Unipol al 1° posto in Italia per reputazione: da quattro anni leader nel settore assicurativo e bancario

Il Gruppo Unipol si conferma, per il quarto anno consecutivo, al primo posto per reputazione nei settori assicurativo e bancario in base alla classifica 2020. La graduatoria è frutto della misurazione, su molteplici stakeholder, della reputazione di circa 400 aziende operanti in Italia. La classifica, è stata diffusa oggi da The RepTrak Company, azienda globale leader nella misurazione e gestione della corporate reputation.

Unipol consolida la sua leadership e entra nella fascia reputazionale “forte” (nella quale sono presenti le aziende con un punteggio superiore ai 70 punti) con un punteggio pari a 73,0 (era 67,6 nel 2019), aumentando il distacco a quasi 6 punti rispetto alla media delle aziende del comparto assicurativo in Italia (+3,6 punti vs 2019) e a 7,5 punti rispetto a quella delle società del settore finanziario (+5,4 punti vs 2019).

Il profilo reputazionale di Unipol si fonda prevalentemente sulle ottime percezioni del general public legate a prodotti/servizi, performance e innovazione:

  • i prodotti sono considerati affidabili;
  • la gestione sinistri è tempestiva;
  • l’assistenza al cliente alta e professionale;
  • la solidità patrimoniale e le forti prospettive di crescita sono aspetti altrettanto rilevanti perché costituiscono una garanzia per il futuro;
  • la ricerca e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche sono considerati elemento distintivo grazie al know-how consolidato in tema di telematica applicata al business assicurativo.

Il Gruppo Unipol è percepito, nella mente degli italiani, sempre più come partner affidabile e punto di riferimento per lo sviluppo dei grandi temi dell’agenda Paese.

Unipol considera la reputazione una leva manageriale capace di attivare un cambiamento culturale che può promuovere la creazione di valore e adotta un approccio integrato che tiene in costante allineamento le attività di costruzione e di protezione della reputazione. Il modello operativo di reputation management in Unipol si caratterizza anche per ampiezza di analisi (sono sette i gruppi di stakeholder di cui si raccolgono periodicamente percezioni e aspettative: opinione pubblica, dipendenti, clienti, agenti, comunità finanziaria, giornalisti, istituzioni), prospettiva interna/esterna che permette di confrontare percezioni e aspettative sia interne (top management e dipendenti) che esterne all’azienda (altri pubblici) e infine un allineamento strategico con il quale le diverse funzioni aziendali sono chiamate a contribuire alla realizzazione degli obiettivi reputazionali (creazione e protezione) partendo da un cruscotto di lavoro e azioni condivise.

L’esperienza nel reputation management si è tradotta anche in una soluzione assicurativa per rispondere all’evoluzione del contesto socio-economico dove il rischio reputazionale è tra i principali percepiti. La copertura permette di tenere indenne l’azienda assicurata dagli eventuali danni economici originati da eventi mediatici negativi, anche con riferimento alla perdita di valore del marchio


#civuolepassione. 6 appuntamenti online per parlare di lavoro.

Continua l'impegno del Gruppo Unipol e del CRU Unipol Toscana mirato a ridisegnare le mappe del lavoro contemporaneo, anche alla luce degli shock e dei cambiamenti che abbiamo vissuto a causa dell’emergenza globale scatenata da Covid-19.

È per questo che, nell'ambito del percorso "Il lavoro che ha senso", sono stati programmati 6 appuntamenti online dal 25 giugno, ogni martedì e giovedì, dalle 14.30 alle 15.00 in diretta su sulle pagine Facebook del Gruppo tra le quali quella dei Cru Unipol.

Un'esplorazione di senso con interviste di approfondimento e con le storie di chi lavora animato da una grande passione, dal titolo #civuolepassione (per affrontare tutto questo).  L'obiettivo di questi appuntamenti sarà quello di indagare per cercare di comprendere cosa sta succedendo al lavoro, imparando da chi è riuscito a reinventarsi, cercando di trovare nuove energie ed ispirazione da chi ha passione passione per ciò che si fa.

