percezione della corruzione, l'elevato tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, le scarse competenze in lettura, matematica e scienze, l’alto abbandono scolastico, significative disuguaglianze di genere, elevati rischi ambientali.

“Sottoscrivendo l’Agenda Globale 2030 – evidenzia Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS - l’Italia ha scelto un futuro fatto di sviluppo economico che rispetti i limiti ambientali e sia, al contempo, in grado di assicurare educazione per tutti e benessere psico-fisico a tutte le età, di ridurre nettamente le disuguaglianze tra ricchi e poveri, di eliminare le discriminazioni e la violenza contro le donne, di piena occupazione e di elevata qualità dell’ambiente. Gli obiettivi che l’Italia si è impegnata a raggiungere disegnano, finalmente, un concetto dello sviluppo sostenibile che travalica la dimensione puramente ambientale, alla quale è stato, per troppo tempo, erroneamente ridotto. Per questo la sfida è ancora maggiore e a tutti viene chiesto di contribuire per migliorare la qualità della vita e ridurre la vulnerabilità del nostro Paese ai futuri shock che scienziati, economisti, sociologi indicano come probabili. Da questo punto di vista, siamo tutti paesi in via di sviluppo sostenibile”.

L’Agenda Globale 2030, infatti, riconosce l’attuale modello di sviluppo come insostenibile sul piano ambientale, economico e sociale, e ne propone uno nuovo basato sulla conservazione o l’aumento delle varie forme di capitale economico, naturale, umano e sociale. Inoltre, rende evidente che un processo teso alla piena sostenibilità non può prescindere da iniziative politiche volte a rimuovere le discriminazioni economiche, giuridiche, sociali e culturali che ancora sussistono tra ‘generi e generazioni’. Per questo, nella strategia delineata dall’Onu assumono un ruolo cruciale, oltre l’equa distribuzione delle risorse e la buona governance, la difesa dei diritti fondamentali della persona, l’istruzione, la salute e l’eliminazione delle discriminazioni di genere.

“Il mondo dell’università e della ricerca – aggiunge Giuseppe Novelli, Rettore dell’Università di Roma ‘Tor Vergata’ – può svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo di innovazioni capaci di ridurre i costi di transizione alla sostenibilità e nella formazione di una nuova generazione di persone qualificate, in grado di orientare alla sostenibilità tutte le attività umane. Per questo la nostra Università ha fatto dello sviluppo sostenibile la sua missione”.

All’ASviS possono aderire associazioni delle parti sociali, reti di associazioni della società civile, associazioni di enti territoriali, università, centri di ricerca pubblici e privati e le relative reti, associazioni di soggetti attivi nei mondi della cultura e dell’informazione, fondazioni e reti di fondazioni, soggetti italiani appartenenti ad associazioni e reti internazionali attive sui temi dello sviluppo sostenibile.

Per ulteriori informazioni si veda il sito www.asvis.it, dove è disponibile anche la traduzione italiana dei 17 obiettivi e dei 169 target dell’Agenda Globale 2030.


Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza in Italia e in Europa

Martedì 15 marzo 2016 la Camera dei deputati ospita la presentazione della IX edizione del “Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza in Italia e in Europa” dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, realizzato da Fondazione Unipolis insieme a Demos&Pi e all’Osservatorio di Pavia. I lavori, con inizio alle ore 15, saranno aperti dal saluto della Presidente On. Laura Boldrini. Il Rapporto sarà illustrato da Fabio Bordignon, responsabile di ricerca DemosΠ  Antonio Nizzoli  e Paola Barretta, dell’Osservatorio di Pavia. Seguiranno il commento di Ilvo Diamanti, docente all’Università di Urbino e direttore scientifico Demos&Pi, e gli interventi di Marco Balzano, docente e scrittore; Antonio Di Bella, direttore RaiNews24; Irene Tinagli, economista e docente all’Università Carlos III di Madrid; Pierluigi Stefanini, presidente Gruppo Unipol e Unipolis. Coordina Walter Dondi , direttore di Unipolis.

Per partecipare è necessario registrarsi inviando una mail all’indirizzo: info@fondazioneunipolis.org

I risultati dello studio condotto su 5000 persone di 5 stati, emerge che solo una quota minoritaria della popolazione crede nel trattato di Schengen e si dice convinta a mantenere la libera circolazione fra gli stati. La maggioranza quindi chiede il ritorno della sorveglianza alle frontiere.

