Unipol insieme all’arte per la rinascita della periferia

Si è tenuta oggi in diretta streaming la conferenza stampa di presentazione di Cerimonia, l’installazione site-specific promossa e sostenuta da UrbanUp | Unipol, realizzata a Bologna da TRAC - Tresoldi Academy, con la collaborazione scientifica di G124 - il gruppo voluto dal Senatore Renzo Piano per una ricerca costante e continua sul tema delle periferie. Alla conferenza, moderata da Ebi Grassi, Responsabile Promozione iniziative immobiliari del Gruppo Unipol, sono intervenuti:Giuseppe Lobalsamo Responsabile Direttore Immobiliare del Gruppo Unipol collegato dalla Mediateca di CUBO - Museo d'impresa del Gruppo Unipol, Alessandro Cecchini, CEO di YAC e co-curatore della Tresoldi Academy, Matteo Agnoletto, G124-Università di Bologna e Edoardo Tresoldi, artista e direttore artistico di TRAC - Tresoldi Academy.

Durante la conferenza è stata presentata Cerimonia, l’opera d’arte pensata per ‘ricucire’ l’area periferica dell’ex Mercatone Uno di proprietà del Gruppo Unipol ripensandola quale teatro di bellezza, arte e sperimentazione creativa. Creare nuove centralità e lasciare un segno sui territori è infatti la missione di TRAC: una scuola che nasce dalla collaborazione fra YAC - accademia di architettura che prepara giovani progettisti facendoli lavorare con i più grandi studi di architettura al mondo - e STUDIO STUDIO STUDIO, il progetto interdisciplinare fondato da Edoardo Tresoldi per creare e supportare progetti artistici contemporanei.

L’opera, una struttura alta 5.30 metri realizzata in rete metallica, materiali e terra reperiti nel sito, è il frutto del lavoro congiunto dell’artista Edoardo Tresoldi e 15 giovani studenti dell’Academy - selezionati a luglio 2020 fra oltre 500 candidature ricevute da tutto il mondo- che sotto la direzione artistica di Tresoldi hanno immaginato e costruito per l'area dell’ex Mercatone Uno un intervento site-specific. Un progetto che valorizza aree periferiche metropolitane, restituendole a un più vasto pubblico e rivalutandone completamente la percezione. Dopo quasi 10 anni di abbandono, l’area, di circa 4600 mq situata a Bologna nel lotto compreso tra viale Aldo Moro, via Cesare Gnudi e via Stalingrado nel corso del 2021 sarà oggetto di una importante riqualificazione che prevede, in 18 mesi di lavori, la demolizione degli attuali fabbricati ora dismessi e la realizzazione di un nuovo complesso multifunzione che sarà incentrato su nuove residenze e servizi connessi alla persona.

“Da sempre - ha sottolineato Giuseppe Lobalsamo - uno degli obiettivi del Gruppo è la riqualificazione e la valorizzazione dei contesti periferici, asset strategici di assoluta importanza, in cui si gioca il futuro sociale ed economico delle nostre città. Abbiamo aderito a questo progetto mettendo a disposizione un luogo in disuso da molti anni ma non destinato all’abbandono bensì a una importante trasformazione. L’opera Cerimonia testimonia e conferma che la trasformazione è iniziata”.

Cerimonia rimarrà installata per tutto il 2021 fino all’inizio del cantiere e sarà visibile tutti i giorni dalle 8.30 alle 24.00 attraverso una parete trasparente in plexiglass appositamente realizzata, mentre tutti i sabati dalle 10.30 alle 18,30 sarà consentito l’accesso all’area seguendo un percorso su una passerella che permetterà la fruizione dell’opera da vicino nel rispetto delle misure di contenimento del Covid-19.

"Desideravamo ragionare sulla possibilità dell'arte contemporanea di dialogare con contesti complessi - spiega Alessandro Cecchini, CEO di YAC e co-curatore della scuola - e in questo senso Via Stalingrado ha rappresentato un set particolarmente affascinante, in quanto gli anni di abbandono, e quindi il dissolversi delle architetture, come pure il presentarsi di una serie di elementi vegetativi spontanei, hanno definito nel tempo una quinta assolutamente suggestiva per accogliere la poetica espressiva di TRAC".

Cerimonia nasce dunque come opera site-specific in un’area caratterizzata da segni di decomposizione in cui cumuli di macerie e vegetazione spontanea si pongono come elementi linguistici del caos estetico che vive il luogo. “Cerimonia dà vita a una presenza capace di esprimersi attraverso la sua ciclicità, inserendosi nel processo che già vive lo spazio. L’intervento, accompagnando lo stato di abbandono dell’area per circa un anno, innescherà quindi una crasi tra questo processo e quello celebrativo dell’architettura – ha sottolineato Edoardo Tresoldi”

Inoltre, Cerimonia è pensata per dialogare con i fenomeni biologici dell’area. La terra presente sul sito è stata raccolta e innestata nell’opera; nel corso del tempo la vegetazione ricoprirà l’installazione ridefinendo le forme dell’architettura. Il processo di trasformazione dei fenomeni naturali è al centro dell’opera come cerimonia di un dialogo tra architettura, natura e passare del tempo. Il linguaggio celebrativo dell'architettura classica si fonde con i materiali e i linguaggi dello spazio originario, così come con i processi di trasformazione dell'abbandono, generando un nuovo e inedito racconto. Questo processo di continua metamorfosi verrà documentato grazie all’ installazione di alcune telecamere fisse.

“Bisogna che la natura prenda possesso della città – ha sottolineato Stefano Mancuso, botanico e saggista italiano, direttore del laboratorio Internazionale di Neurobiologia vegetale e consulente straordinario di TRAC - trovo che Cerimonia sia estremamente affascinante e di insegnamento perché è la manifestazione di come si possa immaginare un’architettura. È come immaginare una città ideale del 2050 che non è più quella rinascimentale, ma è una città del pensiero umano, dove la natura è perfettamente libera di circolarci all’interno. La vera rivoluzione è cambiare l’idea delle città: se noi coprissimo le nostre città di verde, di piante, di colpo potremmo risolvere il problema dell'inquinamento globale.”

"Cerimonia" sarà accessibile dal 31/10 e per tutti i sabati dalle 10.30 alle 18.30 seguendo un percorso su una passerella che permetterà la fruizione dell’opera da vicino nel rispetto delle misure di contenimento del Covid-19.

In ottemperanza a quanto previsto dall’ultimo DPCM, l’apertura al pubblico dell’installazione Cerimonia è sospesa fino al 3 dicembre 2020. L’opera resta visibile dall’esterno tutti i giorni dalle 8:30 alle 22.