Il video del primo appuntamento di martedì 23 giugno 2020

https://www.facebook.com/lavorochehasenso/videos/vb.113989133338967/613200262664845/?type=2&theater

 

L'intervista con Ivan Carozzi

https://www.facebook.com/lavorochehasenso/videos/264010691541664/

 

L'intervista con Patrizia Asproni

https://www.facebook.com/lavorochehasenso/videos/891086698060731/UzpfSTEwNTg3OTIzNzgxNTIzODoxNTQwMzgzNTYzMzI2NTk/

 

L'intervista con Alessia Rotolo

https://www.facebook.com/lavorochehasenso/videos/632078654071699/UzpfSTUxNjQ1NjI4ODUxNzM1MzoxNjQ0NDUyOTI5MDUxMDEx/

 

L'intervista con Maurizio Carucci

https://www.facebook.com/lavorochehasenso/videos/996555554109018/

 

L'intervista con Pasquale Polito

https://www.facebook.com/lavorochehasenso/videos/206010424021844/?epa=SEARCH_BOX

 

L'intervista con Marwa Mahmoud

https://www.facebook.com/lavorochehasenso/videos/1652420091605580/?__tn__=K-R&eid=ARDVANfBo71vs5ivCNtKYzfE54s2JzkP5P3Puf8T1JKxal22U9LLZXzoj8zeKN9sN6IRpX2FqyORJ9r1&fref=mentions&__xts__[0]=68.ARB_Ssv1nmgxDkd2MUYoAGCjOvgFlbsG-bLzVcV2UKyMoQ1niYpt3alUjikXG-sfBPiJffN4tJ7IfM-qVeGV_CCLoCCFckLmuKMBigXv_xn6m5vUa6sJ4qSmmoNziT1VqcqGm5U9d6YSawDi0FIgI8saiuxrsLvYuScXEWsGe0-ud7Lwa7g5A7stDaecYeYSNMF8yEDCubyHvJxRsO8jryIi5n9-Cce6IdqdBg4awXD-CwXdO1f3zBJRr1hwQI-T8u3_t13KFdIuxQv-hVIkzTvr2qdwaMXeRHyPGN3Jm49iR1ODLkN8EZa0R-lipWotBgg_


Bellezza Italia. Presentato il nuovo intervento legato ai Giardini Panteschi di Pantelleria

 Monitorare e censire i giardini panteschi di Pantelleria, realizzati sull’isola siciliana seguendo l’arte dei muretti a secco per proteggere le piante dai forti venti. Far conoscere questi luoghi green attraverso itinerari e passeggiate tra i “giardini” più significativi, ma anche dare indicazioni utili, attraverso un vademecum, per replicare un giardino pantesco in ambienti simili. È questo il triplice obiettivo del nuovo intervento Giardini sul mare che Legambiente e il Gruppo Unipol intendono mettere in campo nell’ambito del progetto Bellezza Italia volto al recupero e alla riqualificazione di aree del nostro Paese di inestimabile valore e bellezza e che, in questo caso, mira a valorizzare il prezioso patrimonio paesaggistico-agronomico di Pantelleria. L’isola siciliana rappresenta, infatti, un caso esemplare di uso intelligente delle risorse che ha consentito nei secoli lo sviluppo equilibrato di un sistema agricolo complesso e articolato, dimostrando di essere un importante modello di adattamento al clima in una situazione di scarse risorse idriche che metterà sempre più aree del mediterraneo in questa condizione.

Le caratteristiche uniche di questo paesaggio sono state sottolineate dai riconoscimenti UNESCO (relativamente alla forma di allevamento della vite e alla pratica di costruzione dei muretti a secco), dalla recente istituzione di un Parco Nazionale che proprio nel paesaggio ha le sue più forti motivazioni, dalla iscrizione del paesaggio della pietra a secco di Pantelleria nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici, istituito presso il Mipaaf.

“Con questo nuovo intervento – spiega Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente – vogliamo far conoscere e riscoprire un’altra bellezza del nostro Paese che arriva dalla Sicilia e che unisce agricoltura, valorizzazione del territorio, ma anche lotta ai cambiamenti climatici. Grazie infatti allo sviluppo di adattamenti in grado utilizzare al meglio le risorse locali, l’agricoltura di Pantelleria si è mantenuta attiva ed ha sostenuto la vita degli abitanti dell’Isola per un lunghissimo periodo della storia del Mediterraneo, creando un paesaggio agrario con caratteristiche uniche che racconteremo con questo progetto, invitando anche a replicare la realizzazione di questi giardini panteschi che hanno una grande capacità di resilienza anche in presenza di forti limitazioni ambientali”.

