Instant Articles Facebook per il web magazine CRU Unipol

Nell’ottica di migliorare la nostra dinamicità comunicativa ed essere sempre al passo con le novità anche nel mondo digitale, abbiamo recentemente attivato per la nostra pagina Facebook dei CRU gli Instant Articles.

In pratica è una funzione che permette una lettura delle news su Facebook da smartphone ottimizzata e molto più veloce. Fino a poche settimana fa questa funziona era disponibile solo per alcuni editori selezionati a livello internazionale e in Italia solo per la pagina Facebook de La Stampa che l'ha potuta testare in anteprima.

Dal 12 Aprile Facebook l’ha resa disponibile a tutti però definendo dei criteri precisi sia in termini di impostazione del sito che di configurazione della pagina Facebook, tanto che per essere abilitati alla pubblicazione è necessario fare una richiesta che viene verificata caso per caso dal team di Facebook.

La navigazione da smartphone ha raggiunto percentuali altissime (nella maggior parte dei casi sopra al 60%) e Facebook Instant Articles punta quindi ad offrire una migliore fruizione degli articoli e una maggiore velocità per cercare di non perdere quella grande fetta di lettori che non ha pazienza di aspettare più di tanto che si apra la pagina con i contenuti di loro interesse, soprattutto se sono in zone dove la connessione dati non è ottimale.

Di seguito le immagini di come appaiono i contenuti sulla pagina Facebook di CRU Unipol sugli smartphone.

Così appaiono le anteprime dei post/articoli sulla pagina (da notare il piccolo fulmine nella foto in alto a destra che identifica gli Instant Articles):

Instant_Articles_CRU_Unipol_Redesign

 

Così vengono visualizzati gli articoli:

Instant_articles_CRU_Unipol_Redesign_Bologna_1


Sicurstrada Live 2016 a Mogliano Veneto e Pordenone

Prosegue l’impegno di Unipolis che, con il Progetto Sicurstrada, vuole portare la cultura della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile in particolare tra i giovani.

Venerdì 29 aprile in collaborazione con Coop Alleanza 3.0, è stato allestito uno spazio all’interno della galleria commerciale di Mogliano Veneto con materiali informativi sulla sicurezza stradale e la mobilità sostenibile, insieme a gadget, a disposizione dei visitatori, che hanno potuto provare un simulatore di guida, con l’assistenza di un istruttore.

Nella mattinata di sabato 30 aprile, invece, si è tenuto un incontro con gli studenti, nell’Aula Magna della Casa dello Studente di Pordenone. I ragazzi delle quarte e quinte classi del Liceo “G. Leopardi – E. Majorana” sono stati chiamati a partecipare attivamente all’iniziativa, diventando i veri protagonisti di un incontro dedicato alla guida sicura e alla mobilità sostenibile. Gli studenti si sono confrontati con esperti e amministratori locali e si sono messi alla prova con il simulatore Safety Driver, in grado di ricreare molte delle situazioni di criticità nelle quali ci si può trovare se non si adottano comportamenti corretti alla guida, che è stato donato alla scuola per proseguire la loro formazione.

La Fondazione Unipolis e Unipol, con il progetto Sicurstrada, sviluppano il loro impegno per far crescere la cultura della sicurezza stradale mettendo al centro gli utenti più deboli della strada: pedoni e ciclisti, così come  i giovani che, insieme agli anziani, sono quelli maggiormente colpiti. I più esposti, cioè, ai rischi di un traffico sempre più congestionato, che soffoca i territori urbani e i loro abitanti. Infatti, parlare oggi di sicurezza stradale significa affrontare, in primo luogo, i problemi di una mobilità sostenibile e di un nuovo assetto viario.

13123149_1208026085882734_4507280978383761156_o 13116342_1207340582617951_1331460375197178572_o 13116163_1207340505951292_8464404119672074107_o

Per altre foto e informazioni www.sicurstrada.it


La Unipol finanzia il Coc portatile al Comune di Olbia

L'alluvione del 2013 di Olbia ha fatto capire quanto sia importante avere a disposizione strumenti tecnologici efficienti per gestire al meglio le situazioni di emergenza. È questo il motivo per cui il comune si è dotato di un COC (Centro Operativo Comunale) portatile finanziato dalla compagnia UNIPOL SAI, con un costo totale 80 mila euro, metà proveniente dagli agenti Unipol e l’altra metà dalla compagnia madre.

