Due milioni di pasti offerti in tutta italia a persone in forte difficoltà
L’altra faccia del Coronavirus è l’aumento dello stato di bisogno di famiglie e persone che già versavano in grave difficoltà economica. Per questo i dipendenti del Gruppo Unipol, gli agenti e i loro collaboratori hanno voluto contribuire ad aiutare concretamente chi ha bisogno di beni essenziali per sopravvivere.
Il progetto è stato accompagnato dall’iniziativa “Noi persone Unipol orgogliosamente italiani perché...” in cui ogni collega ha inviato una fotografia scattata nel periodo di lockdown, accompagnandola con un pensiero di identificazione nella missione nazionale di resilienza e superamento dell’emergenza.
Grazie alla grande partecipazione delle persone di Unipol, è stato possibile raggiungere l’obiettivo di donare 2 milioni di pasti che verranno distribuiti, sotto forma di generi alimentari, dalla Rete Banco Alimentare attraverso 7.500 associazioni e strutture caritative che offrono in tutta Italia aiuto a persone in difficoltà.
Un gesto rivolto a tutti coloro che oggi, anche a causa degli effetti economici della pandemia, non hanno la possibilità di sostenere la spesa minima per la loro alimentazione. È anche un segnale di attenzione da parte dell’intero mondo Unipol che conferma il suo impegno per la collettività, coerentemente con i principi di responsabilità sociale che il Gruppo persegue da sempre. Dal 1989 la Rete Banco Alimentare recupera eccedenze dalla filiera-agroalimentare ed effettua raccolte nazionali - tra cui la Colletta Alimentare, un’altra iniziativa sostenuta dal Gruppo Unipol per distribuire generi alimentari a persone bisognose.
Presentato il XII Rapporto dell'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza
L'insicurezza globale - la percentuale di persone frequentemente preoccupate da almeno una delle questioni “ambiente e natura", “sicurezza alimentare", “guerre" e “globalizzazione" - rappresenta la principale paura degli italiani nella Fase 2 dell'emergenza Covid-19, coinvolgendo a maggio 2020 il 78% del campione di popolazione analizzato, un dato in calo rispetto all'81% della Fase 1 (rilevamento du marzo), ma superiore rispetto al 75% rilevato a gennaio (stesso valore del 2019).
L'incertezza economica inquieta invece circa il 60% dei cittadini, dopo il comprensibile picco (69%) registrato durante la Fase 1, un valore ben superiore a quello rilevato nel gennaio di quest'anno (58%). In calo del 4%, invece, l'insicurezza legata alla criminalità (32% a maggio 2020 rispetto al 36% di gennaio, probabilmente a causa della prolungata quarantena).
L'84% degli italiani, nella Fase 2 dell'emergenza Covid-19, dichiara inoltre di aver paura del Coronavirus (56% a febbraio 2020), ma la preoccupazione è in calo rispetto ai mesi di aprile (90%) e marzo (96%). Le più preoccupate risultano essere le donne (89%), il timore cresce, anche considerando l'età media delle vittime della pandemia, dai 45 anni in avanti. Infine, per il 62% degli intervistati, il Coronavirus avrà effetti negativi sulle opportunità per il futuro.
È quanto emerge dal dodicesimo rapporto dell'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, realizzato da Demos&Pi e Fondazione Unipolis, che, in questa edizione, ha effettuato quattro rilevazioni demoscopiche che indagano sull'evoluzione del senso di insicurezza in seguito all'esplosione della pandemia da Covid-19 e sulla percezione sociale dell'emergenza.
I risultati del rapporto sono stati presentati oggi, venerdì 12 giugno 2020, nel corso di un evento online, dal gruppo di ricerca costituito da Fabio Bordignon, docente Università di Urbino, Luigino Ceccarini, docente Università di Urbino e Ilvo Diamanti, docente Università di Urbino nonchè direttore scientifico di DemosΠ sono poi stati discussi da Pierluigi Stefanini, presidente Gruppo Unipol e Fondazione Unipolis, Marco Balzano, scrittore, ed Eva Giovannini, giornalista e scrittrice.