“Con l’intervento a Pantelleria – dichiara Marisa Parmigiani, Responsabile Sostenibilità Gruppo Unipol – si conclude il secondo protocollo tra il Gruppo Unipol e Legambiente volto alla cooperazione per interventi di recupero e tutela delle bellezze paesaggistiche del nostro Paese, attraverso interventi partecipativi che coniugano Cittadinanza attiva e sapere scientifico, di cui, appunto, il recupero degli orti pantelleschi è emblematico. Soprattutto in un momento come questo, in cui c’è bisogno di sviluppare e diffondere modelli di produzione sostenibile, ci auguriamo che il manuale per un’agricoltura resiliente ai cambiamenti climatici in atto possa trovare numerosi utilizzatori anche oltre i confini.”

Il progetto proposto da Legambiente, che nelle sue diverse fasi si avvarrà della collaborazione dell’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria e del Dipartimento di Scienze agrarie alimentari e forestali dell’Università degli Studi di Palermo, si articolerà in due fasi. La prima prevede un’azione di monitoraggio e censimento del patrimonio e dello stato dei giardini panteschi presenti (si stima in numero variabile da 300 a 400) con la geo-localizzazione dei manufatti e l’elaborazione di un protocollo di rilievo per acquisire dati di tipo fisico (tipologia e la natura geologica dei materiali utilizzati e le tecnologie costruttive adottate, valutazioni sull’età, condizione della costruzione). Seguirà una ricerca sulla biodiversità presente nel giardino (specie coltivata e sullo stato colturale, flora spontanea o fauna) e lo studio della caratterizzazione microclimatica del giardino pantesco. Oltre al semplice effetto di protezione dal vento, i giardini di questo tipo intervengono sul microclima amplificando l’entità e la durata con la quale si verificano i fenomeni di condensa del vapore d’acqua contribuendo così, in misura significativa, ai fabbisogni idrici della pianta coltivata al suo interno. Per questo il giardino pantesco può essere considerato a buon titolo come un caso estremo di tecniche di utilizzo di una risorsa ambientale (l’acqua deposta per condensazione sulle superfici dei muri a secco e della vegetazione) che normalmente è trascurata in altri contesti agricoli, ma che a Pantelleria, come in molte altre isole del Mediterraneo, può diventare una parte significativa del ciclo dell’acqua e compensare la limitata disponibilità di acqua di precipitazione o irrigua. Tutto questo evidentemente assume particolare interesse in considerazione dei cambiamenti climatici e della crescente carenza di acqua da destinare a fini agricoli.

“Ringrazio Legambiente e il Gruppo Unipol per aver scelto Pantelleria per il nuovo progetto Bellezza Italia e la Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo che contribuirà con delle idee progettuali alla diffusione di questo intervento – dichiara Salvatore Gino Gabrielepresidente dell’Ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria -. Il giardino pantesco rappresenta nel suo genere sia per caratteristiche architettoniche -monumentali sia per la funzione ecosostenibile un unicum di un microcosmo che è l’isola di Pantelleria, dove il rapporto simbiotico fra natura e uomo ha saputo trasformare ciò che la natura ha creato da un vulcano sommerso. Grazie a questa collaborazione con Legambiente e il Gruppo Unipol, il Parco intende avviare un progetto di valorizzazione dei giardini panteschi sparsi in tutta l’isola, avviando anche un progetto di vera e propria ristrutturazione grazie alla collaborazione con i proprietari dei giardini. Un percorso legato alla consapevolezza dell’enorme patrimonio culturale e ambientale presente sull’isola dal quale potremmo trarre dei grandi benefici per tutti. La bellezza trova a Pantelleria suoi punti di forza, il nostro compito è saperla accarezzare”.

L’altra fase del progetto prevedrà la definizione di un itinerario nei “giardini” più significativi dell’isola con attività di trekking e passeggiate. L’itinerario verrà segnalato e pubblicizzato sull’isola, sarà inoltre percorso e mappato su traccia gpx e riprodotto schematicamente su cartina virtuale in modo da visualizzarne immediatamente le dimensioni e le caratteristiche di base. Infine verrà realizzato un breve vademecum con le indicazioni fondamentali per replicare un giardino pantesco in ambienti similari.