Il rapporto completo sarà disponibile il 15 marzo prossimo

 


Al via i lavori per il primo ortoalto di Torino

Sono partiti i lavori per la realizzazione dell'ortoalto sul tetto del ristorante Le Fonderie Ozanam, nell'ex complesso industriale di via Foligno 14 a Torino, una collaborazione tra la start up di innovazione sociale OrtiAlti, ideatrice del progetto, le cooperative sociali Meeting Service e Atridea,  l’agenzia di comunicazione quattrolinee e sostenuto da contributi offerti da soggetti privati, tra i quali Unipolsai.

300 metri quadri di giardino pensile coltivato ad orto, che fornirà vegetali freschi al ristorante sottostante, diventerà un nuovo spazio di aggregazione e animazione per tutte le associazioni del cortile e del quartiere, e aprirà nuove opportunità di lavoro per le cooperative sociali coinvolte.

Un primo tassello di riqualificazione e valorizzazione di un edificio di proprietà della Città di Torino, la ex stamperia di lamiere SIMBI, costruita nel 1938 dall’architetto bulgaro Nicolaj Diulgheroff, esempio di architettura “futurista” che oggi versa in stato di degrado, bene comune da preservare e curare.

L’ortoalto Le Fonderie Ozanam è l’intervento pilota con cui gli architetti Elena Carmagnani e Emanuela Saporito, fondatrici di OrtiAlti, sperimenteranno il loro modello di innovazione sociale.
L'ortoalto, grazie alla tecnologia per il verde pensile che viene impiegata, permette infatti di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, abbassare le isole di colore urbano e favorire la biodiversità. Ma l'ortoalto è molto di più, perché favorisce la partecipazione delle comunità di abitanti nella sua cura e gestione, produce vegetali Km0 che possono innescare nuove micro-economie alla scala del quartiere e costruisce occasioni di inserimento lavorativo e di animazione dei nuovi spazi.

A un anno dal premio We-Women for Expo di Padiglione Italia che la startup si è aggiudicata con il progetto di imprenditoria femminile OrtiAlti, prende forma la prima realizzazione che sarà completata nel mese di aprile e, a partire dalla primavera, diventerà la sede di un ricco calendario di attività per il quartiere.

L’intervento è stato possibile grazie alla capacità di OrtiAlti di aggregare finanziatori e facilitare sinergie fruttuose tra istituzioni, imprese, cooperative sociali e associazioni, che non solo lavoreranno insieme alla realizzazione dell’ortoalto, ma, grazie al coordinamento di Elena ed Emanuela, co-progetteranno le attività di animazione dello spazio, con l’obiettivo sul lungo periodo di aprire sempre più il cortile di Casa Ozanam e l’ortoalto al quartiere e alla città.

Ortoalto Le Fonderie Ozanam è un progetto autofinanziato e sostenuto da contributi offerti da soggetti privati (Fondazione Magnetto, Baghi srl, Imam Ambiente, Unipolsai, Harpo) che, a vario titolo, hanno supportato e sponsorizzato l’intervento per un totale di 100.000 euro.

La storia del progetto e le informazioni sulle iniziative in corso si possono seguire sul sito: http://www.ozanam.ortialti.com/ e sulla pagina fb https://it-it.facebook.com/OrtiAlti.


Convegno promuovere la cultura della Prevenzione per la sicurezza nei luoghi di lavoro

Quanto è importante diffondere la cultura della ‪prevenzione‬ per la ‪sicurezza‬ nei luoghi di lavoro? Se ne è parlato a Torino il 18 Febbraio al convegno organizzato da Unisind.

 

L’attenzione alla prevenzione e alla sicurezza è una delle battaglie sindacali più importanti per la tutela del mondo del lavoro. L’importanza di questo tema, e dell’approccio col quale viene affrontato, non è soltanto etica ma pragmatica, poiché i costi sociali della non-sicurezza si rivelano nel tempo più pesanti della non-prevenzione.