La struttura è sta presentata il 2 Maggio nell’aula consiliare dall’Amministrazione comunale alla presenza del sindaco Giovannelli e dell’assessore Russu, e dai responsabili della compagnia Unipol Sai: Il direttore generale Matteo Laterza e i rappresentanti degli agenti, Jean Francois Mossimo, presidente del GASAI ed Enzo Sivori, pres. AAU.

Sebastiano Bellu, responsabile del progetto, ha spiegato come il sistema, perfettamente integrato con tutti gli altri apparati di protezione civile, garantisca al centro operativo comunale di essere sempre attivo e trasportato dove serve, permettendo le comunicazioni anche in caso di taglio della luce.


Lampi di Ingegno. Start up e territorio: come crescere insieme

Le startup, la nuova imprenditoria, le contaminazioni fra imprese tradizionali ed idee innovative sono al centro dell’evoluzione economica del nostro territorio. A questi temi è stata dedicata l’edizione 2016 di CNA Next Emilia Romagna che quest’anno si è svolta a Forlì, giovedì 26 Aprile presso l’Auditorium San Giacomo, organizzata in collaborazione con la Regione Emilia Romagna col patrocinio del Comune di Forlì, col sostegno di Unipolsai Assicurazioni e Assicoop Romagna Futura e numerosi sponsor tecnici.

L’iniziativa, che quest’anno ha avuto come titolo “Lampi di ingegno. Startup e territorio: come crescere insieme”, è stata organizzata da CNA Giovani Imprenditori e CNA Comunicazione e Terziario Avanzato dell’Emilia Romagna e di Forlì-Cesena.
Dopo il saluto Davide Drei, Sindaco di Forlì e l’introduzione di Marianna Panebarco, Presidente CNA Giovani Imprenditori dell’Emilia Romagna si sono susseguiti diversi relatori tra i quali Marco Biocchi Pichi, Presidente ItaliaStartup, Ernesto Belisario, Senior Partner Studio legale E-lex, Matteo Piras, Presidente StarsUp, Stefania Milo, Presidente CNA Giovani Imprenditori nazionale.
Durante la mattinata sono state presentate anche delle “Startup Stories”, casi aziendali eccellenti di startup che hanno avuto successo. Tra loro Italdron di Ravenna, Panreale di Modena, Turingsense Eu Lab di Forlì, Medicalbox di Parma e Trail me up di Cesena oltre all’esperienza di Rockin 1000.
La mattinata è stata dunque dedicata alla presentazione dello scenario, di alcuni strumenti e delle opportunità rivolte al mondo delle startup innovative e non, indagando le nuove tendenze ed evidenziando il valore che può esserci per il territorio grazie all’interazione e alla contaminazione con nuove imprese dinamiche in grado di innovare la tradizione.  Nel pomeriggio si è poi svolto un workshop con Amazon, rivolto gratuitamente alle imprese digitali che gestiscono e-commerce o imprese che hanno un e-commerce o vorrebbero attivarlo entro 6 mesi. Al workshop dal titolo“Come integrare il proprio sito di e-commerce con Amazon” ha partecipato Dario Mastrocinque (Marketplace Amazon Italia).

Le Startup innovative in Emilia Romagna iscritte al registro speciale della camera di commercio sono oltre 630, a fronte di oltre 5500 in Italia, mentre le Pmi innovative in Emilia Romagna sono 13 contro le 152 a livello nazionale. Molte sono poi le neoimprese innovative che non presentano tutti i criteri necessari per iscriversi nei registri speciali sopra citati ma che portano valore al nostro paese e spesso servono da volano di sviluppo per un territorio. I giovani imprenditori associati alla CNA dell’Emilia Romagna sono quasi 14.000, di cui 2.200 nella provincia di Forlì-Cesena.