 Bellezza Italia non è però l’unico fronte della collaborazione tra il Gruppo Unipol e Legambiente che si articola infatti su diversi ambiti, con il duplice obiettivo di qualificare l’impegno ambientale del Gruppo Unipol nel Paese ed accrescere la consapevolezza dei suoi stakeholder diretti sull’importanza di tutelare e valorizzare il nostro territorio, e in una serie di azioni mirate allo sviluppo di politiche attive e strumenti adeguati a migliorare la resilienza al cambiamento climatico in Italia. Legambiente collabora, infatti, con Unipol anche per progetti riguardanti rischi derivanti dalle calamità naturali, per evidenziare aree e comportamenti di rischio, identificare politiche, interventi ed azioni per la promozione della resilienza e la manutenzione del territorio, anche partecipando a progetti pilota di sensibilizzazione ed educazione.

(foto di copertina di Parco Nazionale Isola di Pantelleria)

 

https://www.facebook.com/progetto.BellezzaItalia/videos/2757591431013416/

https://www.facebook.com/progetto.BellezzaItalia/videos/3408173002539825/


L'impegno del Gruppo Unipol per uno sviluppo sostenibile. Il report sul 2019.

 

Con la recente diffusione del Bilancio Integrato, Unipol Gruppo rimane coerente nella scelta di integrare la Dichiarazione Non Finanziaria, nella Relazione Integrata di Gestione del Bilancio Consolidato. Unipol crede infatti che l’innovazione nei prodotti, nei processi e negli strumenti si debba coniugare con  impegni tangibili  in tema di sviluppo di politiche sostenibili, per rafforzare la capacità di creare valore nel tempo a beneficio di tutti gli stakeholder.

Avere una strategia orientata alla sostenibilità significa per il Gruppo Unipol focalizzare il proprio impegno, avendo come primario obiettivo il miglioramento della qualità della vita dei clienti, proponendo soluzioni per la tutela, il supporto e la realizzazione dei loro progetti, ed essere partner di imprese, istituzioni, comunità territoriali per affiancarne lo sviluppo e promuoverne il benessere.

Il Piano Strategico “Mission: Evolve” (presentato nel 2019 e valido fino al 2021) risponde a queste istanze individuando in «Valore condiviso e sviluppo sostenibile» una delle direttrici strategiche, con l’obiettivo di creare valore condiviso attraverso strategie di business che contribuiscano concretamente allo sviluppo sostenibile di persone, imprese e territori, in coerenza con i Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda ONU 2030, con un impatto particolare sul 3 (Salute e  Benessere), 8 (Lavoro Dignitoso e Crescita Economica) e 11 (Città e Comunità Sostenibili).

Nell'ottica di evidenziare il lavoro svolto nel 2019 in merito agli obiettivi individuati, assieme alla presentazione  Bilancio Integrato 2019 del Gruppo Unipol,  è stato anche diffuso un opuscolo di approfondimento ("La Creazione di Valore 2019" ) e sono stati pubblicati i video tematici  su Ambiente, Governance  e Investimenti Sostenibili.

https://youtu.be/WnqEb-GuW9g

https://youtu.be/UOBCpCzXkmA

https://youtu.be/wp3RGwp6bKA

https://youtu.be/NARje_jVNJU

https://youtu.be/SO9ZywzsjXc

 


Due milioni di pasti offerti in tutta italia a persone in forte difficoltà

L’altra faccia del Coronavirus è l’aumento dello stato di bisogno di famiglie e persone che già versavano in grave difficoltà economica. Per questo i dipendenti del Gruppo Unipol, gli agenti e i loro collaboratori hanno voluto contribuire ad aiutare concretamente chi ha bisogno di beni essenziali per sopravvivere.

Il progetto è stato accompagnato dall’iniziativa “Noi persone Unipol orgogliosamente italiani perché...” in cui ogni collega ha inviato una fotografia scattata nel periodo di lockdown, accompagnandola con un pensiero di identificazione nella missione nazionale di resilienza e superamento dell’emergenza.

Grazie alla grande partecipazione delle persone di Unipol, è stato possibile raggiungere l’obiettivo di donare 2 milioni di pasti che verranno distribuiti, sotto forma di generi alimentari, dalla Rete Banco Alimentare attraverso 7.500 associazioni e strutture caritative che offrono in tutta Italia aiuto a persone in difficoltà.