Come per tutte le istanze collettive, in tema di sicurezza e prevenzione non si può prescindere da un confronto – anche serrato – fra tutti i protagonisti di un meccanismo delicato, fatto di imprese, istituzioni, rappresentanze e oltre naturalmente all’attore più importante: il lavoratore. Da tale necessità di dialogo costante, equilibrato e profondo ha preso le mosse l’iniziativa, promossa da Unisind con i propri soci, dal titolo La cultura della prevenzione e della sicurezza sui luoghi di lavoro che ha avuto luogo giovedì 18 febbraio presso la sala conferenze del Gruppo Abele, in corso Trapani 95 a Torino.

Il confronto, organizzato in forma di tavola rotonda, ha coinvolto sei protagonisti dal mondo della rappresentanza sindacale e datoriale, per fare il punto su un tema dai contorni in rapida trasformazione, offrendo modelli, strumenti, soluzioni operative disponibili anche alla luce dei mutamenti che hanno attraversato negli anni recenti il mondo dell’impresa e del lavoro.

Ha aperto il dibattito Enrica Valfré, Segretario generale CGIL Torino, tratteggiando il quadro di regole, istituti, servizi offerti ai lavoratori che definiscono l’azione di tutela del sindacato in questo campo. nel corso dell’intervento ha ricordato la peculiare attitudine alla cooperazione fra le istituzioni e le parti sociali che caratterizza il territorio torinese su questa materia, e richiamato alla memoria il noto studio svolto negli anni 70 dal sindacato con il servizio di medicina del lavoro a Mirafiori.

Dopo aver fatto una quantificazione sull’incidenza degli infortuni e delle malattie professionali nell’area torinese territorio, Domenico Lo Bianco, Segretario generale CISL T orino Canavese, ha proposto alcune chiavi di lettura sulle tendenze in atto. Fra queste, ha denunciato il pericolo insito nel contenimento eccessivo dei costi su appalti pubblici al massimo ribasso che inevitabilmente intaccano le spese per la sicurezza. Inoltre ha stato ricordato il cambiamento profondo che sta attraversando molta parte di un mondo del lavoro sempre più occupato in processi produttivi che, se riducono sensibilmente la pericolosità delle mansioni e delle attività, per altro verso portano alla luce problemi inediti, legati ai ritmi veloci e allo stress da essi generato.

Una lettura politica del fenomeno è stata offerta da Gianni Cortese, Segretario generale UIL Piemonte e Torino, che si è soffermato sui molti fattori esterni che influiscono sulla capacità reale di prevenire i rischi, spesso caratterizzati anche da una matrice culturale: la sensibilità limitata che permane verso una quota di imprenditori, la regolamentazione non sempre applicata, la crisi che modifica il modo stesso di fare impresa. Una crisi che ha ridotto il montante di ore lavorate, al quale va riferita almeno in parte la riduzione degli infortuni che in questi anni si è registrata.

Roberto Rinaldi, del Servizio sindacale all’Unione Industriali di Torino, è intervenuto sull’importanza della bilateralità, sostenendo che la consapevolezza dei rischi corsi è la miglior forma di tutela anche per l’impresa. Nel suo intervento ha ricordato un progetto sperimentato in un’azienda del territorio, realizzato grazie all’accordo fra imprenditori e sindacati, che testato l’impiego delle tecnologie ICT e della sensoristica per sollecitare i lavoratori all’uso corretto dei presidi di sicurezza: se non correttamente indossati dagli operatori al passaggio sotto i portali, suonava un allarme in officina. Ha inoltre sottolineato l’importanza delle attività di sensibilizzazione sulla sicurezza in tutti gli aspetti della vita, non solo professionale, da proporre alle scuole, alle prossime leve di lavoratori.

Il video dell'intervento conclusivo di Pierluigi Stefanini  (guarda su Facebook)

 

Le foto dell'evento


Strumenti per capire e utilizzare meglio le polizze

Come funzionano le polizze malattia? Cos'è l'RC professionale? Perché dovrei fare una pensione integrativa?

