Il ruolo dei CRU ai tempi del Coronavirus

L’8 aprile scorso  si è tenuta, in video conferenza e con la partecipazione del Presidente del Gruppo Unipol Pierluigi Stefanini, la Consulta dei Presidenti CRU con il principale intento di mantenere un contatto fra l’impresa e la comunità dei CRU. In un fase difficile come quella che stiamo attraversando, viene ribadita la volontà di Unipol di essere al fianco dei corpi intermedi della società in un momento nel quale, nella drammaticità della situazione, ne esce confermata la loro importanza.

Gli obiettivi specifici dell’incontro sono stati :

  1. comporre un quadro nazionale, ma con un elevato grado di granularità regionale, della situazione di emergenza determinatasi nelle diverse regioni;
  2.  fissare alcune possibili linee di lavoro dei CRU per i mesi futuri, in particolare con l’uscita dalla situazione di emergenza.

Al di là delle differenze delle situazioni regionali, tutte comunque caratterizzate da emergenza sanitaria, economica e, in prospettiva, anche sociale soprattutto per le persone già in difficoltà o con forti svantaggi economici, di istruzione, di collocazione territoriale, tecnologici (in particolare per le aree interne), il quadro che è emerso nel corso dell’incontro è di una profonda recessione in essere e, ancora di più, prospettica, con bisogni immediati a cui dare risposte rapide, soprattutto in termini di liquidità.

Tutti i settori dell’economia, a diverso livello di intensità, registrano cali di fatturato di decine di punti percentuali. Drammatica la situazione del turismo, unitamente a quella della cultura e dell’arte, che per un paese come il nostro rappresentano una componente importante del PIL nazionale. Nel settore del turismo si registrano perdite di fatturato che raggiungono l’80% rispetto alla stagione precedente. Sono a serio rischio la sopravvivenza di decine di migliaia di PMI e di centinaia di migliaia di posti di lavoro.

In questo contesto giovani e lavoratori atipici rischiano di pagare il conto maggiore.

Un altro aspetto della situazione attuale che rischia di trasformarsi in emergenza è quello della legalità: a fronte di esigenze di denaro alle quali non si corrispondesse in modo legale (e celere) sarebbe molto probabile (se non certo in alcune parti del Paese) l’intervento della criminalità organizzata.

Per l’immediato è necessario sostenere le imprese, in particolare le piccole e le micro, attraverso interventi adeguati, rapidi, facilmente accessibili. Le parole d’ordine di questa fase dovrebbero essere risorse, velocità, semplicità.

Nell'ambito dell'incontro si è anche dibattuto su quale sia il ruolo dei Consigli Regionali Unipol oggi. I punti che seguono segnano una serie di ambiti di iniziativa che mettono in luce uno spazio e un ruolo significativi dei CRU:

  • Sollecitatori di provvedimenti: fungere da primo tavolo di analisi e condivisione per poter contribuire meglio a rafforzare le istanze di collaborazione fra istituzioni e società organizzata, facendosi promotori di temi e proposte capaci di “contaminare” altri ambienti (in primis quelli istituzionali) anche per tenere insieme gestione dell’emergenza e visione di prospettiva orientata alla resilienza trasformativa;
  • Portatori di esigenze delle imprese e dei lavoratori, con particolare riferimento ai bisogni di salute e sicurezza territoriali, e ai bisogni legati al percorso di riapertura nella relazione con le istituzioni locali;
  • Promotori di una cultura della partecipazione, che i CRU possono contribuire ad organizzare anche per combattere l’isolamento sociale. Connessa a questa problematica vi è anche quella di una chiara gestione delle informazioni e del trattamento dei dati personali.
  • Luoghi di costruzione di scenari: i CRU potrebbero spingersi ad immaginare cosa possa diventare il dopo emergenza nei vari territori, contribuendo ad individuare e organizzare proposte e risposte.
  • Facilitatori di partnernariati, contribuendo a mettere insieme il ruolo delle imprese private, delle cooperative, del volontariato delle diverse associazioni.
  • Luoghi di condivisione delle interpretazioni socio-economiche: fare conoscere pensieri ed elaborazioni di parti della società e metterli in comune, creando in questo modo valore condiviso. Importante a questo proposito è il collegamento con il mondo delle Università

