Rapporto ASviS: Agenda 2030 riferimento strategico degli enti territoriali

 

L’Italia è ancora lontana dalla sostenibilità economica, sociale e ambientale, ma sempre più regioni, provincie e città metropolitane guardano al futuro e pianificano le loro strategie usando l’Agenda 2030 dell’ONU. Lo si apprende dal nuovo Rapporto dell’ASviS “I territori e lo sviluppo sostenibile”, strumento unico e innovativo che misura se e in che tempi il Paese e i suoi territori riusciranno a raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) a 10 anni dalla scadenza del piano d’azione sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi, inclusa l’Italia. Il Rapporto descrive anche l’impegno delle istituzioni locali per disegnare e realizzare piani strategici in linea con l’Agenda 2030.

Con l’elaborazione di indicatori compositi per regioni e province relativi agli SDGs - che sintetizzano oltre 100 indicatori elementari riferiti al periodo 2010-2019, e di misure delle distanze dai Target previsti per il 2030 per città metropolitane e aree urbane, l’ASviS integra il Rapporto 2020 pubblicato a ottobremostrando il forte ritardo - aggravato dalla crisi pandemica - verso l’attuazione dell’Agenda 2030 e simulando l’andamento del Paese e dei suoi territori (regioni, province e città metropolitane) in chiave prospettica, sui prossimi dieci anni.

Con riferimento al raggiungimento degli Obiettivi entro il 2030, dall’analisi basata sulle tendenze degli ultimi anni emerge che l’Italia potrebbe riuscire a centrare i target quantitativi associati a tre Goal: Goal 2(Quota di coltivazioni destinate a colture biologiche), Goal 3 (Tasso di mortalità per le maggior cause) eGoal 16 (Affollamento degli istituti di pena). Un progressivo avvicinamento ai target quantitativi si potrebbe determinare in quattro casi: Goal 4 (Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione eQuota di laureati e altri titoli terziari), Goal 7 (Quota di energia da fonti rinnovabili) e Goal 13 (Quota di emissioni di gas serra), obiettivi principali del Green deal europeo. Negative o decisamente negative appaiono invece le tendenze per i rimanenti 14 target quantitativi: Goal 1 (Quota di persone a rischio povertà ed esclusione sociale), Goal 2 (Uso dei fertilizzanti), Goal 3 (Incidenti stradali), Goal 5 (Parità di genere nel tasso di occupazione), Goal 6 (Efficienza delle reti idriche), Goal 8 (Tasso di occupazione 20-64 anni), Goal 9 (Spesa per ricerca e sviluppo), Goal 10 (Disuguaglianza del reddito disponibile), Goal 11(Qualità dell’aria e offerta del trasporto pubblico),  Goal 12 (Produzione di rifiuti), Goal 14 (Aree marine protette), Goal 15 (Consumo di suolo e Aree protette terrestri), Goal 16 (Durata dei procedimenti civili).

“Le analisi dell’ASviS mostrano chiaramente che l’Italia non è su un sentiero in linea gli Obiettivi dell’Agenda 2030 e la crisi in atto impatta negativamente su ben nove di essi”, commenta il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini. “Per questo è necessaria e urgente una mobilitazione di tutte le energie sociali, civili, economiche e istituzionali del Paese ed è fondamentale l’impegno dei territori, e delle loro istituzioni, senza i quali non sarebbe possibile per il Paese raggiungere la sostenibilità economica, sociale e ambientale entro i termini stabiliti dal piano d’azione dell’Onu”

Oltre a fornire un’analisi dell’impatto della pandemia sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile per l’Italia, il nuovo Rapporto dell’ASviS presenta per la prima volta un quadro statistico integrato e una valutazione della situazione e delle iniziative in corso a livello di regioni, province, città metropolitane e aree urbane. Inoltre, viene fornito un quadro completo delle politiche nazionali per i territori (Piano Sud 2030, Strategia nazionale per le aree interne, ecc.) e delle iniziative assunte a livello regionale e dalle città metropolitane per programmare strategie integrate di sviluppo basate sull’Agenda 2030. Da tale analisi emerge un dato quasi paradossale: gran parte delle regioni e delle città metropolitane usano quest’ultima come riferimento concettuale e come strumento pratico per coordinare meglio le politiche settoriali di propria competenza, mentre il Governo stenta ancora ad allinearsi a questa impostazione, se non all’interno del Piano Sud 2030.