Districarsi tra le diverse tipologie di polizze assicurative non sempre è facile. Tra i tanti prodotti disponibili è importante capire qual'è quello più adatto alle nostre personali esigenze. È per questo che Unipol mette a disposizione uno strumento per capire e utilizzare meglio le polizze. Approfondimenti scritti e video che utilizzano un linguaggi chiaro e semplice per capire come proteggere al meglio noi, le nostre famiglie, la nostra casa, le nostre attività

Ecco il link "Gli strumenti per capire e utilizzare meglio le polizze"

Leggere di più


Nuova vita agli spazi abbandonati con il bando culturability di Fondazione Unipolis

400 mila euro per progetti culturali e sociali innovativi
che rigenerano vuoti urbani, ex siti industriali, edifici degradati
La call è aperta dal 15 febbraio al 15 aprile

Al via la terza edizione del bando culturability promosso da Fondazione Unipolis: 400 mila euro per progetti culturali e sociali innovativi che rigenerano e danno nuova vita a spazi, edifici, ex siti industriali, abbandonati o in fase di transizione. Cultura, innovazione e coesione sociale, collaborazione, sostenibilità economica, occupazione giovanile: questi gli ingredienti richiesti per riempire di creatività questi vuoti e restituirli alle comunità.

La call “culturability – rigenerare spazi da condividere” è aperta dal 15 febbraio al 15 aprile 2016. Al bando possono partecipare organizzazioni no profit, imprese private che operano in campo culturale ricercando un impatto sociale e team informali con prevalenza di under 35. I progetti dovranno essere inviati online tramite il sito www.culturability.org.

Fra le proposte pervenute, ne saranno selezionate 15 che avranno l’opportunità di partecipare a un percorso di formazione nei mesi di giugno e luglio. Tra queste, a settembre una Commissione di Valutazione selezionerà i 5 progetti finalisti che riceveranno 50 mila euro ciascuno e continueranno l’attività di mentoring. Gli altri 150 mila euro saranno utilizzati per realizzare le attività di formazione e accompagnamento per l’empowerment dei team, rimborsi spese per partecipare ai programmi di supporto.

Sin dalla sua prima edizione, il bando culturability ha sostenuto progetti di innovazione culturale con un impatto sociale promossi dai giovani. Quest’anno Fondazione Unipolis ha scelto di indirizzare il bando specificamente a iniziative di rigenerazione, con l’obiettivo di intercettare proposte rappresentative di un nuovo modo di produrre e fruire cultura nei diversi territori del Paese. Negli ultimi anni sono cresciute anche in Italia le esperienze di rigenerazione urbana. Progettualità differenti che vanno dal recupero di edifici abbandonati a percorsi di rivitalizzazione di quartieri periferici, passando per il riuso di spazi sottoutilizzati. In molte di queste esperienze, la cultura rappresenta il punto di partenza per avviare progettualità dal forte impatto sociale, che nascano dal basso all’insegna di processi di collaborazione e co-progettazione tra cittadini, organizzazioni private e istituzioni pubbliche. All’origine, c’è la disponibilità di edifici inutilizzati (oltre sei milioni quelli mappati), ma anche la diffusione di nuove logiche di sostenibilità e partecipazione territoriale. Attraverso il bando culturability, Fondazione Unipolis intende contribuire a far emergere e sostenere queste progettualità.

Il video che racconta il bando

https://vimeo.com/155157544


Intervista a Franco Pellino AD di Unisind

Il 18 febbraio a Torino si svolgerà il convegno dal titolo "Promuovere la cultura della Prevenzione per la sicurezza nei luoghi di lavoro  organizzato da Unisind in collaborazione con Unipol-Sai, CGIL, CISL, UIL e CRU Unipol

 

Abbiamo incontrato Franco Pellino AD di Unisind.
FRANCO_PELLINO

 

 Ci racconta come è nata UNISIND?
Unisind è un progetto nato nel 2008 da 18  agenzie del gruppo Unipol della provincia di Torino e dalle delegazioni di CGIL, CISL e UIL provinciali. Sentivamo l’esigenza di individuare delle nuove modalità per la gestione delle convenzioni assicurative.
Nel 2009 è stata creata la società di cui sono stato nominato Amministratore Delegato. In consiglio di amministrazione siedono i rappresentanti di CGIL, CISL, UIL provinciali e due agenti Unipol-SAI della provincia di Torino. Le agenzie Unipol hanno il 49%, CGIL, CISL, UIL si dividono il restante 51% paritariamente.
Nel tempo hanno aderito al progetto Unisind altre agenzie provenienti da gruppi acquisiti da Unipol Assicurazioni e oggi sono complessivamente 39.