Di conseguenza, all’interno dei CRU, sarà opportuno:

  • riorganizzare il lavoro svolto nei mesi scorsi in funzione delle nuove emergenze, ad esempio nel campo del turismo sostenibile.
  • avviare una nuova progettualità sui fondi europei, monitorando in modo approfondito le opportunità che l’Europa metterà a disposizione con la nuova programmazione 2021/2027  e con gli strumenti messi a disposizione a seguito dell’emergenza Covid.
  • riprendere momenti seminariali di approfondimento in materia di: efficientamento e modernizzazione della pubblica amministrazione; ruolo della tecnologia ne lavoro e nella società;
  • contribuire e costruire il futuro del sistema sanitario e del welfare, a partire dal rilancio della medicina di territorio e dai progetti di telemedicina, laddove occorre innovazione progettuale, anche attraverso l’utilizzo di piattaforme.

Al via la sesta edizione di Culturability

Torna “culturability” il bando promosso dal 2013 dalla Fondazione Unipolis: nel 2020 sono stati stanziati 600 mila euro per centri culturali innovativi, nati da processi di rigenerazione e riattivazione di spazi, edifici, ex siti industriali, abbandonati o sottoutilizzati. Nell’attuale fase di emergenza sanitaria generata dal Coronavirus, Fondazione Unipolis ha deciso di confermare la prevista apertura del bando. In un momento di profonda crisi culturale, economica e sociale, si intende così offrire un supporto alle tante organizzazioni culturali in difficoltà, che continueranno nei prossimi mesi ad accusare gli effetti della chiusura dei propri spazi e dell’annullamento dei loro eventi avvenuti in queste settimane.

Una sesta edizione profondamente rinnovata di uno dei principali bandi nazionali che quest’anno ha l’obiettivo di sostenere gli spazi culturali che si prendono cura del patrimonio dimenticato del Paese. La call è aperta ai nuovi centri italiani frutto di processi di riattivazione dal basso e attivi da almeno due anni, luoghi in cui si sviluppano progettualità di innovazione culturale con un impatto sociale e civico, e si sperimentano nuove logiche di ingaggio e collaborazione con le comunità locali. “culturability” 2020 si propone di accompagnare i migliori centri culturali italiani in un percorso di crescita e consolidamento che durerà fino al 2022.

Dal 15 aprile al 16 giugno, gli spazi culturali possono candidarsi online sul sito www.culturability.org. Fra le proposte pervenute, ne saranno selezionate 15 che avranno l’opportunità di partecipare a un camp nel prossimo mese di settembre. Tra queste, una Commissione di Valutazione individuerà i 4 centri che accederanno a un percorso di supporto che dura fino a un anno e mezzo, attraverso tre forme di sostegno:

grant, in forma di erogazione liberale, per un valore massimo di 90 mila euro per centro;
contributi economici, in forma di voucher, per un valore massimo di 30 mila euro per centro, da usare per attività di consulenza, ricerca e sviluppo, formazione;
accompagnamento e supporto continuo da parte di un team di mentor, per un valore massimo di 25 mila euro per centro.

Il sostegno sarà erogato in tre tranche, in funzione del raggiungimento di obiettivi e risultati concordati all’inizio del percorso.
Il budget complessivo del bando, che include contributi ai beneficiari e costi di tutte le attività di supporto, è pari a 600 mila euro.