Un gesto rivolto a tutti coloro che oggi, anche a causa degli effetti economici della pandemia, non hanno la possibilità di sostenere la spesa minima per la loro alimentazione. È anche un segnale di attenzione da parte dell’intero mondo Unipol che conferma il suo impegno per la collettività, coerentemente con i principi di responsabilità sociale che il Gruppo persegue da sempre. Dal 1989 la Rete Banco Alimentare recupera eccedenze dalla filiera-agroalimentare ed effettua raccolte nazionali - tra cui la Colletta Alimentare, un’altra iniziativa sostenuta dal Gruppo Unipol per distribuire generi alimentari a persone bisognose.


Presentato il XII Rapporto dell'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza

L'insicurezza globale - la percentuale di persone frequentemente preoccupate da almeno una delle questioni “ambiente e natura", “sicurezza alimentare", “guerre" e “globalizzazione" - rappresenta la principale paura degli italiani nella Fase 2 dell'emergenza Covid-19, coinvolgendo a maggio 2020 il 78% del campione di popolazione analizzato, un dato in calo rispetto all'81% della Fase 1 (rilevamento du marzo), ma superiore rispetto al 75% rilevato a gennaio (stesso valore del 2019).

L'incertezza economica inquieta invece circa il 60% dei cittadini, dopo il comprensibile picco (69%) registrato durante la Fase 1, un valore ben superiore a quello rilevato nel gennaio di quest'anno (58%). In calo del 4%, invece, l'insicurezza legata alla criminalità (32% a maggio 2020 rispetto al 36% di gennaio, probabilmente a causa della prolungata quarantena).

L'84% degli italiani, nella Fase 2 dell'emergenza Covid-19, dichiara inoltre di aver paura del Coronavirus (56% a febbraio 2020), ma la preoccupazione è in calo rispetto ai mesi di aprile (90%) e marzo (96%). Le più preoccupate risultano essere le donne (89%), il timore cresce, anche considerando l'età media delle vittime della pandemia, dai 45 anni in avanti. Infine, per il 62% degli intervistati, il Coronavirus avrà effetti negativi sulle opportunità per il futuro.

È quanto emerge dal dodicesimo rapporto dell'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, realizzato da Demos&Pi e Fondazione Unipolis, che, in questa edizione, ha effettuato quattro rilevazioni demoscopiche che indagano sull'evoluzione del senso di insicurezza in seguito all'esplosione della pandemia da Covid-19 e sulla percezione sociale dell'emergenza.

I risultati del rapporto sono stati presentati oggi, venerdì 12 giugno 2020, nel corso di un evento online, dal gruppo di ricerca costituito da Fabio Bordignon, docente Università di Urbino, Luigino Ceccarini, docente Università di Urbino e Ilvo Diamanti, docente Università di Urbino nonchè direttore scientifico di DemosΠ sono poi stati discussi da Pierluigi Stefanini, presidente Gruppo Unipol e Fondazione Unipolis, Marco Balzano, scrittore, ed Eva Giovannini, giornalista e scrittrice.

"Nel gennaio 2020 i principali indici di insicurezza riproducevano l'andamento già delineato nel 2019 suggerendo una stabilizzazione dell'inquietudine sociale. Poi è arrivato il virus: l'insicurezza e la paura si sono diffuse. L'emergenza ha cambiato i nostri stili di vita, ha rafforzato il legame di fiducia tra le persone, la cautela verso gli altri e ha favorito il consenso verso il Governo, espresso da 2 italiani su 3, perché di fronte a un pericolo comune si cercano riferimenti comuni", ha osservato Ilvo Diamanti. "Lo scorrere del tempo ha però risollevato la tradizionale competenza degli italiani ad adattarsi alle emergenze e gli indici di paura hanno iniziato a scendere. Da tempo siamo "sicuri di essere insicuri" e ci adeguiamo ai cambiamenti, mascherati e cauti davanti agli altri, ci diamo il gomito invece che la mano. Più che di resistenza, parlerei di resilienza, la capacità di reagire a traumi e fratture e di risalire la china, ricostruendo il tessuto sociale originario e i fondamenti della nostra identità nazionale insieme a chi è più vicino a noi. Penso – ha concluso Diamanti – che stiamo assistendo a una nuova resilienza".