 



Oliviero: un nuovo rinascimento trainato dalla graduale riconversione delle piccole imprese

Alcune riflessioni di Giuseppe Oliviero, Presidente del Consiglio Regionale Unipol della Campania.

Imparare dalle esperienze vissute non è mai scontato eppure ci sono circostanze per le quali non solo è necessario ma doveroso.

In questa terribile circostanza abbiamo imparato che, a causa dell’emergenza sanitaria, esiste anche un’economia fatta di piccole e piccolissime imprese che a prescindere dalle misure messe in campo si sono dimostrate resilienti e determinate a non cedere. Questo governo pur nella sua fragilità sembra prestare una certa attenzione anche al mondo delle piccole imprese. Certo non basta ma almeno qualcuno batte un colpo verso il mondo degli invisibili.

L’emergenza sanitaria senza precedenti che stiamo affrontando richiede sforzi straordinari da parte di ognuno di noi e non può esaurirsi con il cinismo di chi ha quale unico obiettivo lo scontro politico, e questo vale sia sul piano nazionale che su quello locale.

Occorre ora la massima lungimiranza per affrontare da subito i temi legati all’economia del nostro paese se non vogliamo nel prossimo futuro assistere alla sparizione di fondamentali comparti produttivi che hanno fatto dell’Italia il primo brand al mondo. La ricetta non può essere quella di destinare le risorse di cui disporremo esclusivamente a progetti infrastrutturali e indirizzati esclusivamente alla grande industria. La posizione del sistema confindustriale appare ancora una volta miope di fronte alle sfide che invece ci attendono.

Sia chiaro il ruolo della grande industria nel nostro paese è determinante ma la peculiarità italiana della micro impresa diffusa e strettamente legata al territorio lo è altrettanto, è per tali ragioni che la mia opinione è di attivare tutte le misure necessarie per accompagnare le piccole imprese verso una graduale riconversione e adattamento alle nuove frontiere che l’economia globale definisce.

Innovazione di processi e di prodotti, economia circolare, affermazione delle tradizioni del territorio; cura e tutela del territorio attraverso processi di ripopolazione delle aree interne rafforzando le filiere produttive legate all’agricoltura: dall’agroalimentare, alla filiera della produzione di fibre vegetali, settore che registra una crescita esponenziale in svariati campi d’applicazione: dall’edilizia, all’aerospazio, alla cantieristica fino al medicale, solo per citarne alcuni.

Dalle sfide che ho provato sinteticamente ad elencare bisogna ora passare ad atti concreti e alla definizione, la più condivisa possibile, di un grande piano d’investimento che determini le condizioni per valorizzare e sviluppare le principali materie prime che il nostro paese possiede: la bellezza, l’Italian Style e il Made in Italy, tutti ambiti non contendibili, che non temono concorrenza perché frutto della straordinaria creatività dell’essere italiano.

Con l’avanzata inesorabile del marketing sociale (socialing) del prosumer (consumatore attivo) con l’affermazione del consumo consapevole la catena del valore si arricchisce di nuovi orizzonti che sono il senso profondo della nostra cultura produttiva, del nostro saper fare. E’ evidente che il cenno al consumo consapevole non si esaurisce con una battuta (Philip kotler per chi volesse approfondire) eppure esso è sufficiente ad indicarci la strada da percorrere.

Ne saremo capaci?

Questa è la domanda alla quale dobbiamo una risposta, questo vale per la politica che non può aspettarsi che i nodi legati alla programmazione interna, alla individuazione di un grade piano strategico per lo sviluppo vengano sciolti da eventi straordinari, vale per il mondo della rappresentanza tout court ancora troppo legato al secolo scorso e poco incline al cambiamento.

Che erano e sono in atto epocali cambiamenti, era, ed è cosa nota, indipendentemente dalla crisi sanitaria, è sulla definizione di nuovi paradigmi che ci presentano nuovi scenari che bisogna prestare la massima attenzione, chiamando a discutere le numerose intelligenze delle quali disponiamo. Oggi siamo di fronte alla demolizione dell’attenuante per troppo tempo millantata della mancanza di risorse economiche, complice l’idea dell’Europa “bara e cinica”, risorse che vanno utilizzate certamente per dare risposta immediata alla crisi sanitaria, ma anche rispondere alla richiesta di modernità del paese e del proprio sistema sociale e produttivo, tutto questo è inconciliabile con la permanente resistenza al cambiamento che ci condiziona da tre decenni almeno.

Si tratta in questo contesto di un progetto paese a più step che abbia l’ambizione di disegnare l’Italia per le prossime generazioni, a partire da una nuova e diversa architettura amministrativa capace di semplificare la vita di chi è amministrato, da una nuova organizzazione del sistema giudiziario, dal sistema formativo troppo lontano dalle esigenze che il mondo del lavoro esprime, dal potenziamento della ricerca ed infine ma non per ultimo un rinnovato senso della politica, etica del bene comune e strumento di partecipazione al processo delle scelte. Insomma di un nuovo rinascimento, un ritrovato umanesimo contemporaneo in grado rilanciare con forza il valore della partecipazione, fondamenta di ogni stato democratico, che richiama ognuno ad una responsabilità collettiva, tanto più importante in una fase come quella che stiamo vivendo.

Questo vale per tutte le forme con le quali si articolano la politica e la società, siamo tutti chiamati a fare la nostra parte perché della costruzione del nostro futuro si tratta e di null’altro.

E come diceva qualcuno scusate se è poco.