L’edizione 2020-22 del bando è promossa dalla Fondazione Unipolis in collaborazione con un’ampia rete di partner, portatori di visioni e competente differenti che verranno messe a disposizione dei partecipanti al percorso. Con il supporto di: Direzione generale Creatività Contemporanea del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Coopfond. Con il patrocinio di ANCI. Con la partnership di: Ashoka Italia, a|e Impact, Avanzi, cheFare, DamsLab, Fondazione Fitzcarraldo, NESTA Italia.

https://vimeo.com/406192089


Sostenere Volontariato e Terzo Settore per non arrestare la solidarietà nei territori

Le realtà di Volontariato e del Terzo Settore che operano nei nostri territori, molte delle quali continuando ad operare  anche in questo momento di grave emergenza, devono essere sostenute per non arrestare il loro fondamentale ruolo nelle nostre comunità.

È questo il messaggio di Giuseppe Apostoliti, Portavoce del Forum Terzo Settore di Catanzaro/Soverato nella lettera che ha indirizzato a Jole Santelli Presidente della Giunta Regionale
e a Gianluca Gallo Assessore Politiche Sociali Regione Calabria.

Di seguito il testo completo della lettera.


FORUM TERZO SETTORE CATANZARO SOVERATO

Catanzaro 26/03/2020

Al Presidente della Giunta Regionale On.le Jole Santelli
On.le Gianluca Gallo Assessore Politiche Sociali Regione Calabria

Sostenere le realtà di Volontariato e del Terzo Settore per non arrestare la solidarietà nei nostri territori.

Dopo decenni di esperienza, di lotta, di solidarietà, di impegno a fianco e in favore degli ultimi; dopo aver attraversato difficoltà di ogni tipo (crisi economiche, discriminazione, razzismo ed egoismo), questa volta le realtà del Terzo Settore della nostra Regione rischiano di non superare le difficoltà che l’emergenza Covid-19 ha creato e di chiudere definitivamente facendo venire meno un apporto fondamentale per il nostro territorio.

In Calabria operano centinaia di realtà – che ormai da molti anni svolgono un ruolo imprescindibile nel debole sistema di welfare regionale attraverso l’operatività e la realizzazione di tutta una serie di servizi: comunità di accoglienza, centri diurni, semiresidenziali, centri di aggregazione sociale e culturale, attività di contrasto alle varie forme di povertà, sostegno alle persone in situazione di svantaggio e a rischio di marginalità, e lo fanno con il contributo fondamentale dei volontari, costruendo percorsi di sostegno e di inclusione sociale.

Questo circuito virtuoso rischia però adesso di essere arrestato e di concludersi se, nelle prossime settimane o mesi, le realtà di Terzo Settore della nostra Regione non potranno riprendere la loro consueta attività.

Il volontariato e il Terzo Settore è in prima linea nei servizi di assistenza sociale e di prossimità, spesso colmando grandi lacune del pubblico soprattutto nella nostra Regione. E proprio le organizzazioni non profit calabresi, nel complesso meno strutturate e con una già precaria situazione finanziaria, sono quelle più esposte. Ad esempio alcune risentono in maniera cronica della non attuazione delle legge 328/00.

Il rischio è di perderle e di far saltare un precario welfare comunitario che faticosamente si è costruito, incrementando in Calabria, una crisi di portata ancora maggiore per la comunità e per tantissime, troppe famiglie.

Le recenti misure adottate dal Governo non sono sufficienti, le dimensioni della crisi suggeriscono ben altri interventi.

È il momento di realizzare un’operazione straordinaria, mediante la concessione di contributi a fondo perduto da erogare non a progetti, ma a tutte le organizzazioni con esperienza e radicamento nei territori che a vario titolo gestiscono e/o erogano servizi alla popolazione e in particolare ai soggetti a rischi di marginalità e di esclusione sociale.

Al Governo Regionale si chiede di attivare, in questo frangente di profonda criticità, agevolazioni e scelte di sostegno economico alle molte realtà del Terzo settore, del volontariato e della solidarietà sociale, che sono una parte importante ed essenziale del sistema sociale regionale, senza il cui impegno centinaia di migliaia di persone rischiano di ripiombare nella miseria e in situazioni di grave disagio sociale; un appello, per far sì che non siano sempre i più poveri e chi è più in difficoltà a dover pagare il prezzo più alto di ogni crisi.