Una riflessione sulle periferie

In occasione del 50° anniversario della fondazione del rione Pilastro a Bologna, CUBO (spazio culturale Centro Unipol Bologna) partecipa alla rassegna promossa dal Comune di Bologna #PrimaveraPilastro2016 che da marzo a luglio animerà la zona coinvolgendo istituzioni, privati, associazioni e semplici cittadini.

Dal 22 al 30 aprile gli spazi di CUBO diventano un luogo di dialogo e riflessione sul tema delle periferie e delle aree urbane che sono sempre più campo di sperimentazione di nuovi modelli sociali, economici e istituzionali centrati sulla cooperazione fra enti pubblici, privati e di comunità.

Da segnalare inoltre il convegno sulla rigenerazione delle periferie "La città cooperativa per lo sviluppo delle periferie"  in programma il 26 Aprile dalle 9.30 alle 17.00. Dopo i saluti istituzionali di Pierluigi Stefanini Presidente del Gruppo Unipol, Christian Iaione UniMarconi e LUISS LabGov coordina i contributi e il dibattito sono previsti gli interventi di Francesco Evangelisti e Ilaria Daolio Comune di Bologna, Eris Giannella Camelot Officine Cooperative, Ivan Stomeo Sindaco di Melpignano (LE), Aldo Bonomi AASTER, Maurizio Franzini Università La Sapienza di Roma, Giovanni Ferrero Comune di Torino, Manuela Marani Associazione L’Altra Napoli, Pasquale Calemme Fondazione San Gennaro, Roberta Paltrinieri Università di Bologna, Giovanni Laino Università Federico II di Napoli, Flaviano Zandonai Euricse, Paolo Venturi AICCON, Francesca Battistoni e Giulia Sateriale Social Seed.

Il programma completo  della rassegna in formato PDF.


Presentata l'indagine "Economia della Terra"

La terra, intesa come l’ambiente naturale con le sue ricchezze, le attività produttive e trasformative, i giacimenti di cultura, le tradizioni delle società, è la risorsa al centro di una ricerca presentata oggi, promossa da Unipol con il Consiglio Regionale Unipol Calabria, e realizzata dall’Università della Calabria con il centro di ricerca Torino Nord Ovest, con l’obiettivo di avviare una riflessione sul futuro del territorio calabrese a partire dal rapporto fra imprese, istituzioni e risorse ambientali.

Al cuore dell’indagine è l’identificazione del profilo di una Economia della terra dove settori e prodotti si intrecciano, modelli di impresa diversi si sovrappongono, produzione e i servizi si mescolano, il lavoro si modifica e si specializza, la ricerca e l’innovazione hanno peso crescente, le opportunità cambiano. Un sistema in cui attori pubblici e privati si muovono alla ricerca di prospettive e di collaborazione, rafforzando l’idea che il Made in Italy non è esclusivamente manifattura.

Al contrario esiste un Made in Italy della terra, dove le componenti intangibili del valore sono radicate nell’impresa agricola e zootecnica, non più semplici produttrici di commodities che l’industria alimentare s’incaricherà di trasformare e “rivestire” di contenuti immateriali, ma attori strategici di una filiera sempre più spesso governata o integrata. Esiste un Made in Italy della distribuzione, pensando all’esperienza non solo di Eataly (la più nota) ma anche dei tanti esercizi commerciali capaci di creare valore attraverso l’investimento nel contenuto esperienziale. Ed esiste un Made in Italy dell’accoglienza e della ristorazione, ancorato alle qualità del territorio ma al tempo stesso intrecciato alle reti internazionali della promozione, che gioca un ruolo chiave nella mobilitazione dell’incoming turistico fatto di visitatori, residenti temporanei, studenti, operatori economici interessati alla qualità del vivere oltre che dai tradizionali asset localizzativi.

Partendo dalla filiera agroalimentare (produzione, distribuzione, commercializzazione), la ricerca ha allargato lo sguardo verso le “filiazioni economiche improprie” che legano il cibo alla valorizzazione territoriale, analizzando le trasformazioni in corso tra le imprese, osservando casi emblematici di trasformazione di prodotto e di processo, intrecciando storie di azienda e storie di imprenditori. I casi imprenditoriali osservati, diversi per dimensione, governance, settore e mercati di riferimento, hanno toccato temi come la visione di sviluppo dell’impresa, la sfida della internazionalizzazione, l’innovazione tecnologica e organizzativa, l’evoluzione del prodotto, il rapporto con il mondo del lavoro e con le comunità, la responsabilità sociale.

