Il progetto Derris arriva ad Alghero
Prosegue il giro di presentazione del progetto DERRIS nelle nuove città che hanno deciso di partecipare al progetto.
Dopo Genova, Padova, Varese, Rovereto, Molfetta, Udine, Bologna e l’Unione dei Comuni Circondario dell’Empolese Valdelsa, la prossima tappa è Alghero!
Il 29 gennaio p.v. dalle 15.00 alle 17.00 presso la Sala conferenze de Lo Quarter, in largo San Francesco si terrà un incontro pubblico di presentazione del progetto DERRIS in cui verranno presentate le attività previste per le PMI che aderiranno al percorso e le modalità di adesione.
“Alghero che protegge” è una iniziativa del Comune di Alghero sviluppata nell’ambito del progetto europeo Life DERRIS con l’obiettivo di ridurre i danni legati ad eventi meteo-climatici nelle PMI del proprio territorio attraverso strumenti di valutazione, prevenzione e gestione dei rischi.
Il Comune di Alghero attraverso questa iniziativa intende lavorare insieme alle PMI per ridurre i rischi, minimizzare le conseguenze dei fenomeni meteo-climatici e aumentare la sicurezza complessiva della città e dei suoi cittadini. L’iniziativa “Alghero che protegge” fa seguito alla sperimentazione avviata a Torino ad aprile 2016 e si inserisce nella fase di estensione del progetto ad altre 10 città italiane.
Le imprese che aderiranno al progetto riceveranno supporto e formazione da parte degli esperti del progetto e collaboreranno con il Comune nella definizione di misure di adattamento ai cambiamenti climatici. Non sono previsti costi od oneri di partecipazione da parte delle aziende.
Benessere in oncologia, si parte con la specializzazione degli operatori
Due corsi, uno rivolto agli operatori del settore estetica e l’altro al settore acconciatura, sono la risposta che il Comitato di Coordinamento delle Confederazioni Artigiane Piemonte (Confartigianato Imprese Piemonte, CNA Piemonte e CasArtigiani Piemonte) ha dato alla domanda di specializzazione e competenza per gli operatori che intendono trattare i pazienti oncologici. Una proposta che è stata apprezzata e accolta dalla Regione Piemonte e che, tra poche settimane, porterà oltre trenta nuovi operatori prima nelle aule e poi in corsia.
“Questo dimostra che il lavoro di squadra porta a risultati brillanti e così la politica riesce a dare risposte concrete ai problemi anche in tempi piuttosto rapidi. Inoltre, questa storia dimostra come si possono utilizzare i fondi europei che spesso, invece, restano senza una destinazione di spesa. La formazione specializzata che stiamo varando in questo settore si inserisce in un quadro molto positivo come quello piemontese. E questi due percorsi sono un ulteriore passo in avanti” ha affermato l’Assessore regionale alla Formazione Professionale.
Il vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte ha aggiunto “Come medico e come esponente politico sono contento di varare un’iniziativa che conferma come la politica non sia fine a se stessa, ma può dare risposte concrete. La richiesta delle associazioni artigiane è stata accolta molto positivamente. Nel caso dei malati oncologici, ci troviamo a dare il via a due corsi che ricalcano quanto ha scritto il poeta libanese Kahlil Gibran: la tempesta può recidere i fiori ma non può distruggere i semi”.
“Questa è un’iniziativa che mi piace perché mette insieme due parole molto significative: persona e comunità” ha sintetizzato il segretario regionale della CNA Piemonte Filippo Provenzano. Un approccio che è stato confermato da Carlo Napoli, segretario regionale di Confartigianato Imprese Piemonte, Carlo Napoli: “Oggi non si conclude un percorso - ha affermato Napoli -, ma si segna un punto di partenza che potrebbe davvero portare i nostri estetisti e i nostri parrucchieri a diventare punti di riferimento per promuovere stili di vita migliori”.
Si tratta di un percorso di 148 ore di formazione per gli estetiste e 36 ore per gli acconciatori pensato per affrontare tutti gli aspetti connessi al trattamento estetico alla luce delle conseguenze delle cure sui malati oncologici. I piani di studio prevedono l’analisi della condizione della cute e del cuoio capelluto dopo la chemioterapia, affrontano la conoscenza delle principali patologie oncologiche e approfondiscono le necessarie condizioni di igiene da seguire durante i trattamenti, analizzano gli aspetti psicologici che coinvolgono sia i pazienti sia gli operatori. Questa attività formativa si propone quindi come approccio etico e sinergico con i protocolli medici per migliorare il benessere del paziente e svolgere l’attività in sicurezza.