“In un momento storico, in cui il governo decide il futuro del Paese definendo del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza per accedere alle risorse del Next Generation Eu, abbiamo voluto offrire un quadro statistico unico e una visione prospettica sia dell’Italia sia dei territori chiamati a realizzare le politiche necessarie per contribuire a portare il Paese fuori dalla crisi nel segno dello sviluppo sostenibile”, sottolinea Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS che, con i suoi oltre 280 aderenti è la più grande rete di organizzazioni della società civile mai creata in Italia per diffondere la cultura della sostenibilità e la conoscenza dell’Agenda 2030. “Il lavoro dell’ASviS fa emergere disuguaglianze, punti di forza e debolezza, ma soprattutto rivela, grazie all’analisi dei diversi territori, un’Italia attiva, resiliente e impegnata a realizzare il cambiamento, con risultati che in molti casi appaiono in grado di ridurre le distanze tra le diverse aree del Paese”.

Alla luce delle evidenze del Rapporto, il “Pacchetto di investimenti per lo sviluppo sostenibile delle città e dei territori”, elaborato dall’ASviS nei mesi scorsi, e le principali proposte di politiche economiche, sociali e ambientali illustrate del Rapporto 2020 di ottobre si confermano indispensabili per accelerare il cammino dell’Italia e dei suoi territori verso l’attuazione dell’Agenda 2030, soprattutto alla luce degli effetti della crisi in corso.

Per quanto riguarda le regioni, come si osserva nelle schede che seguono, gli indicatori compositi mettono in evidenza il loro posizionamento e andamento negli anni 2010-2019 per ogni Obiettivo di sviluppo sostenibile in relazione al dato nazionale, mentre gli indicatori relativi ai target quantitativi, oltre a misurare la distanza dai singoli obiettivi, ci dicono se, considerate le tenenze osservate negli ultimi anni, essi potranno essere o meno raggiunti. Ad esempio, oltre il 90% delle regioni e delle province autonome ha raggiunto o raggiungerà il 25% di superficie agricola utilizzata da coltivazioni biologiche; circa il 70% ridurrà del 25% rispetto al 2013 il tasso di mortalità per le principali cause tra i 30 e i 69 anni; oltre il 60% riuscirà a ridurre al 10% la quota di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione (18-24 anni) e circa il 50% a raggiungere una quota del 32% di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia.

Di contro, oltre due terzi delle regioni e delle province autonome si sta allontanando o non si avvicinerà ai target relativi a: riduzione della quota di fertilizzanti distribuiti in agricoltura del 20% rispetto al 2018 e del tasso di feriti per incidente stradale del 50% rispetto al 2010); raggiungimento della parità di genere nel rapporto di femminilizzazione del tasso di occupazione (20-64 anni) e di una quota dell’80% nell'efficienza delle reti di distribuzione dell'acqua potabile; riduzione a 4,2 dell'indice di disuguaglianza del reddito disponibile; aumento del 26% dei posti-km offerti dal trasporto pubblico locale rispetto al 2004; riduzione del 27% dei rifiuti urbani prodotti pro-capite del rispetto al 2003; raggiungimento di una quota del 10% di aree protette marine; azzeramento entro il 2050 dell'incremento annuo di suolo consumato.

Il Rapporto presenta anche le mappe delle province relative ai 12 Goal per i quali sono disponibili informazioni sufficienti al calcolo di indicatori compositi. Infine, dedica un capitolo alle buone pratiche territoriali messe in campo da soggetti istituzionali e non, e al ruolo della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (Rus), prima esperienza di coordinamento e condivisione tra gli Atenei italiani (attualmente 78) impegnati sui temi della sostenibilità.

https://youtu.be/cRmYi3HjMMY


Forum regionale per lo Sviluppo Sostenibile. Le idee del CRU Unipol Liguria.

Sì è svolto ieri, giovedì 10 dicembre il Forum Regionale per lo Sviluppo sostenibile della Regione Liguria.

Questo primo forum costituisce l’inizio del percorso di costruzione condivisa con i portatori d’interesse delle modalità attuative della Strategia Regionale dello Sviluppo Sostenibile, che a breve entrerà nelle fasi finali di redazione. Come previsto dal nuovo modello di engagement degli stakeholder, sono state invitate a partecipare le aziende, le associazioni e i professionisti e tutti i soggetti pubblici e privati portatori d’interesse in diversi tavoli tematici.
L’obiettivo comune è quello di co-definire le azioni prioritarie da sviluppare relativamente ai macro filoni: Persone, Pianeta, Prosperità.