"Nel gennaio 2020 i principali indici di insicurezza riproducevano l'andamento già delineato nel 2019 suggerendo una stabilizzazione dell'inquietudine sociale. Poi è arrivato il virus: l'insicurezza e la paura si sono diffuse. L'emergenza ha cambiato i nostri stili di vita, ha rafforzato il legame di fiducia tra le persone, la cautela verso gli altri e ha favorito il consenso verso il Governo, espresso da 2 italiani su 3, perché di fronte a un pericolo comune si cercano riferimenti comuni", ha osservato Ilvo Diamanti. "Lo scorrere del tempo ha però risollevato la tradizionale competenza degli italiani ad adattarsi alle emergenze e gli indici di paura hanno iniziato a scendere. Da tempo siamo "sicuri di essere insicuri" e ci adeguiamo ai cambiamenti, mascherati e cauti davanti agli altri, ci diamo il gomito invece che la mano. Più che di resistenza, parlerei di resilienza, la capacità di reagire a traumi e fratture e di risalire la china, ricostruendo il tessuto sociale originario e i fondamenti della nostra identità nazionale insieme a chi è più vicino a noi. Penso – ha concluso Diamanti – che stiamo assistendo a una nuova resilienza".
"Il quadro che emerge dalla ricerca evidenzia come occorra una strategia capace di investire sull'educazione alla salute, prevenzione e consapevolezza del ruolo che ciascuno di noi può svolgere per tutelare non solo la sua salute, ma quella dell'intera comunità", ha dichiarato Pierluigi Stefanini. "Credo si debba accrescere la coscienza civica, perché solo in dimensione collettiva e cooperativa si affrontano le pandemie, per questo è importante incentivare la partecipazione democratica, attivare percorsi di cittadinanza. Ma per tutto ciò bisogna trovare modalità ed approcci nuovi che sfruttino il digitale, sia in sanità che in formazione che nei processi democratici, a partire dalla declinazione di una vera e propria strategia digitale del Paese".
Gli stili di vita e il Coronavirus
Il virus, insieme ai decreti del Governo, ha cambiato in profondità abitudini e stili di vita degli italiani che tuttavia si modificano ulteriormente nel passaggio dalla Fase 1 alla Fase 2: se a marzo la totalità degli intervistati dichiarava di evitare il più possibile di uscire di casa (96%) e di incontrare persone che non siano stretti familiari (95%), il dato scende in generale intorno all'80% a maggio.
Nel frattempo, si è consolidata l'abitudine a indossare una mascherina o una protezione per bocca e naso ogni volta che ci si avventura fuori dalle mura domestiche: a marzo il 60% aveva già adottato questa precauzione, a maggio si è saliti al 96%, anche per effetto delle prescrizioni in questo senso attive in molti territori.
Quasi una persona su due ha sospeso l'attività lavorativa oppure è ricorsa allo smart working: 47% a marzo, che scende poi al 42%. Più di una persona su tre ha fatto scorte di cibo e altri prodotti: 37%, nella fase del lockdown.
Nella Fase 2 dell'emergenza, l'80% degli italiani si dichiara disponibile a sottoporsi a un test sierologico per il Coronavirus, il 68% a sottoporsi al vaccino non appena disponibile, mentre solo il 38% a installare una App di tracciamento sul proprio telefono. La preoccupazione per un eccesso di controllo emerge anche dal crollo della percentuale, tra marzo e maggio, di persone che crede che per garantire la sicurezza di tutti lo Stato deve limitare le libertà dei cittadini e aumenta tantissimo la percentuale di persone che crede che anche in una situazione di emergenza le persone devono essere libere di muoversi, di incontrarsi e lavorare.