“Sarà una delle esperienze più solide nel panorama nazionale. Un programma che fa fare un salto di qualità alla formazione e nasce da un profondo ascolto dei nostri pazienti. Abbiamo accettato la sfida di rispondere alla richiesta degli operatori che ci chiedevano come affrontare i trattamenti estetici senza rischi, ma questo percorso si è dimostrato anche un’occasione per approfondire alcuni temi utili anche alla medicina. Usciamo dall’approccio tecnologico della cura e puntiamo anche sul rapporto umano”. Questa, in breve, la definizione dei piani di studi proposta dal direttore della Rete Oncologica, Oscar Bertetto.
Un miglioramento tecnico completamente rivolto al cliente, in modo che possa godere di soddisfazione e appagamento del proprio aspetto fisico anche in un momento difficile della vita. Ecco perché occorre creare operatori specializzati: per promuovere trattamenti estetici o di acconciatura mirati a soggetti deboli e in condizioni di fragilità, per migliorare la qualità della loro vita e la loro percezione individuale. L’operatore specializzato ripristina un collegamento di valore con l’immagine che il paziente ha di sé quale elemento d’identità personale attraverso l’ascolto, il trattamento e la motivazione, preservando la dignità e l’identità della persona, motivandola e sostenendola psicologicamente.
Prendersi cura della propria pelle, truccarsi e gestire i segni della malattia e i suoi effetti collaterali, come la perdita dei capelli: sono tutte cose vissute come un ulteriore trauma perché denunciano in modo inequivocabile la malattia in corso. È quindi un compito sociale quello che estetiste e acconciatori svolgeranno al termine di un percorso formativo di alto livello, a cui possono accedere solo operatori già qualificati.
Oggi molti artigiani del settore operano già in modo volontario nelle strutture ospedaliere. Si tratta di passare da queste azioni spontanee e non sistematizzate alla creazione di una vera e propria rete oncologica di persone specializzate, in grado di fornire un supporto alle persone che si trovano ad affrontare un momento così difficile della propria vita, alle quali bisogna dare continue speranze e strumenti per combattere malattie che oggi, molto più di ieri, possono essere sconfitte. E sotto questo aspetto si consolida la collaborazione con la Rete Oncologica del Piemonte e Valle d’Aosta.
Il lancio dei corsi di formazione specialistici su “estetica e acconciatura in oncologia” si è svolto giovedì 11 gennaio alle 11 nella sala Viglione del Consiglio Regionale con un incontro sull’argomento organizzato dal Coordinamento delle Confederazioni Artigiane del Piemonte.
L’appuntamento è stata l’ideale continuazione dell’appuntamento che il Coordinamento delle Confederazioni Artigiane del Piemonte avevano iniziato con un incontro istituzionale avvenuto a Palazzo Lascaris nel 2016. Allora, come oggi, sono stati protagonisti i responsabili regionali del settore estetica e acconciatura: Stefania Baiolini presidente regionale Confartigianato Imprese Piemonte Benessere, Monica Percelsi presidente Estetiste CNA Piemonte, Enrico Frea presidente regionale Acconciatori Confartigianato Imprese Piemonte e Giuseppe Sciarrino presidente regionale CNA Benessere e Sanità.
Cia Alessandria: a Norcia continuano le azioni di solidarietà
Sono proseguite lo scorso dicembre e proseguiranno alle nel 2018 le iniziative solidali della Cia Alessandria a favore delle aziende terremotate del Centro Italia.
A dicembre una delegazione è andata per visitare, un anno dopo, gli associati Cia destinatari della casetta donata dalla Confederazione e per consegnare le nuove risorse raccolte a sostegno della ricostruzione dell'Agriturismo Il Margine di Nunzio dell'Orso alla presenza del presidente provinciale Gian Piero Ameglio, il vicedirettore Germano Patrucco e il presidente di Zona di Casale M.to - e vicepresidente regionale - Gabriele Carenini.
Le iniziative proseguiranno poi anche nel 2018, con la distribuzione del calendario associativo "amiCIAgricoltori" (anche il titolo rimanda alla causa) e del libro celebrativo "L'oro dei contadini, al storia del grano alessandrino. Cia Alessandria, i nostri primi 40 anni".
https://www.youtube.com/watch?v=_Bv8nH7EsO0
Chiara Iosue nuovo presidente di Legacoop Molise
«Sono a disposizione del territorio e delle persone. Mi piace far rete e chiedo a tutti voi di darmi una mano. Spero di conservare sempre l’entusiasmo di questo giorno per camminare con voi in un proficuo percorso insieme». Queste le prime parole espresse da Chiara Iosue, nominata all’unanimità nuovo presidente di Legacoop Molise. La designazione al termine dell’undicesimo congresso che si è tenuto il 14 dicembre a Campobasso.