Il patto che si può costruire tra l’ente Regione e le realtà del Terzo Settore Regionale è che queste ultime si impegnino a restituire, in termini di accoglienza e di solidarietà, in modo che nessuno possa essere lasciato indietro, tutto quello che ci sarà erogato. Una volta finita l’emergenza, si potrà così tornare alle attività normali e magari, partendo dall’esperienza realizzata, provare a pianificare insieme il piano regionale per le politiche sociali in Calabria.

Pertanto, la proposta è rivolta direttamente ai decisori Regionali, Assessore alle Politiche Sociali della Regione Calabria On.le Gallo. “È il momento di realizzare un’operazione straordinaria di sostegno al Terzo settore calabrese. Si propone la messa in campo di un intervento per sostenere le organizzazioni di Terzo settore (con particolare attenzione alle associazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e cooperative sociali) mediante la concessione di contributi a fondo perduto da erogare, non in base ad una faticosa selezione di progetti, ma a tutte le organizzazioni che rispondano a requisiti minimi di continuità operativa, di esperienza, di radicamento nei territori.

L’azione da realizzare è quella di sostenere le organizzazioni in quanto tali, nella certezza che la loro presenza garantisce un livello di servizi ed un minimo di coesione sociale indispensabili nella crisi e nella faticosa fase di ricostruzione.

Le risorse finanziarie possono essere reperite dai Fondi strutturali se necessario disimpegnando alcune risorse FSE destinate a progetti di difficile realizzazione, o riattivando risorse di bandi già esperiti che a conclusione della fase di valutazione delle proposte presentino residui significativi, che non verranno mai messe a bando.

La proposta ovviamente si presta ad obiezioni di tipo formale e procedurale cerchiamo di prevenire quelle che possono essere le due principali obiezioni a questa proposta.

La prima è che i regolamenti, le procedure ed i criteri che guidano l’utilizzo dei Fondi comunitari sono incompatibili con quest’idea: obiezione molto debole; se non ora, in situazione di estrema emergenza, quando si potranno modificare regole e procedure che spesso, ed ora più che mai, ci appaiono troppo pesanti ed incomprensibili. E poi, per fortuna, in questi giorni sono frequenti sacrosante forzature ed intelligenti innovazioni delle regole. E, per un principio di analogia, quel che vale per le imprese può valere anche per il volontariato e il Terzo settore.

La seconda obiezione è che un intervento del genere potrebbe essere percepito come parziale e poco incisivo. Vi sono esperienze, know how e procedure di controllo che limitano al massimo questo rischio, soprattutto attraverso il coinvolgimento di strutture che da anni operano per il sostegno e la qualificazione del volontariato e del terzo settore.

Per la realizzazione di questa proposta si potrebbe attivare una collaborazione fattiva tra la Regione e la rete Regionale dei Centri Servizi al Volontariato, organismi che negli anni hanno sviluppato una significativa esperienza e che conoscono bene le realtà del Terzo Settore Regionale. L’esperienza dei Centri Servizio al Volontariato della Calabria, se lo si ritiene utile, è a totale disposizione dell’Ente Regione per l’attuazione della proposta. I Centri di Servizio possono svolgere il ruolo di Segreteria tecnica e di monitoraggio operativo, in stretta collaborazione e sinergia con gli uffici regionali.
Ovviamente questa proposta, necessaria per attenuare i disagi imposti dall’emergenza sanitaria; ma indispensabile in vista della fase di ricostruzione, che va precisata e ulteriormente dettagliata in alcuni aspetti tecnico-operativi, a partire dall’individuazione delle risorse che possono essere rese disponibili, speriamo possa essere accolta dal governo regionale.