Il 43% della popolazione è convinto che l'epidemia durerà almeno un anno, una consapevolezza in netta crescita rispetto al valore rilevato nel mese marzo (quando il 73% degli italiani era certo che la situazione si sarebbe risolta in alcuni mesi).
Guardando al futuro, il 37% degli intervistati ritiene che il Covid-19 cambierà i propri comportamenti almeno per i prossimi sei mesi, il 20% per almeno un anno. Solo il 10% ritiene che i cambiamenti saranno definitivi, al contrario il 17% dichiara che il virus non porterà a modificare le abitudini delle persone.
Il 62% degli italiani ritiene che il Coronavirus avrà effetti negativi sulle opportunità per il futuro, il 15% conseguenze positive e nessun effetto il 19%.
Se si considera la diffidenza nei confronti delle altre persone, la metà degli italiani dichiara di non esserlo, il 31% risulta diffidente solo nei confronti delle persone che con conosce, il 20% nei confronti di tutti.
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Il Gruppo Unipol dona 200 mila euro all’Ospedale Martini di Torino
Il Gruppo Unipol, da subito pronto a sostenere le aree più colpite dall’emergenza Coronavirus, con significative donazioni per dare risposte concrete ai bisogni del Paese, non si è dimenticato di Torino, una delle principali sedi della Compagnia assicurativa. Ha infatti recentemente donato all’Ospedale Martini dell’ASL Città di Torino, in particolare al Reparto di Terapia Intensiva guidato dal dott. Mauro Navarra, la somma di 200 mila euro per l’acquisto di apparecchiature e materiali di protezione e di gestione del malato per garantire e facilitare il lavoro dei medici e degli operatori sanitari.
Tali strumentazioni saranno di supporto alle attività dell’Ospedale anche in futuro, dopo l’emergenza Covid19. Nessuna parola, nessun commento può dare il giusto riconoscimento a tutto il personale sanitario dell’Ospedale Martini che ha svolto il proprio lavoro in questo drammatico periodo con umanità, professionalità e abnegazione, salvando vite umane. Può essere perfino sbagliato chiamarli eroi, termine che sottolinea una componente di eccezionalità. Invece è nella quotidianità che medici, infermieri, addetti alle pulizie hanno operato e operano, con professionalità e umiltà, vivendo il successo di una guarigione come un loro personale successo.
Un futuro più giusto. Il libro di Fabrizio Barca e Patrizia Luongo in libreria dal 28 maggio
È urgente imboccare la strada di un futuro più giusto, prendendo di petto il problema dei problemi: le gravi disuguaglianze e il senso di ingiustizia e impotenza che mortificano il paese. La crisi Covid-19 ha reso ancora più evidente questo stato di cose e ha aperto molteplici scenari. Come evitare che gli squilibri di potere e di ricchezza crescano ancora? O che prevalga una dinamica autoritaria? Quali sono le cause delle disuguaglianze e le responsabilità della politica e delle politiche? È possibile indirizzare l’accelerazione della trasformazione digitale alla diffusione di conoscenza e alla creazione di buoni lavori? E come? Come far funzionare la «macchina pubblica» e assicurare il confronto democratico sulle decisioni? Come assicurare dignità e partecipazione strategica al lavoro? Come affrontare la crisi generazionale? Sviluppando le «15 proposte per la giustizia sociale» elaborate dal Forum Disuguaglianze Diversità, alleanza originale di cittadinanza attiva e ricerca. E’ la strada descritta nel volume “Un futuro più giusto. Rabbia, conflitto e giustizia sociale”, pubblicato da Il Mulino e curato da Fabrizio Barca e Patrizia Luongo, in libreria dal 28 maggio. Il volume offre una risposta a queste domande, fornendo uno schema concettuale per affrontare l’incertezza e soluzioni operative per cambiare rotta.