Turismo risorsa economica del trentino, un modello da ripensare

Giovedì 12 novembre, a Trento presso il Palazzo Roccabruna (via SS.Trinità 24) alle ore 15, si svolgerà il convegno "Turismo risorsa economica del trentino, un modello da ripensare" organizzato dal Consiglio Regionale Unipol Trento nell'ambito dalla XXI edizione delle Giornate del Turismo Montano in programma dal 10 a 13 novembre.
Una delle voci più importanti dell’economia del Trentino, il turismo, pur mantenendo livelli di vitalità in altre parti del Paese impensabili, sta attraversando un periodo in cui è necessario un ripensamento ed un rimodellamento delle proprie caratteristiche strutturali.
Gli eventi epocali e il cambiamento climatico degli ultimi anni hanno evidenziato in maniera molto chiara la necessità di rivedere il modo di pensare alla risorsa turismo come qualcosa di stabile e definito nelle sue modalità di proposta e di fruizione. Sono emersi in tutta la loro reale dimensione i limiti di un modello legato alla stagionalità delle iniziative e delle proposte. Il consumo di territorio, talvolta incontrollato in nome della produzione di una ricchezza e di uno sviluppo legati alla realizzazione di nuovi e sempre più accattivanti insediamenti “immersi nella natura”, va inevitabilmente in contrasto con la natura. Stanno crescendo nuove platee di fruitori del bene “montagna” che non sono sensibili ai chilometri di piste innevate a qualunque costo, che cercano un più diretto contatto con il territorio, la sua storia, le sue tradizioni e le sue capacità di rigenerarsi. Strettamente connessi a queste sollecitazioni ci sono i nuovi modelli di organizzazione del lavoro e le nuove opportunità di lavoro che vanno pensate, strutturate ed organizzate.
Tutta questa nuova fase di sviluppo deve però essere accompagnata da un confronto ed una volontà comune tra tutti gli attori economici e sociali. Deve attivarsi un percorso di programmazione che veda coinvolte le rappresentanze del mondo imprenditoriale, quelle del lavoro dipendente e le Istituzioni a tutti i livelli di competenza. Elemento di successo di una proposta turistica che vuole cogliere tutte le occasioni della domanda delle nuove platee di fruitori saranno la qualità e la formazione professionale che, unite al valore dell’occupazione ed alla valorizzazione anche delle aree finora meno coinvolte nei processi di sviluppo, costituiranno gli elementi fondativi del nuovo modello.
Su questi argomenti verterà il convegno che vedrà la partecipazione di relatori in rappresentanza delle categorie imprenditoriali, quelle dei lavoratori, che costituiscono la rete di relazioni del Gruppo Unipol sul territorio, e delle’Istituzioni. Maggior info sul sito della manifestazione.
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Programma convegno

TURISMO, RISORSA ECONOMICA DEL TRENTINO, UN MODELLO DA RIPENSARE

giovedì 12 novembre 2020  15.00 – 18.00  Palazzo Roccabruna – Trento Via S.S. Trinità 24

Il turismo rappresenta una delle voci più importanti dell’economia del Trentino. Il modello attuale, fortemente caratterizzato dalla stagionalità, porta ad una presenza intensiva ma discontinua degli ospiti sul territorio.

Gli eventi epocali e il cambiamento climatico degli ultimi anni hanno evidenziato in modo pressante la necessità di andare oltre l’attuale modello.

Bisogna pensare a nuove platee di fruitori di riferimento, a nuove opportunità di lavoro e ad un diverso utilizzo del territorio.

Obiettivi raggiungibili solo con uno sforzo comune di tutti gli attori in campo su un percorso che veda in primo piano formazione, occupazione e valorizzazione di tutto il territorio, anche le aree oggi meno coinvolte.

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Modera
Linda Pisani giornalista

Apertura
Walter Alotti presidente del Cru - Comitato Regionale Unipol del Trentino

Saluti
Franco Ianeselli sindaco di Trento

Interventi
Umberto Martini docente presso l’Università degli Studi di Trento

Massimo Tomasi direttore della CIA - Agricoltori Italiani del Trentino

Andrea Grosselli segretario generale della Cgil del Trentino

Andrea Benoni presidente di CNA - Confederazione Nazionale Artigianato del Trentino

Michele Bezzi segretario generale della Cisl del Trentino

Aldi Cekrezi direttore di Confesercenti del Trentino

Piergiorgio Forti presidente di ENBIT - Ente Bilaterale di Confesercenti e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori

Roberto Failoni assessore all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo della Provincia autonoma di Trento

Conclusioni
Aleardo Benuzzi responsabile funzione stakeholder engagement di Unipolsai

foto dell'edizione 2019

Culturability 2020: ecco i 4 progetti vincitori

I progetti sono stati selezionati, tra oltre 480 candidati, come i centri culturali rigenerati che in Italia hanno deciso di avviare sostanziali processi di innovazione. Saranno sostenuti attraverso contributi economici e percorsi di mentorship. Il budget complessivo del bando, che include contributi ai beneficiari e costi di tutte le attività di supporto, è pari a 600 mila euro.

 

L’Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva di Palermo, Farm Cultural Park a Favara (AG), Le Serre dei Giardini Margherita di Bologna e mare culturale urbano a Milano. Sono questi i 4 centri culturali vincitori del bando “culturability” 2020, selezionati fra oltre 480 candidati provenienti da tutta Italia alla call, promossa dalla Fondazione Unipolis, per sostenere il consolidamento dei migliori centri culturali italiani nati da processi di rigenerazione, luoghi in cui si sviluppano processi di innovazione culturale con impatto sociale e civico, e si sperimentano nuove logiche di collaborazione con le comunità locali.

I 4 centri culturali saranno sostenuti attraverso contributi economici e a un percorso di supporto che dura fino a un anno e mezzo, attraverso tre forme di sostegno:

  • grant, in forma di erogazione liberale, per un valore massimo di 90 mila euro per centro;
  • contributi economici, in forma di voucher, per un valore massimo di 30 mila euro per centro, da usare per attività di consulenza, ricerca e sviluppo, formazione;
  • accompagnamento e supporto continuo da parte di un team di mentor, per un valore massimo di 25 mila euro per centro.

Il sostegno sarà erogato in tre tranche, in funzione del raggiungimento di obiettivi e risultati concordati all’inizio del percorso. Il budget complessivo del bando, che include contributi ai beneficiari e costi di tutte le attività di supporto, è pari a 600 mila euro.

Le 4 realtà selezionate raccontano la storia dei tanti luoghi dimenticati d’Italia che possono riprendere vita a partire dalla cultura, dall’arte e dalla creatività. Un’infrastruttura culturale di prossimità e cura importante, da cui ripartire per immaginare e costruire nuove modalità di aggregazione nelle città in questa fase di emergenza.

La selezione è stata compiuta da una Commissione di Valutazione fra i 15 finalisti che avevano superato la prima fase di selezione del bando nel mese di luglio. La Commissione era composta da Alessandro Bollo ‐ Direttore Polo del '900, Antonella Bonaduce ‐ Agenzia per la Coesione Territoriale, Giovanni Laino ‐ Docente Università di Napoli Federico II, Massimo Mancini ‐ Direttore Teatro Stabile della Sardegna, Pierluigi Stefanini ‐ Presidente Gruppo Unipol e Fondazione Unipolis.

“Con questo bando abbiamo scelto di aiutare, in un periodo così complesso per tutto il settore culturale, quelle realtà che dimostrano resilienza avendo il coraggio e la volontà di intraprendere percorsi di innovazione – afferma Pierluigi Stefanini ‐. È stata una selezione impegnativa perché le esperienze erano tutte valide ed interessanti, meritevoli di supporti non solo economici, ma ci auguriamo di percorrere con i centri culturali selezionati un percorso significativo che possa essere da stimolo e supporto anche per altri”.