Il Portavoce Forum Terzo Settore Cz /Soverato

Giuseppe Apostoliti


CIA: i prodotti dal campo alla tavola

L’iniziativa di Cia-Agricoltori Italiani con il supporto delle Associazioni dei giovani “AGIA”, delle donne imprenditrici “Donne in Campo”, dei pensionati “ANP”, La Spesa in Campagna, Agrichef e Turismo Verde intende azzerare le distanze tra il campo e la tavola per consentire a tutti, soprattutto in questo momento di grande emergenza per il Paese, di acquistare e consumare i prodotti genuini della terra. È con questo spirito che le donne, i giovani e tutte le aziende agricole associate a Cia-Agricoltori Italiani, attrezzate in sicurezza alla “vendita a domicilio” stanno consentendo, soprattutto ad anziani e soggetti a rischio, di non privarsi dei prodotti tipici e di eccellenza del territorio, frutto del lavoro incessante degli agricoltori italiani.

A questo link https://iprodottidalcampoallatavola.cia.it/ è possibile trovare l’elenco, diviso per Regione, delle aziende disponibili ad effettuare la vendita con consegna a domicilio non solo dei prodotti freschi, ma anche piatti pronti preparati dagli Agrichef delle Aziende Agrituristiche, fiori recisi ed in vaso, piantine aromatiche e piante ornamentali per abbellire e colorare le case ed i balconi in questo inizio di primavera anomalo a causa dell’emergenza Coronavirus.

E per rispondere alle esigenze delle fasce più deboli della popolazione italiana, anziani, famiglie in difficoltà per la mancanza di lavoro, coloro i quali utilizzeranno i buoni spesa messi a disposizione dal Governo e distribuiti dai Comuni, potranno usufruire di uno sconto fino al 10% sull'acquisto dei prodotti.

Basta selezionare la regione di appartenenza, cercare tra le Aziende quella più vicina all’acquirente, prendere direttamente contatto con il referente aziendale e la spesa viene consegnata direttamente a domicilio.


Coronavirus: le iniziative di sostegno al credito e alle famiglie predisposte dalla Regioni

Numerosi sono gli interventi economici predisposti dalle Regioni di tutta Italia per sostenere i lavoratori, le famiglie e le imprese più colpite dall'emergenza Coronavirus.

Il sito della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome li ha riuniti tutti in questa pagina Coronavirus: sostegno al credito e alle famiglie.

 


Confesercenti Torino: grave crisi liquidità nei settori del Commercio e del Turismo

 

Tra i settori più colpiti dall'emergenza Coronavirus ci sono soprattutto il Commercio e il Turismo. Ecco le riflessioni e gli spunti di Carlo Chiama, Direttore di Confesercenti Torino, che illustra anche le iniziative concrete già messe in campo dall'associazione.

Il nostro comparto sta attraversando un momento di gravissima difficoltà, la vicenda del coronavirus ha provocato un vero e proprio "tsunami" nei settori del commercio, del turismo e dei servizi operati da micro e piccole imprese, che sono il nostro target di riferimento. In particolare la grande maggioranza delle attività dei nostri settori risentono delle inevitabili misure di contenimento dei movimenti delle persone e buona parte di esse (pubblici esercizi, commercio non alimentare, servizi alla persona, attività turistiche) sono chiusi per legge. Il crollo dei fatturati è stato assolutamente improvviso e va notato che si tratta di attività che hanno scarsa capacità di resistenza, perché le difficoltà di liquidità e i margini ridotti erano già un problema prima della crisi.

Da questo punto di vista la principale problematica che le nostre aziende stanno affrontando è la crisi di liquidità. Gli interventi sul credito predispositi fin ora dal Governo non riescono ancora a coprire l'esigenza di quelle micro e piccole imprese, che già prima della crisi avevano forti difficoltà di accesso al credito bancario, anche solo per la dimensione ridotta degli importi di cui hanno bisogno (spesso inferiori ai 50.000 EUR e perciò di scarso interesse per il sistema bancario). Abbiamo quindi chiesto - come associazioni del commercio e dell'artigianato - alla Regione Piemonte di predisporre qualche misura finalizzata a garantire liquidità a questi soggetti. L'Assessore regionale Tronzano ha condiviso la nostra preoccupazione, ma non è ancora stata definita un'azione concreta.