L’omaggio di Libera Catanzaro a Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte
Anche una delegazione di Libera Catanzaro era presente oggi alla commemorazione in ricordo e memoria di Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte, i due netturbini uccisi 29 anni fa dalla ‘ndrangheta. “Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte sono stati uccisi il 24 maggio 1991, per la strada, mentre lavoravano. Di mattina presto - ricordano da Libera in un video dedicato - come spesso gli capitava, a raccogliere la spazzatura che quello era il loro lavoro secondo i turni e i compiti che gli venivano assegnati. Brava gente, lavoratori onesti, caduti non per propria colpa ma per l’avidità insaziabile e la ferocia delle cosche lametine. Detta così è una storia crudele ma come tante altre, come tutte le altre storie di vittime innocenti cadute per mano mafiosa. E così la conoscevamo anche noi, per averla letta all’epoca o in qualcuna delle rare ricostruzioni successive. Poi, quando nacque il coordinamento di Libera Catanzaro si dovette scegliere a chi intitolarlo, e quella storia riemerse chissà da quale meandro della memoria di qualcuno di noi e divenne presto, subito, un pezzo della nostra memoria collettiva. Fu quasi casuale quella scelta, fu molto fortunata. Perché da allora conoscemmo i Cristiano e i Tramonte, le due famiglie che custodivano nel proprio scrigno i gesti, la dolcezza, i ricordi, il dolore, l’aspettativa di giustizia, la solitudine, lo sconcerto, il rimpianto. E ce lo consegnarono quello scrigno, ce ne fecero dono rendendoci così parte, per sempre, di tutto quello che non finisce con la morte, di tutto quello che nessuna ’ndrina può distruggere. Da quel momento abbiamo cercato di ricordarli in tanti modi, con una partita di rugby, con i premi per le scuole e per le tesi, con una manifestazione all’alba, con la presenza ogni volta che era possibile, ma soprattutto da quel momento Pasquale e Francesco sono divenuti parte di noi e con noi attraversano questa terra in attesa che qualcosa accada. Che venga giustizia finalmente, che i buoni vincano contro i cattivi, che non si muoia più per un appalto pubblico, che venga l’aria dolce di una mattina di maggio senza portare l’odore della morte”. Ecco il video pubblicato su Facebook.
https://www.facebook.com/coordinamentoLiberaCatanzaro/videos/vb.379964832185094/2668439686736490/?type=2&theater
La sicurezza e l'insicurezza sociale in Italia e in Europa
Venerdì 12 giugno alle ore 11 in diretta streaming sarà presentato il XII Rapporto dell'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, Realizzato da Fondazione Unipolis e Demos&Pi.
L’iniziativa, con la direzione scientifica del professor Ilvo Diamanti, è nata con l’intento di rendere permanenti le indagini e le riflessioni sulla percezione sociale della sicurezza in Italia e in Europa.
L’inchiesta campionaria di quest’anno si è svolta in più momenti, per fotografare l’andamento degli indici di insicurezza sociale ed economica durante le diverse fasi dell’emergenza Coronavirus in Italia. L'edizione del 2020 ha avuto inoltre un focus specifico sul tema delle paure digitali e delle insicurezze legate alla fruizione della rete nei suoi molteplici aspetti: privacy, dati, sicurezza e controllo, modalità di utilizzo.
Nei prossimi giorni sarà disponibile il programma dell'evento
Oliviero: in Campania alto rischio usura
Le dichiarazioni di Giuseppe Oliviero Presidente CNA Napoli e CRU Unipol Campania all'AGI sul rischio usura in Campania a causa dell'emergenza Covid e della carenza di liquidità delle aziende.
L’ASviS lancia ASviSlive, tre eventi online per avvicinarsi al Festival dello sviluppo sostenibile
Riflettere insieme sul rilancio del Paese verso un futuro sostenibile e sollecitare il dibattito sulle politiche per cambiare modello di sviluppo nella direzione indicata dall’Agenda 2030. È l’obiettivo dell’iniziativa “ASviS Live: tre passi verso il Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020”: tre eventi trasmessi in diretta streaming sui canali dell’ASviS (L'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) e dell’Ansa il 21 maggio, il 28 maggio e il 4 giugno, come percorso di avvicinamento alla manifestazione, riprogrammata dal 22 settembre all'8 ottobre a causa dell’emergenza sanitaria.