L’edizione 2020‐22 del bando è promossa dalla Fondazione Unipolis in collaborazione con un’ampia rete di partner, portatori di visioni e competente differenti che verranno messe a disposizione dei partecipanti al percorso. Con il supporto di: Direzione generale Creatività Contemporanea del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Coopfond. Con il patrocinio di ANCI. Con la partnership di: Ashoka Italia, a|e Impact, Avanzi, cheFare, DamsLab, Fondazione Fitzcarraldo, NESTA Italia.

Culturability è il bando promosso dal 2013 dalla Fondazione Unipolis. L’iniziativa, giunta alla sesta edizione, ha riscontrato ottimi risultati in termini di progetti aderenti e di qualità delle proposte. Complessivamente, considerati i numeri del bando 2020 in corso, negli anni Unipolis ha investito quasi 2 milioni e mezzo di euro, 3.593 sono stati le proposte ricevute, 84 le iniziative alle quali è stato garantito un percorso di formazione e mentoring e 43 quelle sostenute anche con un contributo economico.

Di seguito la sintesi dei 4 progetti vincitori

Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva

Un museo collettivo che ospita una narrazione corale di Palermo, nato dall'iniziativa di un gruppo di giovani motivati a lavorare sul senso dei luoghi e la capacitazione delle comunità.
L’Ecomuseo ha sede presso l’Ex Deposito Locomotive di Sant'Erasmo, una struttura tardo-ottocentesca posta a terminazione della linea a scartamento ridotto Palermo-Corleone, oggi dismessa. L’idea di ecomuseo si basa su “un patto tra cittadini che decidono di prendersi cura di un territorio”: un museo collettivo con un archivio audiovisivo in perenne progresso che include fotografie, video, interviste, documenti, testimonianze, mappe che compongono una storia collettiva delle trasformazioni urbanistiche e sociali della città dal dopoguerra a oggi. Il mare fa da metafora e da filo conduttore. L’archivio è la materia viva su cui si sviluppano le attività educative, il lavoro con gli artisti, le azioni e i progetti di welfare culturale. Il dipartimento educazione MARedù cura visite e laboratori per le scuole e per i bambini soprattutto del quartiere, co- progetta con artisti e altre associazioni cittadine. Ridare a Palermo il suo mare è la missione dell'Ecomuseo; e mare vuol dire bellezza, opportunità, movimento, diritti. Con la visione che sia possibile creare le condizioni affinché la rigenerazione urbana abbia ricadute ampie sulla vita delle persone del quartiere, il centro intende difendere un'idea e una pratica di rigenerazione senza gentrificazione e senza annichilimento del paesaggio e delle culture, dove c'è accoglienza della diversità e capacità di mediazione tra istanze conflittuali. Mare Memoria Viva in questa visione agisce come ponte, facilita l'accesso, condivide risorse, connette e offre esperienze che indicano direzioni possibili.

Città: Palermo
Organizzazione capofila: Associazione Mare Memoria Viva

Farm Cultural Park

Definito uno dei centri culturali indipendenti più influenti del mondo culturale contemporaneo e uno dei progetti più effervescenti di ripensamento e rinascita delle città.
Trasformare un centro storico abbandonato in un attrattore culturale e turistico, sovvertire l’identità di una cittadina sfortunata da sempre associata alla mafia, ai latitanti, all’abusivismo e al malaffare in un luogo di arte, cultura e sperimentazione, in una piccola capitale mondiale della rigenerazione urbana. Farm Cultural Park nasce da questa prima utopia dei due fondatori. Situato nel cuore del centro storico di Favara, cittadina dell’entroterra agrigentino, Farm ha acquisito alcune delle abitazioni presenti nel quartiere, trasformandole in luoghi espositivi di arte contemporanea, spazi d’incontro, cucine a vista per workshop e pranzi, cocktail bar, shop vintage e altro ancora. L'area da abbandonata e degradata si è trasformata in un centro culturale e artistico in grado di attirare visitatori da tutto il mondo, con più di centomila turisti ogni anno. Da individuale il sogno dei due fondatori nel tempo si è trasformato in collettivo, condiviso con una piccola ma potente comunità di cittadini attivi che partecipa, progetta e ogni tanto si ribella, per continuare a far diventare Favara sempre di più una città in cui si immagina e disegna il futuro, una città cosmopolita in cui è bello vivere, con un'ottima offerta abitativa, accogliente per giovani, studenti, creativi e stranieri e con tanti appuntamenti culturali durante tutto l'anno. Negli anni, l'esperienza di Farm si è estesa ed ha avuto effetti sull'intero area della città, che si è rivitalizzata con l'apertura di nuovi locali attirando pubblico da tutta Italia e anche dall’estero. In dieci anni sono circa 2.000 i metri quadrati che sono stati recuperati e trasformati in luogi di cultura, arte e socialità. Numerosi sono i premi e i riconoscimenti ricevuti negli anni, fra i quali il Curry Stone Design Prize per essere fra le 100 organizzazioni che hanno generato maggiore impatto sociale nel bando. Città: Favara (Agrigento)

Organizzazione capofila: Farm Cultural Park

Le Serre dei Giardini Margherita

Un luogo rigenerato che si muove fra affascinanti spazi all'aperto e al chiuso, un centro ibrido che unisce produzioni culturali e agricole, ricerca e arte, imprenditoria ed educazione all'interno dei Giardini Margherita di Bologna.
Le Serre sono un HUB metropolitano dell'innovazione e della promozione della cultura, che hanno preso vita nei 650 metri quadrati delle serre comunali all'interno dei Giardini Margherita, grazie a un progetto voluto dal Comune di Bologna con il contributo di Regione Emilia-Romagna. Lo spazio pubblico abbandonato che è stato rigenerato e restituito alla città riempendolo di progetti e attività, accomunate da una visione di sostenibilità e collaborazione. Sono oltre 120.000 le persone che ogni anni visitano il centro culturale. Le Serre ospitano un calendario di eventi che si svolge tutto l’anno e raggiunge il suo culmine durante Kw-Summer, quattro mesi di eventi gratuiti, da maggio a settembre, aperti alla città. Una programmazione, co- creata e co-prodotta con decine di realtà locali e nazionali, scandita da diversi format, per intercettare gusti e pubblici differenti: cinema, musica, design, eventi per le famiglie, installazioni artistiche. La produzione più importante di Kilowatt è Resilienze Festival, giunto nel 2020 alla quarta edizione, che usa il linguaggio dell'arte e lo sguardo degli artisti per parlare delle grandi trasformazioni planetarie mostrando le interazioni tra ambiente, società, economia e cultura, con l'obiettivo di appassionare i cittadini ai temi ambientali favorendo un immaginario positivo che spinga all'azione. Un luogo di attivazione di comunità tra natura e cultura, un “ecotono" che mette insieme arte e innovazione per creare nuovi immaginari, desiderabili e non distopici. Il centro vuole emanciparsi dalla logica della “rassegna" e dei singoli eventi e destagionalizzare l'offerta culturale, costruendo una comunità tra arte, ricerca, imprese, istituzioni e comunità locale, e attivare un laboratorio permanente dove l'arte possa osare pensiero laterale e sperimentare visioni del mondo. Rendere Le Serre un luogo dove toccare con mano modelli di produzione alternativi e stimoli culturali inaspettati.