"Il quadro che emerge dalla ricerca evidenzia come occorra una strategia capace di investire sull'educazione alla salute, prevenzione e consapevolezza del ruolo che ciascuno di noi può svolgere per tutelare non solo la sua salute, ma quella dell'intera comunità", ha dichiarato Pierluigi Stefanini. "Credo si debba accrescere la coscienza civica, perché solo in dimensione collettiva e cooperativa si affrontano le pandemie, per questo è importante incentivare la partecipazione democratica, attivare percorsi di cittadinanza. Ma per tutto ciò bisogna trovare modalità ed approcci nuovi che sfruttino il digitale, sia in sanità che in formazione che nei processi democratici, a partire dalla declinazione di una vera e propria strategia digitale del Paese".

Gli stili di vita e il Coronavirus

Il virus, insieme ai decreti del Governo, ha cambiato in profondità abitudini e stili di vita degli italiani che tuttavia si modificano ulteriormente nel passaggio dalla Fase 1 alla Fase 2: se a marzo la totalità degli intervistati dichiarava di evitare il più possibile di uscire di casa (96%) e di incontrare persone che non siano stretti familiari (95%), il dato scende in generale intorno all'80% a maggio.

Nel frattempo, si è consolidata l'abitudine a indossare una mascherina o una protezione per bocca e naso ogni volta che ci si avventura fuori dalle mura domestiche: a marzo il 60% aveva già adottato questa precauzione, a maggio si è saliti al 96%, anche per effetto delle prescrizioni in questo senso attive in molti territori.

Quasi una persona su due ha sospeso l'attività lavorativa oppure è ricorsa allo smart working: 47% a marzo, che scende poi al 42%. Più di una persona su tre ha fatto scorte di cibo e altri prodotti: 37%, nella fase del lockdown.

Nella Fase 2 dell'emergenza, l'80% degli italiani si dichiara disponibile a sottoporsi a un test sierologico per il Coronavirus, il 68% a sottoporsi al vaccino non appena disponibile, mentre solo il 38% a installare una App di tracciamento sul proprio telefono. La preoccupazione per un eccesso di controllo emerge anche dal crollo della percentuale, tra marzo e maggio, di persone che crede che per garantire la sicurezza di tutti lo Stato deve limitare le libertà dei cittadini e aumenta tantissimo la percentuale di persone che crede che anche in una situazione di emergenza le persone devono essere libere di muoversi, di incontrarsi e lavorare.

Il 43% della popolazione è convinto che l'epidemia durerà almeno un anno, una consapevolezza in netta crescita rispetto al valore rilevato nel mese marzo (quando il 73% degli italiani era certo che la situazione si sarebbe risolta in alcuni mesi).

Guardando al futuro, il 37% degli intervistati ritiene che il Covid-19 cambierà i propri comportamenti almeno per i prossimi sei mesi, il 20% per almeno un anno. Solo il 10% ritiene che i cambiamenti saranno definitivi, al contrario il 17% dichiara che il virus non porterà a modificare le abitudini delle persone.

Il 62% degli italiani ritiene che il Coronavirus avrà effetti negativi sulle opportunità per il futuro, il 15% conseguenze positive e nessun effetto il 19%.

Se si considera la diffidenza nei confronti delle altre persone, la metà degli italiani dichiara di non esserlo, il 31% risulta diffidente solo nei confronti delle persone che con conosce, il 20% nei confronti di tutti.

La versione integrale del Rapporto è disponibile qui

Il Gruppo Unipol dona 200 mila euro all’Ospedale Martini di Torino

Il Gruppo Unipol, da subito pronto a sostenere le aree più colpite dall’emergenza Coronavirus, con significative donazioni per dare risposte concrete ai bisogni del Paese, non si è dimenticato di Torino, una delle principali sedi della Compagnia assicurativa. Ha infatti recentemente donato all’Ospedale Martini dell’ASL Città di Torino, in particolare al Reparto di Terapia Intensiva guidato dal dott. Mauro Navarra, la somma di 200 mila euro per l’acquisto di apparecchiature e materiali di protezione e di gestione del malato per garantire e facilitare il lavoro dei medici e degli operatori sanitari.