Un ’verdetto’ che è stato accolto con emozione dal nuovo presidente e anche dalla platea degli intervenuti e che premia l’impegno e la dedizione per il terzo settore di Chiara, da anni impegnata nel mondo delle cooperative.
La sua investitura arriva dopo quattro anni sotto la guida del commissario straordinario, Stefania Serafini, che ha aperto i lavori del congresso, nella location del Don Guglielmo Hotel, illustrando ai presenti una relazione su quanto fatto nel corso degli anni e facendo un quadro della situazione del Molise e del Mezzogiorno. Tra i punti chiave della elezione i concetti di innovazione e sostenibilità, indispensabili per dare continuità all’azione delle cooperative e offrire loro la capacità di rispondere alle sfide del futuro.
"Il futuro è cooperativo" ha affermato la Serafini, sottolineando come le cooperative sociali rappresentino, in alcuni ambiti, le eccellenze regionali.
Tra queste eccellenze, restando in Molise, c’è il caso di Castel del Giudice, rappresentato al Congresso dal Sindaco, Lino Gentile, arrivato alla ribalta nazionale per uno dei primi esperimenti di Cooperativa di Comunità, volano di rinascita e di crescita del territorio, e annoverato da molti tra le best practice di gestione del territorio.
Nel corso dell’incontro si sono susseguiti gli interventi di diversi rappresentanti del settore tra i quali: Antonio Ruggieri (Federcultura), Donato Campolieti (Cia), Domenico Calleo (Presidente Confcooperative), Claudio Lallo, Giovanni Cefalogli (NuovAssistenza), il rappresentante molisano della Cesare Pozzo, Felice Russo (Cibele), che ha richiamato l’attenzione delle istituzioni rispetto alla situazione delle cooperative, mettendo in evidenza come lo strumento della cooperativa sia uno dei più adeguati a dare risposta alle esigenze del territorio. Prima di procedere alla nomina della nuova direzione molisana di Legacoop hanno preso la parola anche il Presidente di Legacoop Puglia, Carmelo Rollo, che ha ribadito i concetti della condivisione e del fare, ricordando che la storia e il passato hanno valore nel momento in cui sono la base dalla quale partire per costruire il futuro, e il Presidente di Legacoop nazionale, Mauro Lusetti, che ha condensato un po’ il senso di tutti gli interventi della giornata rimarcando l’idea che la cooperazione deve parlare alle persone, che trovano proprio nella cooperativa una risposta ad un bisogno. Il Presidente Lusetti ha poi dato merito al Commissario Straordinario Stefani Serafini e a quanti hanno lavorato per far ripartire Legacoop Molise, chiudendo con una promessa “non vi lasceremo soli”, in riferimento alla nuova direzione regionale che di lì a poco si sarebbe costituita. Ad annunciare i nomi della nuova Direzione Regionale, chiudendo anche il ciclo di interventi del Congresso, è stato il Presidente di Sirio, Lino Iamele, che ha ringraziato i presenti, esprimendo un po’ di rammarico per l’assenza delle istituzioni e, rivolgendo il suo personale “in bocca al lupo” ai membri della direzione, ha annunciato anche la proposta di presidenza nella persona di Chiara Iosue.
Consulta dei CRU Unipol
Giovedì 13 dicembre si è svolta la Consulta dei CRU Unipol alla presenza dei Presidenti e dei coordinatori regionali, di Pierluigi Stefanini (Presidente del gruppo Unipol), di Marisa Parmigiani (Responsabile sostenibilità Gruppo Unipol) e di Aleardo Benuzzi (Responsabile nazionali dei CRU Unipol).
È stata l'occasione per fare un il bilancio sulle tante iniziative promosse dai CRU nel 2017, per fare il punto della situazione sui progetti in corso (tra i quali quelli sviluppati con il laboratorio Meridee) e soprattutto per definire ruolo, obiettivi, funzione e modalità di lavoro dei CRU per il 2018.
I CRU infatti hanno un ruolo di interfaccia del Gruppo Unipol con le organizzazioni territoriali molto importante ed è per questo che avranno sempre di più il compito di aiutare a diffondere a livello locale i valori promossi dal gruppo e di sostenere le iniziative previste dal piano industriale di sostenibilità del gruppo.