Città: Bologna
Organizzazione capofila: Kilowatt Soc. Coop.

 

mare culturale urbano

Un progetto di rigenerazione urbana a base culturale che nasce nella periferia ovest di Milano per attivare processi di inclusione sociale e costruire un nuovo modello di sviluppo territoriale delle periferie, sperimentando nuovi linguaggi artistici, nuovi modelli ibridi di governance e di fare impresa.
mare culturale urbano nasce con la riqualificazione e la rigenerazione della storica cascina Torrette di Trenno del quartiere San Siro, restituita alla città come luogo di aggregazione e fruizione culturale. La cascina si anima tutto l’anno con concerti, performance, residenze artistiche, cinema all’aperto, festival, attività per bambini; lo spazio ospita anche un ristorante con una birreria artigianale, un coworking, sale per prove musicali, formazione ed eventi, e un cortile comune. Sono oltre 100.000 le persone che attraversano gli spazi di mare ogni anno. Il lavoro con la comunità di questi anni ha raggiunto obiettivi importanti in termini di sostegno al fare culturale e alla formazione di giovani artisti, generatività di nuovi progetti a impatto sociale, creazione di posti di lavoro e percorsi di inserimento professionale. Nel 2020 mare intende estendere il proprio percorso di rigenerazione che unisce cultura e cibo come strumenti di incontro e coesione in altre tre periferie milanesi con il nuovo format mare culturale urbano food hub. Tre nuovi luoghi dove stare bene e sentirsi a casa, con un fitto palinsesto di attività culturali-sociali e un progetto di inserimento lavorativo dedicato ai ragazzi dei territori. I food hub si trovano in tre diversi quartieri non centrali della città di Milano: Canottieri San Cristoforo, Cascina Merlata e Santa Giulia diventano nuovi punti strategici che compongono la mappa dell'intervento di rigenerazione urbana a base culturale di mare.

Città: Milano
Organizzazione capofila: Mare food lab srl


Imprese da raccontare. La mostra sul lavoro e le persone nel Gruppo Unipol e nei CRU

L'archivio Storico di Cubo Unipol inaugura IMPRESÆ DA RACCONTARE Volti r/assicuranti. Il lavoro e le persone nel Gruppo Unipoll'esposizione annuale che promuove il patrimonio storico e documentale dell'azienda.

​La quarta edizione del ciclo Impresæ da raccontare è dedicata alle persone, perché la storia delle compagnie del Gruppo Unipol è la storia delle persone che hanno fatto crescere queste imprese. È anche la storia di come è cambiato il lavoro delle assicurazioni in Italia negli ultimi due secoli; un lavoro, quello di fornire sicurezza e assistenza, che nasce dalle esigenze della società e ne accompagna i mutamenti.

Mutamenti che anche a causa della pandemia stanno portando cambiamenti velocissimi nel modo di lavorare di tutti. Per questo la mostra si apre lasciando spazio alle immagini inviate da colleghi e colleghe che, con grande impegno personale, hanno sperimentato forme nuove di lavoro e di comunicazione.

La Fondiaria Incendio e La Fondiaria Vita (1879) nascono dall'incontro tra gruppi imprenditoriali italiani e francesi; la Società Assicuratrice Industriale (SAI, 1921) nasce dalle esigenze delle grandi industrie del nord. Ragioni analoghe inducono la famiglia Lancia a costituire la Società Assicuratrice Unica Polizza (Unipol), nel 1961, senza porla in esercizio. I successivi acquirenti, le cooperative della Lega Nazionale Cooperative e Mutue, daranno avvio all'attività di Unipol (1963), importante fattore di stabilità e sviluppo. Nessun'altra impresa assicurativa italiana vede una presenza così rilevante di agenzie cooperative (Assicoop). Una novità assoluta è la creazione (1974) dei Consigli Regionali Soci, poi Unipol (CRU), organismi consultivi in cui sono rappresentate la compagnia e le organizzazioni socie.

L'ambiente di lavoro, per un lungo periodo, è caratterizzato dalla gestione di una massa imponente di documenti. La SAI è la prima compagnia italiana ad affrontare il problema con l'introduzione degli strumenti informatici. Una forte innovazione si ha con la creazione delle centrali telefoniche: UniSalute e Directa (poi Linear) iniziano ad operare nel 1995, l'anno seguente Unipol Sertel. Unipol da sempre è attenta alla crescita delle competenze, lungo un percorso che porterà alla creazione di Unica - Unipol Corporate Academy (2016), la struttura dedicata alla formazione di tutte le risorse del Gruppo.

Unipol ha un rapporto molto stretto col territorio e con la società civile. “Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali" è un progetto nato nel 2010 con l'obiettivo di contribuire a migliorare le politiche sanitarie e sociali del Paese. Scrive Carlo Cimbri, Ceo del Gruppo Unipol: “Una grande industria come la nostra non può non avere a cuore il benessere collettivo perché solo nel benessere collettivo c'è prosperità e coesione sociale".       

​Il percorso espositivo si trova a: BOLOGNA - Spazio Arte CUBO Piazza Vieira de Mello, 3

Apertura mostra 20 ottobre 2020 ore 18:00

La mostra è aperta con i limiti di capienza e di presenza previsti dalle disposizioni aziendali e dai protocolli sanitari in vigore fino al 09 gennaio 2021.

Il progetto espositivo è arricchito da un'APP, scaricabile su Apple Store e Google Play, che permette di usufruire di un'audioguida della mostra ed integra i contenuti inerenti la mostra.​

Il catalogo della mostra è scaricabile qui. Maggiori informazioni sul sito di CUBO

CRU Unipol Archivio

 

 


Il Gruppo Unipol rinnova il sostegno a Bologna Jazz Festival

Il Gruppo Unipol rinnova il suo sostegno al Bologna Jazz Festival, giunto quest’anno alla sua quindicesima edizione e in programma dal 30 ottobre al 15 novembre.