Tali strumentazioni saranno di supporto alle attività dell’Ospedale anche in futuro, dopo l’emergenza Covid19. Nessuna parola, nessun commento può dare il giusto riconoscimento a tutto il personale sanitario dell’Ospedale Martini che ha svolto il proprio lavoro in questo drammatico periodo con umanità, professionalità e abnegazione, salvando vite umane. Può essere perfino sbagliato chiamarli eroi, termine che sottolinea una componente di eccezionalità. Invece è nella quotidianità che medici, infermieri, addetti alle pulizie hanno operato e operano, con professionalità e umiltà, vivendo il successo di una guarigione come un loro personale successo.


Un futuro più giusto. Il libro di Fabrizio Barca e Patrizia Luongo in libreria dal 28 maggio

È urgente imboccare la strada di un futuro più giusto, prendendo di petto il problema dei problemi: le gravi disuguaglianze e il senso di ingiustizia e impotenza che mortificano il paese. La crisi Covid-19 ha reso ancora più evidente questo stato di cose e ha aperto molteplici scenari. Come evitare che gli squilibri di potere e di ricchezza crescano ancora? O che prevalga una dinamica autoritaria? Quali sono le cause delle disuguaglianze e le responsabilità della politica e delle politiche? È possibile indirizzare l’accelerazione della trasformazione digitale alla diffusione di conoscenza e alla creazione di buoni lavori? E come? Come far funzionare la «macchina pubblica» e assicurare il confronto democratico sulle decisioni? Come assicurare dignità e partecipazione strategica al lavoro? Come affrontare la crisi generazionale? Sviluppando le «15 proposte per la giustizia sociale» elaborate dal Forum Disuguaglianze Diversità, alleanza originale di cittadinanza attiva e ricerca. E’ la strada descritta nel volume “Un futuro più giusto. Rabbia, conflitto e giustizia sociale”, pubblicato da Il Mulino e curato da Fabrizio Barca e Patrizia Luongo, in libreria dal 28 maggio. Il volume offre una risposta a queste domande, fornendo uno schema concettuale per affrontare l’incertezza e soluzioni operative per cambiare rotta.


L’omaggio di Libera Catanzaro a Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte

 

Anche una delegazione di Libera Catanzaro era presente oggi alla commemorazione in ricordo e memoria di Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte, i due netturbini uccisi 29 anni fa dalla ‘ndrangheta. “Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte sono stati uccisi il 24 maggio 1991, per la strada, mentre lavoravano. Di mattina presto - ricordano da Libera in un video dedicato - come spesso gli capitava, a raccogliere la spazzatura che quello era il loro lavoro  secondo i turni e i compiti che gli venivano assegnati. Brava gente, lavoratori onesti, caduti non per propria colpa ma per l’avidità insaziabile e la ferocia delle cosche lametine. Detta così è una storia crudele ma come tante altre, come tutte le altre storie di vittime innocenti cadute per mano mafiosa. E così la conoscevamo anche noi, per averla letta all’epoca o in qualcuna delle rare ricostruzioni successive. Poi, quando nacque il coordinamento di Libera Catanzaro si dovette scegliere a chi intitolarlo, e quella storia riemerse chissà da quale meandro della memoria di qualcuno di noi e divenne presto, subito, un pezzo della nostra memoria collettiva. Fu quasi casuale quella scelta, fu molto fortunata. Perché da allora conoscemmo i Cristiano e i Tramonte, le due famiglie che custodivano nel proprio scrigno i gesti, la dolcezza, i ricordi, il dolore, l’aspettativa di giustizia, la solitudine, lo sconcerto, il rimpianto. E ce lo consegnarono quello scrigno, ce ne fecero dono rendendoci così parte, per sempre, di tutto quello che non finisce con la morte, di tutto quello che nessuna ’ndrina può distruggere. Da quel momento abbiamo cercato di ricordarli in tanti modi, con una partita di rugby, con i premi per le scuole e per le tesi, con una manifestazione all’alba, con la presenza ogni volta che era possibile, ma soprattutto da quel momento Pasquale e Francesco sono divenuti parte di noi e con noi attraversano questa terra in attesa che qualcosa accada. Che venga giustizia finalmente, che i buoni vincano contro i cattivi, che non si muoia più per un appalto pubblico, che venga l’aria dolce di una mattina di maggio senza portare l’odore della morte”. Ecco il video pubblicato su Facebook.

https://www.facebook.com/coordinamentoLiberaCatanzaro/videos/vb.379964832185094/2668439686736490/?type=2&theater