Ecco alcune foto dell'incontro:
Aziende fra innovazione e crescita. Workshop a Portoferraio.
Ieri si è svolto a Portoferraio il workshop dal titolo "Aziende fra innovazione e crescita" organizzato da Confesercenti in sinergia con l'agenzia UnipolSai locale. Si è trattato di un appuntamento di lavoro aperto ad operatori turistici e commerciali, con l'obiettivo di far luce sulle novità legate all’accesso al credito ed alla finanza agevolata dedicate alla digitalizzazione delle imprese.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Portoferraio Mario Ferrari, il presidente di Confesercenti Elba Franco De Simone ha introdoto i lavori, affrontando il tema della innovazione tecnologica della comunicazione e dei suoi strumenti. "In questo momento vi sono interessanti opportunità da cogliere - ha detto De Simone - con contributi a fondo perduto che mancavano da tempo nel panorama nazionale e regionale. Il cambiamento oggi è diventato il normale habitat in cui le persone e le aziende devono muoversi e ciò comporta modalità di lavoro alle quali occorre abituarsi, soprattutto nel senso di stare al passo con l’innovazione tecnologica e dei processi di lavoro". Gli altri interventi che sono seguiti hanno visto avvicendarsi vari esperti del settore tra cui il Consulente aziendale Roberto Peria, il responsabile dell’ufficio credito di Confesercenti Francesco Biagioni e Giampaolo Soria Direttore del GAL Etruria.
A ciascuno il suo welfare
Il cambiamento in atto nei modelli di welfare e la loro sostenibilità futura in funzione di una domanda di protezione sociale che sta divenendo sempre più diversificata e personalizzata. La necessità di superare un sistema di welfare ‘a prestazioni standard’, non più adeguato ai bisogni della popolazione sempre più articolati e diffusi, anche attraverso un patto di collaborazione tra pubblico e privato.
Questi i temi principali oggetto di dibattito in occasione del convegno “A ciascuno il suo welfare: Bisogni mutevoli, scelte individuali, risposte integrate”, che si è tenuto ieri a Roma presso il Palazzo delle Esposizioni e ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Pier Paolo Baretta, Sottosegretario all’Economia, di Tito Boeri, Presidente INPS, di Vincenzo Boccia, Presidente Confindustria, di Giorgio Alleva, Presidente ISTAT, Federico Gelli, Presidente della Commissione di inchiesta sull’immigrazione e Responsabile Sanità del PD. L’evento rappresenta l’edizione 2017 del programma “Welfare Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali”, piattaforma permanente di discussione sui temi del welfare promossa dal Gruppo Unipol.
Il dibattito, moderato da Giancarlo Loquenzi del Giornale Radio Rai, è stato aperto dal saluto introduttivo di Pierluigi Stefanini, Presidente del Gruppo Unipol. Nel primo intervento della mattinata, Giorgio Alleva, Presidente dell’Istat, ha illustrato le attuali tendenze demografiche della popolazione italiana, soffermandosi sulla domanda di welfare nel nostro Paese, in particolare in ambito sanitario, e analizzandola attraverso nove gruppi sociali caratterizzati da diversi livelli di reddito, composizioni familiari, stili di vita.
In base ai dati presentati dall’Istat, crescono le disuguaglianze in termini di fruizione della sanità e dei servizi assistenziali, sia all’interno dei diversi gruppi sociali, sia a livello territoriale. Ad esempio, la propensione a fare controlli medici è maggiore per le donne e per i residenti nel Centro-Nord e, dall’altro lato, si allarga la forbice sociale tra chi rinuncia, per motivi economici, a sottoporsi a cure mediche o esami (1 su 5 all’interno delle famiglie a basso reddito).
Dal lato dell’offerta, solo il 9% dei Comuni italiani, tutti nel Nord Italia, sono virtuosi in termini di servizi sociali offerti, mentre nel privato cresce il ricorso al welfare aziendale, adottato da quasi il 60% delle grandi imprese manifatturiere.
Sebbene due italiani su tre (il 67,7%) si dichiarino “in buona salute”, dato che sale al 75,6% per le famiglie della classe dirigente, l’invecchiamento progressivo della popolazione - per la prima volta gli over 65 hanno superato il 22% - pone nuove e complesse sfide per ridurre le disuguaglianze attraverso l’offerta di politiche mirate non solo ad aiuti economici, ma anche all’erogazione di maggiori servizi.