Un’edizione dei ricordi e delle celebrazioni, caratterizzata da una ricorrenza storica imprescindibile (il centenario della nascita di Charlie Parker affidato a una trinità di sax: Francesco Cafiso, Mattia Cigalini, Jesse Davis); il sentito saluto a Steve Grossman, figura imponente della storia jazzistica che ha legato indelebilmente il proprio nome alla scena musicale di Bologna; e, infine, il progetto monografico di Paolo Fresu su David Bowie, stella pop che ha sempre illuminato anche le lande del jazz.

Oltre ai teatri bolognesi che ospiteranno i concerti principali, il festival sarà di casa in numerosi altri luoghi cittadini, espandendosi anche nei comuni dell’area metropolitana e della regione. Il programma includerà inoltre importanti contenuti didattici: l’esposizione-convegno dedicata a Steve Grossman, la consueta collaborazione con BilBOlbul – Festival Internazionale di fumetto per l’ideazione delle immagini del Festival e delle opere esposte sull’Autobus del Jazz e sulle bacheche di CHEAP on board, quest’anno realizzate dal noto illustratore Paolo Bacilieri.

Il Gruppo Unipol, come Partner della manifestazione, collaborerà in particolare alla realizzazione di una delle serate più importanti, quella di venerdì 6 novembre, quando alle ore 21.15 presso il Teatro Auditorium Manzoni verrà celebrato Steve Grossman.

La partnership con Bologna Jazz Festival rientra nel Corporate Sponsorship Program del Gruppo Unipol che abbraccia diverse aree - cultura e patrimonio artistico, ambiente, ricerca scientifica e utilità sociale, sport e entertainment - e che trova il suo fondamento nell'idea che pensare al futuro delle persone significhi anche contribuire a creare occasioni di crescita e sviluppo in ambiti loro vicini.


Presentato il Rapporto ASviS 2020

Per l’Italia il percorso verso l’Agenda 2030 dell’Onu, che appariva già in salita prima della crisi, diventa ancora più difficile: nel 2020, infatti, si registrerà un peggioramento per 9 dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. Per questo bisogna intraprendere immediatamente il cammino verso una transizione ecologica “giusta”, capace di generare nuova occupazione e sviluppo economico e sociale, utilizzando in modo coerente le risorse Ue e nazionali per rilanciare il Paese in un’ottica di sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Questi sono alcuni dei messaggi chiave contenuti nel Rapporto 2020 (consultabile qui in versione integrale) elaborato dall’ASviS, la più grande rete di organizzazioni della società civile mai creata in Italia, e presentati oggi durante l’evento conclusivo del Festival dello sviluppo sostenibile svoltosi al Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, al quale hanno partecipato, tra gli altri, la Vicesegretaria generale dell’Onu Amina Mohammed, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il Commissario europeo agli affari economici Paolo Gentiloni.

Gli indicatori compositi elaborati dall’ASviS mostrano che tra il 2018 e il 2019 l’Italia è migliorata per quattro Obiettivi (povertà, condizione economica e occupazionale, economia circolare e istituzioni efficienti), è rimasta stabile per dieci (alimentazione, salute, istruzione, disuguaglianze di genere, sistemi igienico-sanitari, energia, disuguaglianze, cambiamento climatico, ecosistemi terrestri, partnership) ed è peggiorata per due (innovazione e città). I dati provvisori disponibili per il 2020 mostrano invece un arretramento per nove Obiettivi (1, 2, 3, 4, 5, 8, 9, 10, 17), un miglioramento per tre (12, 13,16), mentre per i cinque rimanenti non è stato possibile valutare l’effetto della crisi.

Anche rispetto ai 21 Target che avrebbero dovuto essere raggiunti entro il 2020 la situazione appare del tutto insoddisfacente: in dodici casi, infatti, il nostro Paese appare lontano dai valori di riferimento, dalla riduzione delle vittime di incidenti stradali al numero di giovani che non studiano e non lavorano (NEET), dalla definizione da parte delle città di piani per la gestione dei disastri naturali alla difesa della biodiversità.

Il Rapporto ASviS mostra come la pandemia stia determinando in tutto il mondo una battuta d’arresto e un arretramento nel cammino verso l’attuazione dell’Agenda 2030, firmata dai 193 Paesi dell’Onu il 25 settembre 2015, e il raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs). D’altra parte, l’Unione europea ha posto l’Agenda 2030 al centro della propria azione e sta rispondendo alla crisi con un impegno senza precedenti costruito intorno al Green Deal, alla lotta alle disuguaglianze e all’innovazione.

“Il programma politico della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen a favore dello sviluppo sostenibile - sottolinea il Presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini - è stato confermato e anzi rafforzato dopo la crisi scatenata dal COVID-19. La scelta di orientare il Next Generation EU alla transizione ecologica, alla transizione digitale e alla lotta alle disuguaglianze e allo stimolo della resilienza economica e sociale è unica nel panorama mondiale e va esattamente nella direzione auspicata dall’ASviS in occasione del Festival dello scorso anno. Le Comunicazioni della Commissione sulle politiche economiche, sociali e ambientali, richiamate nel Rapporto che pubblichiamo oggi, sono tutte orientate alla sostenibilità, intesa anche come opportunità per l’Europa di assumere un forte ruolo nello scenario competitivo globale. Infatti, il Green Deal è una nuova strategia di crescita economica e sociale, con effetti positivi anche sulla creazione di posti di lavoro all’interno dell’Unione europea”.

Per ciò che concerne l’Italia, il Rapporto ASviS analizza le novità legislative dell’ultimo anno e il fortissimo impegno finanziario per ridurre gli effetti della crisi in atto. Se la Legge di Bilancio per il 2020 era stata la più orientata allo sviluppo sostenibile degli ultimi cinque anni, gli interventi in risposta alla pandemia sono stati in gran parte diretti alla protezione del sistema socioeconomico, più che alla sua trasformazione verso la sostenibilità. Nei cinque Decreti-legge analizzati, 436 articoli (54%) sono orientati alla protezione, 158 (19%) alla promozione, 98 (12%) alla trasformazione, 73 (9%) alla preparazione, 43 (5%) alla prevenzione. In molti casi, gli interventi avrebbero potuto essere disegnati con una visione più orientata a prevenire nuovi shock e a preparare il mondo economico e sociale ad un nuovo assetto più sostenibile, sfruttando anche gli orientamenti che stanno emergendo nella parte più innovativa del mondo imprenditoriale e della finanza.