Al centro dell’osservazione anche il concetto di sostenibilità, intesa in senso ampio e non limitato all’impatto ambientale delle produzioni. Poiché è ormai matura una prospettiva secondo la quale nessuna via d’uscita dalla crisi è praticabile senza scommesse lungimiranti su un’economia “a misura d’uomo”, dove sostenibilità significa curare il rinnovamento come base di un possibile rilancio delle nostre economie anche in chiave sociale. L’esplodere della crisi ha reso evidente l’insostenibilità di un modello basato sulla massimizzazione dei profitti a breve, mettendo in discussione la concezione dell’impresa come “macchina contro il sociale”. Mentre in ambito Comunitario l’innovazione non viene concepita come sviluppo di nuovi prodotti o tecnologie sostitutive di lavoro vivo, considera le imprese come sistemi aperti, in grado di assorbire e dare valore alla capacità creativa e alle conoscenze diffuse, soddisfare bisogni collettivi, proporre nuove dimensioni della vita attiva, nel lavoro, nelle attività espressive e civiche.

A questo insieme di concetti, all’interno di un quadro multiforme e sfumato, guardano le imprese più attive e capaci, mettendo in atto scelte e comportamenti coerenti, incamminandosi sulla strada di un miglioramento dell’autonomia e delle performance attraverso strategie aziendali che puntano a diversificare, competere ma anche tutelare il paesaggio, puntare sulla qualità e sicurezza dei prodotti.

La ricerca ha preso forma in una baseline che fotografa le caratteristiche quantitative della “economia della terra” a specializzazione calabrese, attraverso la ricognizione e lettura incrociata di dati ufficiali e della letteratura scientifica sul tema e l’elaborazione di fonti statistiche. In secondo luogo ha realizzato una indagine sul campo ricostruendo alcune storie aziendali emblematiche per mezzo di interviste in profondità a imprenditori e manager, per cogliere – dietro la peculiarità della singola esperienza imprenditoriale, col suo specifico carico di visioni, successi e difficoltà – l’attitudine di un mondo ed astrarre scelte e comportamenti generalizzabili a un progetto territoriale. Con l’obiettivo ultimo di arricchire la base informativa disponibile alla società locale favorendo il dibattito pubblico sui temi dell’impresa, del lavoro e dello sviluppo.

Lo studio è stato condotto fra settembre 2015 e marzo 2016 da un gruppo misto, composto da ricercatori di Torino Nord Ovest e ricercatori dell’Università della Calabria, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali e Centro Studi per lo Sviluppo Rurale.


 

Rassegna stampa

Il Sole 24 Ore on-line: La Calabria progetta il futuro con un’economia a misura d’uomo

Corriere della Calabria: Viscomi: «La vera sfida delle istituzioni è la velocità di decisione»

 

 


Alcune foto della mattinata

 


 

La presentazione in Prezi della ricerca


Per gioco, non per azzardo

Appuntamento il 3 maggio al CUBO di Bologna per la prima mostra delle opere di studenti, selezionate dall'Accademia di belle arti di Napoli per il concorso Art For U per promuovere una cultura di consapevolezza e implicazioni del gambling nella società e definirne i rischi economici e sociali.

I partecipanti al concorso, attraverso lavori di pittura, grafica, decorazione, video, fotografia, design o scultura, hanno interpretato il rischio della pratica del gioco d’azzardo con un’attenzione particolare alle persone e alle comunità più fragili e vulnerabili.  Gli ambiti in cui gli studenti si sono cimentati nelle loro proposte artistiche sono:

  •  L’impatto della pratica dell’azzardo sugli anziani
  •  L’impatto della pratica dell’azzardo sull’accesso ai beni
  •  L’impatto della pratica dell’azzardo sulla salute
  •  L’impatto della cultura dell’azzardo sul rapporto tra rete/tecnologia e giovani
  •  L’impatto della cultura dell’azzardo sugli esercizi commerciali

Ai cinque migliori elaborati sarà riconosciuta una somma del valore di 1.000,00 euro ciascuno, assegnati dalla giuria al miglior elaborato per singola tematica.