L’intervento dell’Onorevole Federico Gelli, Presidente della Commissione di inchiesta sull’immigrazione e Responsabile Sanità del PD, si è focalizzato sugli sviluppi del modello sanitario italiano e sulle scelte necessarie per la sua sostenibilità. Il dibattito sulla spesa previdenziale e assistenziale in Italia ha avuto per protagonisti Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, Pier Paolo Baretta, Sottosegretario Ministero Economia e Finanze e Marco Leonardi, Consigliere economico Palazzo Chigi.
Il focus della discussione si è poi spostato sul piano europeo con i contributi di Francesca Colombo, Responsabile divisione sanità OCSE, Lara Comi, Vicepresidente Gruppo PPE Parlamento Europeo e Roberto Gualtieri, Presidente Commissione per gli affari economici e monetari Parlamento Europeo, che hanno parlato del peso economico e dell’importanza strategica delle presenti e future misure europee in termini di investimenti, flessibilità, riforme e dimensione sociale, anche alla luce delle trasformazioni introdotte dalla quarta rivoluzione industriale e della Brexit, fino ad ipotizzare la futura possibile nascita di un welfare europeo.
Il dibattito conclusivo si è posto l’obiettivo di rispondere alle nuove esigenze dei cittadini in termini di welfare. A discuterne, Tito Boeri, Presidente INPS, Carlo Cimbri, Amministratore Delegato Gruppo Unipol, e Vincenzo Boccia, Presidente Confindustria, a rappresentare idealmente la posizione, rispettivamente, pubblica, privata e dell’associazione degli imprenditori. Se Tito Boeri ha approfondito il tema della responsabilizzazione individuale rispetto alle scelte sul proprio futuro previdenziale, Carlo Cimbri ha posto l’accento sulla necessità di rispondere ai bisogni di welfare della popolazione attraverso un’articolazione di servizi che siano sempre più in grado di far fronte a tutte le esigenze che si configurano nell’arco dell’intera vita dell’individuo. Vincenzo Boccia, infine, ha sottolineato quanto il welfare italiano sia da considerarsi un elemento sempre più strategico per le prospettive di crescita del Paese.
Il Gruppo Unipol ha elaborato una proposta, articolata su tre aree: le sfide alla sostenibilità del welfare, la domanda di protezione sociale e le linee di collaborazione tra pubblico e privato:
a) Le sfide alla sostenibilità del Welfare
L’evoluzione sociale e demografica del Paese rende necessario accelerare un ruolo attivo del privato in campo socio-sanitario, in particolare nei settori non coperti da intervento pubblico: ad esempio, odontoiatria e Long Term Care (LTC). L’expertise di Unipol nel settore LTC permette di affiancare il SSN nella complessiva riorganizzazione del sistema di assistenza ai non autosufficienti, rendendo più efficace la loro rete di protezione sociale.
Dati di scenario: a fronte di una spesa per LTC pari a 15.067 milioni di euro nel 2016, soltanto 370.000 over 65, a fronte di circa 3 milioni che ne avrebbero bisogno, godono dell’assistenza domiciliare: in Italia il 2,7% degli anziani, contro il 20% dei Paesi del Nord Europa. Il 16% degli italiani è coperto da forme sanitarie integrative, che però intermediano soltanto il 10% della spesa sanitaria privata complessiva.
b) La domanda di protezione sociale
L’attuale domanda di protezione sociale, divenuta sempre più diversificata e personalizzata, deve portare allo sviluppo di misure atte ad incrementare ulteriormente la diffusione del welfare aziendale, focalizzando l’offerta sul sostegno alle fragilità e alla riduzione del rischio di impoverimento della classe media.
Il Welfare Aziendale è una risposta molto efficace per rendere maggiormente sostenibile la crescente domanda di assistenza per la non autosufficienza e per i nuovi bisogni, una volta intercettate le esigenze individuali dei cittadini, passando da prodotti preconfezionati ad un’offerta a ventaglio altamente personalizzabile.
Unipol intende favorire la diffusione dell’offerta di un pacchetto welfare integrato, con cui offrire previdenza ed allo stesso tempo assistenza agli aderenti, con particolare riferimento ai familiari a carico e figli minorenni.