“Fin da maggio, l’ASviS aveva indicato come priorità delle politiche pubbliche la transizione ecologia e digitale, la lotta alle disuguaglianze a partire da quella di genere, la semplificazione amministrativa, l’investimento in conoscenza, la difesa e il miglioramento del capitale naturale” - precisa il Portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini. “Questa impostazione si ritrova negli orientamenti del Next Generation EU e nelle linee guida che i Paesi devono seguire nella preparazione del ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’, che impone una coerenza delle politiche settoriali indispensabile per conseguire uno sviluppo sostenibile, su cui i Rapporti dell’Alleanza hanno sempre insistito, avanzando proposte concrete, a partire dall’inserimento in Costituzione del principio di sviluppo sostenibile”.

Proprio in vista della preparazione del Piano italiano, nel Rapporto l’ASviS indica gli orientamenti per disegnare, monitorare e valutare le azioni da mettere in campo, non solo a valere sui fondi europei: la costruzione di una seria e dettagliata Strategia di sviluppo sostenibile per fornire una visione solida e coerente dell’Italia al 2030; il rafforzamento delle strutture della Presidenza del Consiglio per assicurare il coordinamento delle azioni rispetto ai diversi Obiettivi dell’Agenda 2030; il forte coinvolgimento delle Regioni, delle Province e dei Comuni nel disegno e nell’attuazione delle politiche per conseguire gli SDGs; la predisposizione di un’Agenda urbana nazionale per lo sviluppo sostenibile, con un forte ruolo di coordinamento da parte del Comitato interministeriale per le politiche urbane opportunamente riformato; l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia-Clima (PNIEC) per allinearlo agli obiettivi europei e l’approvazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici; la creazione, presso la Presidenza del Consiglio, di un Alto consiglio per le politiche di genere, per coinvolgere in modo continuativo la società nella programmazione e valutazione delle politiche contro le disuguaglianze di genere; il coinvolgimento dei Ministeri per inserire le azioni volte al raggiungimento degli SDGs nella loro programmazione operativa; l’inserimento nella Relazione illustrativa di tutte le proposte di legge di iniziativa del Governo una valutazione ex-ante dell’impatto atteso sui 17 SDGs e sui singoli Target, per assicurare la coerenza delle politiche pubbliche; la predisposizione di una Legge annuale sullo sviluppo sostenibile, per disporre di un veicolo normativo destinato a introdurre modifiche di carattere ordinamentale con un’ottica sistemica ispirata all’Agenda 2030.

Anche alla luce delle linee guida europee, l’ASviS 2020 invita il Governo a:

  • definire le nuove procedure che il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (CIPESS) – la cui partenza è prevista per il primo gennaio 2021 – adotterà per valutare i progetti d’investimento, ivi compresi quelli finanziati dalle risorse europee, adottando un "controllo di sostenibilità";
  • creare un ente pubblico di ricerca per gli studi sul futuro e la programmazione strategica, per effettuare ricerche sulle future evoluzioni dei fenomeni sociali, ambientali ed economici e sulle loro implicazioni per il disegno e l’attuazione delle politiche pubbliche;
  • adeguare la normativa che prevede la relazione sugli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile nell’ambito del ciclo di bilancio, per allinearla agli SDGs utilizzati nel Semestre europeo;
  • affidare all’Ufficio Parlamentare di Bilancio il compito di effettuare valutazioni quantitative sull’impatto sugli SDGs dei principali documenti di programmazione e di bilancio, in linea con l’orientamento del Semestre europeo;
  • istituire una piattaforma di consultazione permanente della società civile per la valutazione «trasversale» dell’impatto dei provvedimenti legislativi sull’Agenda 2030;
  • proporre una revisione della struttura delle Commissioni parlamentari, resa indispensabile dalla riduzione del numero dei deputati e dei senatori, per favorire un’analisi più integrata dei provvedimenti legislativi riguardanti le diverse dimensioni dell’Agenda 2030;
  • rivedere i contenuti del D.lgs. n. 254/2016 sulla rendicontazione non finanziaria, rendendola obbligatoria per tutte le grandi imprese e progressivamente anche per le medie, mantenendo la volontarietà per le piccole.Numerose proposte di intervento sono illustrate nell’ultimo capitolo del Rapporto secondo sette aree tematiche: crisi climatica ed energia; povertà e disuguaglianze; economia circolare, innovazione e lavoro; capitale umano, salute ed educazione; capitale naturale e qualità dell’ambiente; città, infrastrutture e capitale sociale; cooperazione internazionale.“I prossimi mesi saranno cruciali per disegnare e impostare le politiche pubbliche del prossimo triennio” - conclude Giovannini. “La domanda di scelte pubbliche e private a favore dello sviluppo sostenibile non è mai stata così forte dato la crisi ha chiarito le profonde interazioni tra dimensioni ambientali, sociali, economiche e istituzionali del nostro mondo, cioè i quattro pilastri dell’Agenda 2030. L’Unione europea ha indicato la strada da percorrere e l’Italia può essere protagonista di questa trasformazione per coglierne gli enormi vantaggi. L’Italia del 2030 può essere molto migliore di quella che avevamo un anno fa. Per questo non si deve tornare indietro. Visione, coraggio, innovazione, persistenza e partecipazione sono indispensabili per realizzare un’Italia più sostenibile e il patrimonio di conoscenze e impegno civile delle centinaia organizzazioni aderenti all’ASviS sono a disposizione delle istituzioni nazionali e locali per fare, qui e ora, le scelte migliori possibili, “senza lasciare nessuno indietro”.

Le PMI del Piemonte di fronte alla sfida dell’Economia Circolare. Il convegno del CRU

Sì è svolto mercoledì 7 ottobre  in diretta streaming sui canali web e social dei CRU, il convegno “Le PMI del Piemonte di fronte alla sfida dell’Economia Circolare. I supporti per favorire la transizione”. L’evento è stato all’interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020 promosso da ASVIS con lo scopo di richiamare l’attenzione Nazionale e locale sull’importante tema della cultura della sostenibilità per realizzare un cambiamento politico e culturale che permetta all’Italia di rispettare l’Agenda 2030 Onu.

Il Consiglio Regionale Unipol Piemonte ha come obiettivo quello di incentivare l’adozione di un modello produttivo più sostenibile da parte delle piccole e medie imprese. Adottando un sistema di economia circolare basato sulla rigenerazione del prodotto e l’utilizzo di materie prime riciclate, le PMI potranno dare nuova vita alle merci evitando quindi la loro trasformazione in rifiuti i quali necessiterebbero di un processo di smaltimento.