La Regione dovrebbe muoversi nella direzione di predisporre una misura di contributo a fondo perduto per le imprese che abbiano avuto un significativo calo di fatturato nei mesi di febbraio e marzo, per coprire spese di interessi e di commissione per finanziamenti ottenuti per avere liquidità. Il contributo sarà parametrato alla dimensione del finanziamento ottenuto. Si stanno valutando poi misure di finanza agevolata tramite l'intervento su garanzie, eventualmente anche d'intesa con il sistema dei confidi, andando nella direzione di quanto già avviato in altre regioni, come ad esempio, l'Emilia-Romagna.

Per quanto riguarda il ruolo dell'associazione in questa fase, oltre a rappresentare sui diversi tavoli le necessità del nostro settore e a dare un aiuto concreto in termini di analisi della normativa (chi può stare aperto, come deve operare, ecc.) e a dare aiuto concreto nell'attivazione delle pratiche urgenti (es. come ottenere gli aiuti Inps, le procedure di ammortizzatore sociale, ecc.), stiamo cercando di dare un supporto sul piano dell'innovazione tecnologica, che sarà ancora più importante dopo la crisi.

Sulla base di progettualità già avviate con la Fondazione Links (soggetto partecipato dalla Compagnia di San Paolo e dal Politecnico di Torino) e con la Fondazione Torino Wireless (soggetto gestore del Polo di innovazione ICT della Regione Piemonte) abbiamo creato un sito internet "La Spesa per la Vita" dove si possono trovare molti dei negozi, almentari e non, e dei pubblici esercizi che fanno le consegne a domicilio in questo periodo (attività consentita per tutte le categorie merceologiche). L'iscrizione nell'elenco, raccolto attraverso i nostri canali e da diverse amministrazioni comunali del territorio, è gratuito per le imprese e aperto a tutte le aziende, associate e non. E' stata anche predisposta la georeferenziazione delle attività sulla mappa e altre funzioni stanno per essere implementate sul sito. 

Nel prossimo futuro contiamo di accelerare e implementare le attività legate all'innovazione digitale, che diventerà sempre più importante e necessaria anche per le micro e piccole imprese dei nostri settori. Un tema particolarmente rilevante è la mancanza di un'adeguata cultura digitale nei piccoli imprenditori e nelle maestranze impiegate, cosa che renderà necessario un impegno e uno sforzo maggiore nella formazione. Questo tipo di sviluppo del business, per gli esercizi del commercio di vicinato, si presta bene anche ad azioni di tipo sociale e si potrebbero fare dei ragionamenti comuni con associazioni di altri settori, come la cooperazione e l'artigianato (si pensi, a titolo di esempio, a modalità di consegna della spesa a domicilio per soggetti socialmente più fragili, come anziani o famiglie fragili, unita a un'azione alla di controllo e cura).

Sono questioni da affrontare nella situazione contingente, necessarie a dare risposte ai bisogni delle aziende nell'immediato, ma che assumono una valenza di prospettiva su cui sarà importante lavorare anche in un futuro prossimo.


L'orgoglio italiano anche nel marchio e nella sede del Gruppo Unipol

In questo momento di grande emergenza per il nostro Paese, la battaglia comune che tutti stiamo combattendo contro il Coronavirus ci sta unendo profondamente attraverso una responsabilità e un impegno senza precedenti, che ci rendono ancora più orgogliosamente italiani.
Una posizione, questa, che per un Gruppo profondamente italiano come il nostro è oggi ancora più forte e sentita. Con un impegno concreto nell’assicurare, anche nelle difficoltà di questi giorni, garanzie più ampie e continuità di servizio ai nostri 16 milioni di clienti. E sostenendo con contributivi significativi chi è in prima linea contro il virus a livello sanitario e istituzionale.