 

Qual’è la “mission” di Unisind?
 L’obiettivo di Unisind è quello di offrire ai lavoratori dipendenti dei prodotti assicurativi vantaggiosi attuando il principio di circolarità della clientela tra le agenzie e supportando la vendita con personale formato. Gestendo i rapporti con il sindacato non sporadicamente ma in modo costante e continuo, si riescono a creare dei legami duraturi e delle connessioni dirette con il territorio. Questo ci permette infatti di dialogare con la base e con i rappresentanti sindacali offrendo strumenti assicurativi a costi ragionevoli che vanno in contro alle reali esigenze delle persone.

 

Quella di Unisind viene considerata una “best practice” ed è un’esperienza unica nel panorama italiano. Pensa che sia replicabile in altre provincie?
 Sì, è assolutamente un’esperienza replicabile in altre realtà, purché ci siano determinate condizioni. Prima di tutto una forte coesione (quasi un’amicizia) tra gli agenti.  È infatti indispensabile riuscire a creare un clima di totale collaborazione. E poi voglia di investire denaro e forza lavoro. I costi del progetto sono difatti a carico degli agenti. Qui a Torino però i risultati oggi ci premiano e abbiamo emesso dal 2009 quai 38.000 contratti in convenzione Unisind.

 

Quali sono altri fattori che hanno determinato il successo di questa esperienza? 
Il grande supporto di Unipol-Sai che ci permette di offrire condizioni effettivamente molto vantaggiose. Inoltre il sindacato ha superato il vincolo dell’esclusività dell’iscrizione sindacale. Quando entriamo in contatto con un rappresentante sindacale estendiamo la convenzione a tutti i dipendenti anche se non iscritti al sindacato e ai loro familiari conviventi. Questo ci ha permesso di ampliare moltissimo il numero di clienti potenziali.

Il 18 Febbraio prossimo avete organizzato un incontro dal titolo "Promuovere la cultura della Prevenzione per la sicurezza nei luoghi di lavoro" . Perché avete scelto questo tema?
Nel 2016 vorremmo proporre un ciclo di incontri con tematiche relative al lavoro dipendente. Siamo partiti dalla sicurezza perché noi offriamo dei prodotti assicurativi che tutelano il patrimonio del lavoratore ma la migliore tutela della salute è la sicurezza sul lavoro.

Cosa si può fare per aumentare la sicurezza sul lavoro?
Il 18 ne parleremo in maniera approfondita con diversi esperti. Personalmente penso che sia importante puntare, anche con l’aiuto dei sindacati, sulla prevenzione e soprattutto sulla formazione, sia degli imprenditori che dei lavoratori.  È solo attraverso la formazione che si ottiene la consapevolezza del rischio.


Promuovere la cultura della Prevenzione per la sicurezza nei luoghi di lavoro

PROMUOVERE LA CULTURA DELLA PREVENZIONE

PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

Quanto è importante diffondere la cultura della prevenzione‬ per la sicurezza‬ nei luoghi di lavoro? Se ne parlerà al convegno che si svolgerò a Torino il prossimo 18 Febbraio 2016

Ecco il programma.

TORINO, 18 FEBBRAIO 2016
SALONE DELLE “E” - GRUPPO ABELE, CORSO TRAPANI 95

16:30 Welcome coffee e registrazione dei partecipanti

16:45 SALUTO DI BENVENUTO

Don Luigi Ciotti, Presidente Libera

17:00 APERTURA DEI LAVORI

Mauro Casucci, Presidente Unisind

17:15 TAVOLA ROTONDA
Enrica Valfré, Segretario generale Cgil Torino
Domenico Lo Bianco, Segretario generale Cisl Torino Canavese Gianni Cortese, Segretario generale Uil Piemonte e Torino Paolo Alberti, Segretario CNA Torino
RobertoRinaldi, ServiziosindacaleUnioneIndustrialiTorino Nanni Tosco, Consiglio Indirizzo e Vigilanza INAIL
Francesco Brizio, Consigliere delegato Città Metropolitana di Torino e Sindaco di Ciriè

MODERA Annalisa Magone, giornalista e presidente Torino Nord Ovest

Durante l’incontro sarà proiettato il video Sicuri per mestiere sulla costruzione della Torre Unifimm a Bologna, best practice di cantiere a incidenti zero. Commenterà il progetto Paolo Zaccarelli, Direttore Risorse Umane CMB

19:00 CONCLUDE I LAVORI
Pierluigi Stefanini, Presidente Unipol Gruppo

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