La campagna di Unipol “Per gioco non per azzardo” - sostiene Pierluigi Stefanini, Presidente del Gruppo Unipol - ha l’obiettivo di promuovere, in coerenza con i valori di solidarietà, lungimiranza e responsabilità e attingendo all’esperienza propria di un’impresa assicurativa nella gestione dei rischi e degli eventi aleatori, un percorso di conoscenza rivolto in particolare alle persone più vulnerabili e alle loro famiglie, sostenendole nel prevedere, prevenire, collaborare e aiutarsi vicendevolmente, per accrescere la consapevolezza del rischio da parte di ogni cittadino maturo. In particolare, l’approccio adottato dal Gruppo vuole essere innanzitutto di approfondimento culturale teso a costruire percorsi di sensibilizzazione e di consapevolezza rispetto alle motivazioni, ai desideri delle persone che giocano compulsivamente e agli elementi che favoriscono la ludopatia.

Il ministero della Sanità stima che una percentuale compresa tra lo 0,5% e l’1% della popolazione italiana abbia sviluppato forme di gioco problematico, l’anticamera della “Sindrome da gioco patologico”, elencata dall’OMS tra le forme di dipendenza. In particolare con questo bando si vogliono coinvolgere i giovani perché si tratta di una popolazione particolarmente esposta al tema, come si evince dalla rilevazione “Young Millennials Monitor”di Nomisma che ha coinvolto oltre 10mila studenti tra i 14 e 19 anni, secondo cui il 10% dei giovani gioca almeno una volta a settimana. Ogni giorno, nello svolgimento delle proprie attività, il Gruppo Unipol si impegna a contrastare i rischi da gioco d’azzardo fornendo informazioni trasparenti, complete e tempestive con un obiettivo chiaro, semplice e intimamente connesso con la dimensione professionale e culturale del mondo assicurativo e bancario: contenere e gestire il rischio.

Con grande entusiasmo l’Accademia di Belle Arti di Napoli si è resa subito disponibile a collaborare all’iniziativa di UNIPOL. Il progetto – sostiene Paolo Ricci, Presidente dell’Accademia – ha un valore rilevante per allievi e docenti, collocandosi perfettamente tra le diverse attività di sensibilizzazione che la nostra istituzione di alta formazione artistica supporta o svolge direttamente in campo sociale.

La mostra approderà poi in diverse città d’Italia, tra cui Bologna, Milano, Firenze, Torino, Napoli, Roma.


Economia della terra. Cibo, territorio, vocazioni, sviluppo in Calabria.

La terra, intesa come l’ambiente naturale con le sue ricchezze, le attività produttive e trasformative, i giacimenti di cultura, le tradizioni delle società, è la risorsa al centro di una ricerca promossa da Unipol con il Consiglio Regionale Unipol Calabria, e realizzata dall’Università della Calabria con il centro di ricerca Torino Nord Ovest, con l’obiettivo di avviare una riflessione sul futuro del territorio calabrese a partire dal rapporto fra imprese, istituzioni e risorse ambientali. Al cuore dell’indagine, che verrà presentata il 31 marzo all'Università della Calabria, è l’identificazione del profilo di una Economia della terra dove settori e prodotti si intrecciano, modelli di impresa diversi si sovrappongono, produzione e i servizi si mescolano, il lavoro si modifica e si specializza, la ricerca e l’innovazione hanno peso crescente, le opportunità cambiano.

Un sistema in cui attori pubblici e privati si muovono alla ricerca di prospettive e di collaborazione, rafforzando l’idea che il Made in Italy non è esclusivamente manifattura. Al contrario esiste un Made in Italy della terra, dove le componenti intangibili del valore sono radicate nell’impresa agricola e zootecnica, non più semplici produttrici di commodities che l’industria alimentare s’incaricherà di trasformare e “rivestire” di contenuti immateriali, ma attori strategici di una filiera sempre più spesso governata o integrata. Esiste un Made in Italy della distribuzione, pensando all’esperienza non solo di Eataly (la più nota) ma anche dei tanti esercizi commerciali capaci di creare valore attraverso l’investimento nel contenuto esperienziale. Ed esiste un Made in Italy dell’accoglienza e della ristorazione, ancorato alle qualità del territorio ma al tempo stesso intrecciato alle reti internazionali della promozione, che gioca un ruolo chiave nella mobilitazione dell’incoming turistico fatto di visitatori, residenti temporanei, studenti, operatori economici interessati alla qualità del vivere oltre che dai tradizionali asset localizzativi.