L’adozione di questo nuovo modello produttivo permetterebbe all’Italia di migliorare notevolmente la qualità del comparto industriale di gestione dei rifiuti sfruttando al meglio le risorse messe a disposizione per gli investimenti in ambito di economica circolare e raggiungendo il 12° obiettivo dell’Agenda ONU che tratta il consumo e la produzione responsabile.
Al fine di permettere una concreta implementazione dei processi produttivi, è importante focalizzarsi sulle risorse messe a disposizione dalle Istituzioni per le PMI e le imprese agricole e sulle possibili interconnessioni con il sistema della ricerca universitaria, dei poli di innovazioni e delle società fornitrici di servizi.

Pierluigi Stefanini, presidente ASVIS nel suo intervento di apertura ha sottolineato che "dobbiamo avere il coraggio di trovare nuove soluzioni. Dobbiamo avere la capacità di adattarci alla situazione attuale e di far evolvere il nostro modo di vivere e consumare. È necessario un cambio di passo." Stefanini ha poi chiuso il suo intervento con un invito al Cru Piemonte e alle associazioni socie che lo compongono. È importante creare dei  tavoli di confronto i più possibile allargati che possano aiutare ad individuare soluzioni condivise per arrivare a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.

Nel suo intervento invece Fiorenzo Ferlaino di Ires Piemonte (qui la presentazione) ha fatto un quadro della situazione del Piemonte rispetto al raggiungimento agli obiettivi ONU. Nel rank nazionale il Piemonte si conferma al 5° posto dopo il Trentino Alto Adige (1° posto), la Valle d’Aosta, la Lombardia e l’Emilia Romagna. Nello specifico la regione Piemonte emerge nei seguenti campi: innovazione (Goal 9) – 3° posto; società pacifiche (Goal 16) – 3° posto; acqua (Goal 6) e nutrizione agricoltura sostenibile (Goal 2) – 4° posto; città sostenibili (Goal 11) – 5° post. In merito al quadro socio-economico sfavorevole (dovuto all'emergenza Covid), il Piemonte segue un andamento declinante se comparato con le altre regioni del Nord, che oramai lo accompagna da decenni. Soprattutto in termini di investimenti. Al momento con prospettive decisamente negative, come emerge dall’analisi di Banca d’Italia: l’80 per cento delle imprese prevede una riduzione degli investimenti. Diventa quindi fondamentale il ruolo dell’Europa  grazie ai 200 miliardi di recovery fund destinati all’Italia per i prossimi anni."

Alberto Cirio Presidente Regione Piemonte, si è soffermato soprattutto sul tema dei cambiamenti climatici e sull'alluvione che si è abbattuta negli scorsi giorni in Piemonte."La sostenibilità è imprescindibile in ogni nostra scelta di sviluppo e dovrà animare la programmazione europea 2021-2017. È necessario che ci sia una concertazione tra regioni e tra nazioni."

Sono intervenuti anche ANNALISA BALESTRA e ALESSIO VACCARO SCS Consulting (qui la presentazione), PAOLA ZITELLA Environment Park – Area Green Chemistry, (qui la presentazione), CHIARA BRAGA Commissione Ambiente Camera Deputati,  PATRIZIA LOMBARDI Prorettore Politecnico Torino e Presidente R.U.S., ANTONIO CEGLIA UIL Nazionale, DINO SCANAVINO Presidente Nazionale CIA, ELENA CALABRIA, Vice Presidente CNA con delega alle “Politiche della sostenibilità, ambiente, energia”. Ha coordinato STEFANO PAROLA La Repubblica.

https://youtu.be/kw3S1rJb6wM

 

 


La Liguria e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Martedì 6 ottobre, alle ore 10.00, si è tenuto in streaming sui canali web e social dei CRU il convegno dedicato al posizionamento della Liguria rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 Onu.

L’evento è stato organizzato all’interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020 promosso da ASVIS con lo scopo di richiamare l’attenzione Nazionale e locale sull’importante tema della cultura della sostenibilità per realizzare un cambiamento politico e culturale che permetta all’Italia di rispettare l’Agenda Onu.

L’obiettivo dell’iniziativa, promossa dal Consiglio Regionale Unipol Liguria,  è stato quello di inquadrare il posizionamento della Regione rispetto al raggiungimento dei 17 punti proposti dall’Onu, allo scopo di permettere l’individuazione delle priorità da affrontare in sede locale in una logica di elaborazione partecipata e di lavoro in rete. La concretizzazione di tali obiettivi è possibile solo se alla forte volontà politica delle Istituzioni si aggiunge una cultura diffusa e un impegno attivo e consapevole da parte di tutti i cittadini. È questo il motivo per il quale è importante rivolgersi ad un pubblico molto ampio e diversificato.

In apertura, Mattia Rossi Presidente CRU Liguria ha sottolineato come "è davvero ora di agire e noi dei CRU vogliamo portare il nostro contributo. Siamo ad un bivio: o siamo in grado di mettere in campo un nuovo modello di sviluppo ora, oppure probabilmente sarà troppo tardi"

Nel suo intervento Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria ha ricordato che "sviluppo e sostenibilità fino ad oggi sono stati considerati antitetici, come vediamo anche in questi giorni. Debbono invece essere motori l’uno per l’altro. Qui in Liguria sono tanti i temi da affrontare: il digitale, i porti, l'energia green, i bacini idrici per produrre energia e provare a mitigare le piene rovinose."

Nell'intervento conclusivo, Pierluigi Stefanini Presidente di Asvis ha evidenziato che "L'Europa ci dice che tre sono i pilastri che devono guidare il nostro sviluppo sostenibile. Quello ambientale e delle mobilità sostenibile, quello della digitalizzazione e quello sociale legato alle pari opportunità, a creare condizioni di lavoro eque, a creare strumenti di protezione sociale e inclusione".  Relativamente alla Liguria poi Stefanini ha invitato il CRU a creare un tavolo di coordinamento tra istituzioni,  imprese, associazioni di rappresentanza per sviluppare insieme un percorso comune verso gli obiettivi di sostenibilità.

Sono inoltre intervenuti  STEFANO GAGGERO Presidente Cooperativa DUETREDUE (qui la presentazione), SIMONA BONDANZA Associazione Liguria 2030, MAURO PALUMBO
Università degli Studi di Genova, SONIA SANDEI Head of Strategic Development ENEL-X e Vice-Presidente Confindustria Genova, ANNALISA CASINO Presidente “Coop Eticae-Stewardship in Action” e Presidente Commissione Pari Opportunità Legacoop Nazionale. Ha moderato il giornalista OTTAVIO TRAVERSO.

https://youtu.be/ZGrWgXviEhU