Durante i tre appuntamenti, realizzati in collaborazione con i partner del Festival 2020 e con il supporto dei media partner Ansa e Rai, sono previsti momenti di coinvolgimento online del pubblico, anche per recepire suggerimenti sui temi da approfondire nel corso del Festival. I tre eventi di ASviSliveverranno trasmessi in streaming sul sito festivalsvilupposostenibile.it, sul sito asvis.it, sulla pagina Facebook, sul canale Youtube e sul sito Ansa.it e ANSA2030. Inoltre, sarà possibile partecipare al dibattito sui social utilizzando gli hashtag #versoilfestival e #ASviSlive.
A causa dell’attuale condizione sanitaria, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che con 270 aderenti è la più grande rete di organizzazioni della società civile mai creata in Italia, ha deciso di posticipare all’autunno il Festival dello sviluppo sostenibile, iniziativa articolata e diffusa, che trova il suo senso proprio nella mobilitazione, nell’incontro e nel confronto tra le persone, per sensibilizzare la popolazione sui temi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e spingere il governo al rispetto degli impegni presi in sede Onu nel 2015. In questo modo, il Festival si svolgerà in contemporanea con vari eventi internazionali, tra cui il quinto anniversario della firma dell’Agenda 2030, che verrà celebrato durante la 75asessione dell’Assemblea generale dell’Onu.
“ASviS Live: tre passi verso il Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020”
1° ASviSlive - 21 maggio ore 15:30 - “Orientare le scelte, disegnare il futuro” sull’importanza di pensare e progettare un futuro sostenibile. Verrà presentato il nuovo sito “FUTURA network”, una piattaforma creata dall’ASviS per stimolare la riflessione e il dibattito sui futuri possibili a partire dai temi proposti dall’attualità.
2° ASviSlive - 28 maggio ore 15:30 - “Verso una ripresa trasformativa all’insegna della resilienza e della sostenibilità” sull’urgenza di un percorso di trasformazione verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale. Parteciperanno rappresentanti del mondo delle imprese e del terzo settore e verranno presentate alcune iniziative degli aderenti dell’ASviS per contribuire alla ripartenza del Paese, visibili sulla pagina del portale ASviS dedicata ad #AlleanzaAgisce.
3° ASviSlive - 4 giugno ore 15:30 - “Ambiente, salute e società sostenibili: alla scoperta delle connessioni” sulle interazioni tra gli ambienti naturali e quelli antropizzati e sulle loro rispettive vulnerabilità. Imprese e istituzioni a confronto sul superamento della crisi nel rispetto dei criteri di sostenibilità. Per celebrare la Giornata mondiale dell’Ambiente, l’evento ospiterà il collegamento con la Living Chapel, un’installazione realizzata nell’Orto Botanico di Roma, punto di riflessione sull’importanza della tutela dell’ambiente, alla luce dell’Agenda 2030 e dell’Enciclica di Papa Francesco, Laudato Si’.
Monica Genovese nominata Presidente del Cru Sicilia
Monica Genovese, segretaria regionale Cgil, è stata nominata ieri presidente del Cru Sicilia. Subentra a Rosa Giovanna Castagna, presidente Cia Sicilia. “ È una grande responsabilità – ha detto la Genovese – in particolare in questo momento segnato dalla crisi economica e sociale da Covid-19 , ma nello stesso tempo anche una opportunità da cogliere e sviluppare, attraverso una logica concertativa che vede insieme associazioni datoriali e sindacali per rispondere alle esigenze dei territori e ai bisogni delle persone, a partire dalla condizione delle Aree Interne e dalla drammatica situazione in cui versa il turismo “.
Tantissimi auguri di uno lavoro da tutti i presidenti e gli staff dei Consigli CRU di tutte le altre regioni italiane.