Un orgoglio e un sostegno al nostro Paese che vogliamo rendere evidente anche sul nostro headquarter e nel nostro marchio, che ora vivrà in una sua “edizione tricolore”.


Riflessione e spunti di CNA Lombardia per affrontare l'emergenza

Il CNA Lombardia, per voce del Segretario Generale Stefano Binda, pone alcune riflessioni e alcuni spunti in merito alle possibili misure di contenimento dell’emergenza economica generata dal Coronavirus, in vista di una duratura ricostruzione delle prospettive dell’economia italiana ed europea nel contesto globale.

Di seguito il documento completo.


CNA Lombardia

Riflessioni e contributi per la tornare a crescere e per la ricostruzione economica e sociale post-covid 19

  1. E’ necessaria un’azione di Europa e Governi per determinare una vera e propria discontinuità rispetto alle regole del mercato degli ultimi 30 anni: la globalizzazione finanziaria ed economica, senza mediazioni e senza filtri e con regole spesso determinate dagli stessi controllati, è alla seconda grave crisi nell’arco di un decennio; una crisi esogena di matrice sanitaria, quella attuale, ma alla quale i meccanismi del mercato globale, sprovvisti di redini politiche, non sono in grado di rispondere in modo autonomo.
  2. Si avvia quindi un periodo/fase in cui, alle soluzioni congiunturali di cui già si sta discutendo, occorre affiancare soluzioni strutturali
  3. In tal senso, sarà lecito avviare una riflessione su alcuni soggetti di governo ed impulso ad oggi marginalizzati: lo Stato (a tutti i livelli) / il pubblico in primis, naturalmente a partire da un’Europa a trazione più equilibrata, non solo mitteleuropea, ma anche mediterranea
  4. Non si possono acriticamente seguire alcune voci che si augurano di ripartire come se niente fosse accaduto: bisogna riflettere sui cambiamenti da operare al sistema e, a questo proposito, sarebbe un errore escludere una trasformazione di Cassa Depositi e Prestiti in un organismo di intelligente e selettiva partecipazione pubblica ad alcuni asset o filiere di sviluppo del Paese, utile anche ad alimentare la domanda e a contestualmente promuovere, anche in chiave evolutiva, il tessuto delle micro e piccole imprese 
  5. Andrebbe avviata una riflessione sulla governance del mondo del credito, a questo proposito è molto interessante la proposta avanzata su Repubblica da Tito Boeri rispetto alla possibile mobilitazione di 40 miliardi di risorse delle Fondazioni bancarie
  6. A livello globale e macro-regionale, andrebbe messa in campo un’azione di tutela forte del modello di impresa e proprietà diffuse, più flessibili, più adeguate alla distribuzione della ricchezza, all’inclusione sociale, alla difesa dei ceti medi: il modello che ha teso all’economia di scala a tutti costi e alla concentrazione finanziaria delle funzioni economiche, parrebbe andare in crisi con un’eccessiva facilità il modello della filiera deve rimanere al centro del modello economico.
  7. Pensare a una premialità per le imprese che restano e ricollocano la loro  produzione in Italia e che esaltano il modello della filiera.
  8. La ricostruzione dovrà basarsi su un ripensamento profondo dei vincoli burocratico-amministrativi, pensare alla autocertificazione e controlli ex post,  con una riflessione immediata si impone sull’applicazione del Codice degli Appalti , valorizzare l’impresa del territorio come valore aggiunto.
  9. A livello europeo e nazionale bisogna mettere in campo poderosi investimenti infrastrutturali, che possono alimentare sia grandi sia una rete di micro e piccole opere con lo sblocco della finanza locale: sostenibilità, riassetto idro-geologico, riqualificazione periferie e piccoli borghi, opportunità di crescita qualitativa e lavoro per le piccole imprese
  10. Un serio investimento sulla “cittadinanza digitale” si impone come premessa infrastrutturale sulla banda larga per permettere a tutte le imprese di gestire con efficienza nuovi modelli organizzativi
  11. La forte rivendicazione della qualità e della funzione economica e sociale dell’artigianato e delle piccole imprese dovrà tradursi anche nel suo peso politico nelle scelte del Paese
  12. Un grande piano di ricostruzione comunitario basato sull’emissione di Eurobond: quindi, un vero e proprio debito europeo, su cui ad oggi chiaramente manca un consenso politico intergovernativo
  13. In alternativa, un grande piano di ricostruzione nazionale basato sull’emissione di titoli pubblici italiani a lunghissima scadenza e basato sulla fiducia: esenti da ogni imposta, presente e futura