Partendo dalla filiera agroalimentare (produzione, distribuzione, commercializzazione), la ri-cerca ha allargato lo sguardo verso le “filiazioni economiche improprie” che legano il cibo alla valorizzazione territoriale, analizzando le trasformazioni in corso tra le imprese, osservando casi emblematici di trasformazione di prodotto e di processo, intrecciando storie di azienda e storie di imprenditori. I casi imprenditoriali osservati, diversi per dimensione, governance, settore e mercati di riferimento, hanno toccato temi come la visione di sviluppo dell’impresa, la sfida della internazionalizzazione, l’innovazione tecnologica e organizzativa, l’evoluzione del prodotto, il rapporto con il mondo del lavoro e con le comunità, la responsabilità sociale.

Al centro dell’osservazione anche il concetto di sostenibilità, intesa in senso ampio e non limitato all’impatto ambientale delle produzioni. Poiché è ormai matura una prospettiva secondo la quale nessuna via d’uscita dalla crisi è praticabile senza scommesse lungimiranti su un’economia “a misura d’uomo”, dove sostenibilità significa curare il rinnovamento come base di un possibile rilancio delle nostre economie anche in chiave sociale. L’esplodere della crisi ha reso evidente l’insostenibilità di un modello basato sulla massimizzazione dei profitti a breve, mettendo in discussione la concezione dell’impresa come “macchina contro il sociale”. Mentre in ambito Comunitario l’innovazione non viene concepita come sviluppo di nuovi prodotti o tecnologie sostitutive di lavoro vivo, considera le imprese come sistemi aperti, in grado di assorbire e dare valore alla capacità creativa e alle conoscenze diffuse, soddisfare bisogni collettivi, proporre nuove dimensioni della vita attiva, nel lavoro, nelle attività espressive e civiche.

A questo insieme di concetti, all’interno di un quadro multiforme e sfumato, guardano le imprese più attive e capaci, mettendo in atto scelte e comportamenti coerenti, incamminandosi sulla strada di un miglioramento dell’autonomia e delle performance attraverso strategie aziendali che puntano a diversificare, competere ma anche tutelare il paesaggio, puntare sulla qualità e sicurezza dei prodotti.

La ricerca ha preso forma in una baseline che fotografa le caratteristiche quantitative della “economia della terra” a specializzazione calabrese, attraverso la ricognizione e lettura incrociata di dati ufficiali e della letteratura scientifica sul tema e l’elaborazione di fonti statistiche. In secondo luogo ha realizzato una indagine sul campo ricostruendo alcune storie aziendali emblematiche per mezzo di interviste in profondità a imprenditori e manager, per cogliere – dietro la peculiarità della singola esperienza imprenditoriale, col suo specifico carico di visioni, successi e difficoltà – l’attitudine di un mondo ed astrarre scelte e comportamenti generalizzabili a un progetto territoriale. Con l’obiettivo ultimo di arricchire la base informativa disponibile alla società locale favorendo il dibattito pubblico sui temi dell’impresa, del lavoro e dello sviluppo.


È utile Facebook per le Agenzie Assicurative?

Sappiamo quanto il web e i social stiano cambiando il nostro modo di informarci e di socializzare. Sempre più persone infatti usano il computer o il proprio smartphone per cercare notizie ma soprattutto per leggere informazioni e recensioni sui prodotti prima di acquistarli. Assieme al turismo, il settore assicurativo è stato tra i primi ad sfruttare l'ecommerce e già da diversi anni sono molto diffuse le polizze web con possibilità di mettere a confronto in pochi minuti decine di tipologie di polizze diverse.