Dati di scenario: il 40% delle famiglie italiane è interessata al rimborso delle spese mediche, il 7% al sostegno per la LTC, il 20% al supporto agli oneri scolastici dei figli, il 12% alle misure per il sostegno alla gestione dei figli (fonte: MBS).
c) Le linee di collaborazione tra pubblico e privato
L’offerta pubblica di assistenza socio-sanitaria non è ad oggi sufficiente a soddisfare una domanda in crescita e di difficile accessibilità per il cittadino.
Unipol si propone come partner credibile per lo Stato, sia come assicuratore sia come piattaforma di servizi e, grazie alle competenze di UniSalute, può svolgere il ruolo di “coordinatore di assistenza socio-sanitaria”, ovvero piattaforma operativa di interfaccia verso il cittadino e di coordinamento delle strutture assistenziali, in particolare ad esempio nell’ambito della gestione dei malati cronici.
Dati di scenario: l’Italia è un Paese sempre più anziano - con una vita media che entro il 2065 sarà di 86,1 anni per gli uomini e 90,2 anni per le donne - e già oggi il 60% della popolazione over 75 ha due o più malattie croniche: la spesa per la Long Term Care è quindi destinata a crescere. Fonte: Istat.
Il progetto Derris arriva ad Empoli
Dopo Torino, Genova, Varese, Rovereto, Molfetta, Udine e Bologna, il progetto Derris arriva anche a Empoli. L’Unione dei Comuni Circondario dell’Empolese Valdelsa è infatti uno degli 10 enti locali che ha deciso di partecipare al progetto DERRIS e di replicare l’esperienza svolta durante la sperimentazione pilota di Torino.
Con l’iniziativa “L’Unione che protegge”, l’Unione dei Comuni Circondario dell’Empolese Valdelsa intende lavorare insieme alle PMI per ridurre i rischi, minimizzare le conseguenze dei fenomeni meteo-climatici e aumentare la sicurezza complessiva del territorio e dei suoi cittadini.
Il 27 novembre verrà organizzato un incontro pubblico di presentazione del progetto in cui verranno presentate le attività previste per le PMI che aderiranno al percorso e le modalità di adesione. L’incontro si terrà dalle 14.30 alle 16.30 presso l’Agenzia ASEV in Via delle Fiascaie, 12 a Empoli.
L’obiettivo dell’incontro rivolto alle associazioni di categoria ed ai quali sono invitati a partecipare anche gli agenti interessati, è di coinvolgere almeno 20 PMI che prenderanno parte ad un percorso che prevede due incontri formativi ed un supporto tecnico nell’utilizzo dello strumento di autovalutazione del rischio climatico e nella redazione di un piano di azione per l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Durante la sperimentazione pilota svolta a Torino tra ottobre 2016 ed aprile 2017, è stato messo a punto il CRAM tool, uno strumento di autovalutazione del rischio climatico, che ha la finalità di aiutare le piccole medie imprese italiane a valutare i rischi cui l’azienda è esposta e a capire quali potrebbero essere le soluzioni da applicare nella propria azienda per prevenire i danni. Lo strumento analizza 7 fenomeni meteo-climatici analizzati nel progetto: alluvione, pioggia, vento, grandine, fulmini, temperatura e frane.
Il CRAM tool è stato ideato dal progetto DERRIS per accrescere la consapevolezza delle piccole e medie imprese italiane sui rischi meteo-climatici a cui possono essere esposte, e mettendo a disposizione, in maniera semplice e schematica, una serie di informazioni utili per conoscere il loro rischio.
Il progetto Derris vede il Gruppo Unipol capofila insieme ai partner Città di Torino, Cineas, Anci e Coordinamento Agende 21 Locali Italiane.
Per maggiori informazioni: www.derris.eu/derris-in-italia
Visioni Cooperative
Sì sta svolgendo oggi in queste ore, presso il nuovo parco agroalimentare di Bologna FICO Eataly World, a pochi giorni dalla sua inaugurazione, Vicoo Visioni Cooperative il laboratorio di idee per l’innovazione e lo sviluppo di imprese, comunità e territorio promosso da Legacoop Bologna.
L’edizione di quest’anno si caratterizzata da importanti novità. Su tutte la partnership stretta con Coopstartup, il progetto dedicato alla startup cooperative promossoda Coopfond e Legacoop, che in quattro anni è riuscito ad intercettare più di settecento idee progettuali che hanno visto il coinvolgimento di oltre duemila persone nei vari team e oltre cento progetti d’impresa incubati.
Alla discussione su "Cooperazione 4.0: start up, innovazione sostenibile e trasformazione digitale" è intervenuto questa mattina tra gli altri il Presidente del Gruppo Unipol Pierluigi Stefanini.