Alcune proposte di merito si potrebbero da attuare subito:

  1. Garantire procedure di accesso al credito immediate, a interessi zero e da restituire nel lungo periodo
  2. Sbloccare i pagamenti che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese. Sono soldi dovuti, non una richiesta di favore
  3. Soldi in mano alle imprese, ai lavoratori autonomi e ai professionisti con partita iva: (i)innalzare il tetto dei 600 euro (in Francia al momento vengono garantiti 1.500 euro) (ii) prevedere un importo forfetario a fondo perduto da erogare sul conto corrente delle imprese. I danni economici conseguenti al blocco quasi totale delle attività devono essere ripristinati con meccanismi totalmente diversi dall’ordinarietà uscire dal solco tracciato e avere la capacità di agire sui vecchi paradigmi modellandone di nuovi.  L’attuale crisi viene definita dagli economisti “simmetrica” e colpisce ovunque e non dipende alla qualità dei bilanci pubblici o privati. Molti grandi pensatori e studiosi economici del nostro tempo, a cominciare da Mario Draghi, riflettono sulla necessità di dover immettere liquidità nelle tasche delle persone e delle piccole imprese, vero tessuto connettivo della nostra società. E’ dunque indispensabile che la CNA adotti questo pensiero laterale, da combinare alle altre misure sopra citate, e proponga con forza questa misura che potrà incidere sia sugli aspetti concreti legati alla sussistenza dell’impresa, ma anche sugli aspetti psicologici dell’imprenditore.
  4. Congelare immediatamente il rating bancario per il periodo marzo-dicembre 2020 per tutte le aziende
  5. Trasformare immediatamente le linee di credito autoliquidante (es. anticipi su fatture) in linee di cassa (conto corrente).
  6. Aumentare immediatamente le linee di credito in essere nella misura del 50%, a tassi agevolati, anche con utilizzo del fondo di garanzia PMI
  7. Rendere puntualmente disponibili i crediti d'imposta ceduti per eco e sismabonus, generati da interventi realizzati nel periodo precedente, per non mandare in sofferenza le imprese del comparto impianti/costruzioni
  8. Costituire e attivare una grande leva di garanzia pubblica per promuovere, tramite gli istituti di credito, i confidi, cassa depositi e prestiti, l’erogazione di immediata liquidità di piccolo taglio (es. 30 mila euro con restituzione a 10/20 anni) a interessi ridottissimi.

 

Nella foto il Segretario Generale Stefano Binda (archivio)

 

 


Crowdfunding Cgil Puglia: sosteniamo i più deboli della popolazione

CGIL Puglia e SPI PUGLIA, AUSER PUGLIA e LEGACOOP PUGLIA propongono una raccolta fondi per favorire la distribuzione di buoni spesa e generi di prima necessità per le famiglie in difficoltà. I fondi ricavati da questa campagna di crowdfunding saranno destinati all’ANCI Puglia per per incrementare le risorse a disposizione dei Comuni da destinare alle fasce più deboli di popolazione.

Siamo di fronte ad una delle più gravi crisi economiche dall’ultimo dopoguerra. A farne le spese sono soprattutto le famiglie che già vivevano in condizioni di povertà oltre che i tantissimi lavoratori che hanno visto interrotte le loro attività professionali e per i quali non sono previste indennità e bonus dagli ultimi decreti.

Anche una piccola donazione può fare la differenza. Questo il link per donare