Cosa vuole dire questo? Avranno in futuro le Agenzie ancora clienti? Probabilmente sì. È infatti realistico pensare che per le polizze più complesse (come quelle sanitarie) si vorrà sempre avere un contatto personale così come anche per quelle semplici (quelle per auto) molti vorranno continuare a rivolgersi alle agenzie per sentirsi più tranquilli in caso di sinistro, magari eventualmente richiedendo per comodità la possibilità di rinnovare e pagare  attraverso il web, ricevendo i documenti poi via mail. I clienti delle agenzie  quindi da una parte richiederanno una consulenza assicurativa esperta, ma d'altra utilizzeranno il web per informarsi, confrontare e svolgere alcuni processi.

È proprio per questo tipo di clienti che le agenzie dovranno essere capaci nel tempo di migliorare la propria strategia web sfruttando questi canali per tutte le potenzialità che hanno cercando quindi di essere sempre al passo coi tempi e con le aspettative dei clienti. Diventando quindi un'Agenzia 2.0.

Come sfruttare allora i social? Perché aprire una pagina Facebook? I motivi principali per farlo sono essenzialmente 3. Aggiornare su prodotti e novità, informare ed educare, fare consulenza e interagire.

Aggiornare su prodotti e novità: le persone possono sempre più tempo su Facebook ed è qui che le possiamo raggiungere per informarle di offerte, nuovi prodotti o eventi organizzati dall'agenzia. A differenza del giornale o della radio locale, sfruttando anche le potenzialità di Facebook Ads potremo raggiungere solo le persone che realmente vogliamo raggiungere (per località, per fascia d'età e per interesse) investendo budget limitati;

Informare ed educare: una pagina Facebook di un'assicurazione non dovrà essere utilizzata solo per promuovere i propri prodotti, ma una delle funzioni principali sarà invece quella di trasmettere e comunicare la cultura di informazione e preparazione al rischio. L'importanza (e i benefici) delle polizze capo-famiglia, infortuni, assistenza medica o delle pensioni integrative non sono (soprattutto in Italia) percepite in maniera adeguata dalla maggior parte delle persone. Segnalare quindi articoli interessanti (con notizie rilevanti per la vita delle persone) pubblicati da siti di giornali quotidiani o da blog di settore sarà il modo per attirare l'attenzione di volta in volta sul pericoli di infortuni o sul problema pensioni (sempre più attuale);

Fare consulenza e interagire: La Pagina Facebook è una canale diretto per rimanere in contatto con i propri clienti e per cominciare a fare (magari a piccoli passi) Social Customer Care. Di volta in volta si potrà decidere se rispondere e assistere on-line il cliente o chiedere il numero per un contatto telefonico o la visita presso l'agenzia. Facebook si affiancherà quindi a tutti gli altri strumenti (senza sostituirli) trasmettendo così al cliente un senso di efficienza e attenzione superiore alla media.

L'apertura di una pagina Facebook per quanto sia semplice, non deve però presa alla leggera e fatta senza preparazione. Solitamente è comunque sufficiente un po' di autoformazione attraverso libri e risorse presenti sul web specifiche per le agenzie assicurative o corsi locali spesso organizzati da agenzie di comunicazione o da associazioni di categoria. In generale è importante che Facebook venga considerato un vero e proprio strumento di lavoro quotidiano. Non potrà essere assolutamente gestito "a tempo perso". È innanzitutto necessario organizzare un calendario della pubblicazione dei contenuti (decidere cosa e ogni quanto inserire i post) e presidiarlo costantemente. Il tono inoltre dovrà essere sempre professionale e adeguato alla tipologia di agenzia e critiche o recensioni negative dovranno essere gestite in tempi rapidi ma senza farsi prendere dalla rabbia e consultandosi con i colleghi per valutare insieme la migliore risposta.

Sapere come il mercato evolverà nei prossimi anni e come si modificheranno ulteriormente i comportamenti di acquisto è difficile. Ciò che è certo è che web e social saranno sempre più protagonisti e partendo in anticipo si avrà un vantaggio competitivo rispetto agli altri e si potrà essere maggiormente pronti ad affrontare le ulteriori novità e che ci aspettano.