Per il CRU Unipol è intervenuto Mattia Rossi, presidente del CRU Liguria. "L'attività dei CRU si sta concentrando sulle aree interne e sulle aree svantaggiate delle città che nel prossimo futuro si dovranno per forza di cose adattare e reinventare. Sarà importante portare avanti dei progetti  nell'ottica della sostenibilità che siano caratterizzati dall'ampia partecipazione,  dal partenariato e della coprogettazione coinvolgendo istituzioni, stakeholder, associazioni di categoria e di rappresentanza "

Ecco il video del forum. L'intervento di Mattia Rossi a 2h49min.

 

 


La mobilità futura nelle idee dei ragazzi di O.R.A.

Continuano gli appuntamenti con i laboratori virtuali del Progetto O.R.A. - Open Road Alliance realizzati da Fondazione Unipolis con Cittadinanzattiva e CUBO - Museo d'impresa del Gruppo Unipol​.

Attraverso l'esperienza dei laboratori, le classi che stanno affrontando il percorso del progetto con gli insegnanti, ricevono spunti, suggerimenti e consigli utili per arricchire il loro ragionamento sulle dimensioni della mobilità sostenibile (economica, sociale, ambientale e della sicurezza) analizzate nel kit di moduli formativi a disposizione dei docenti.​​

Il laboratorio è inoltre un ulteriore strumento a disposizione delle classi in vista della realizzazione dell'elaborato che candideranno per il Manifesto della mobilità futura. Un Manifesto che si costituirà di principi che avranno sia valenza di denuncia rispetto allo stato della mobilità nelle comunità di riferimento dei ragazzi (le 14 città metropolitane), sia di proposta per una nuova visione che parta dai ragazzi e arrivi alle amministrazioni locali e alle istituzioni nazionali.

Il Manifesto di O.R.A. si comporrà di due versioni:

  • Una scritta che sarà elaborata con le riflessioni di tutte le classi, chiamate a ragionare sull'impatto della mobilità nella vita delle persone, sui vantaggi e le criticità dei modelli di mobilità sostenibile, sui fattori decisivi per la mobilità del futuro. E ancora i consigli che i ragazzi di O.R.A. daranno ai loro coetanei per incentivare comportamenti e stili di vita sostenibili, anche sulla strada.
  • Una multimediale realizzata con i linguaggi più disparati: podcast, reportage fotografico, fumetto, illustrazio​ne grafica, videoclip musicale, cortometraggio, mediometraggio. I nove elaborati multimediali migliori, che saranno stati in grado di tradurre le idee del manifesto scritto in un prodotto creativo, riconoscibile e unico, andranno a costituire la versione multimediale del Manifesto.

Nella prima parte del laboratorio, anche attraverso la visione di progetti di altri coetanei, i ragazzi di O.R.A. entrano nell'ottica di quello che gli organizzatori si aspettano da loro, come ambasciatori di una nuova idea di mobilità sostenibile. Guarderanno i video messaggi inviati dalle loro amministrazioni locali di riferimento, nei quali i ragazzi ricevono un vero e proprio mandato per ragionare su questi temi, con la promessa di ascoltare e analizzare le loro idee, nei momenti di restituzione del Manifestoalle comunità che si svolgeranno a fine progetto.

A seguire Silvana Paci, presidente dell'Associazione ANVU​ in rappresentanza delle​ polizie locali d'Italia, si rivolge ai ragazzi, focalizzandosi in particolare sul tema dell'incidentalità stradale tra i giovani. E con il contributo di Luca Studer, responsabile del Laboratorio Mobilità e Trasporti del Politecnico di Milano i giovani affrontano poi il tema della guida autonoma e connessa, con i vantaggi e le criticità di questa forma di mobilità. Nel laboratorio non manca l'ironia - con una bella dose di realtà - che arriva dai The Jackal con il video di Linear sulle cose più stupide che si possono fare col telefono.

Nella seconda parte la palla del laboratorio passa a CUBO, che attraverso una lezione interattiva fa immedesimare i ragazzi nel ruolo di utilizzatori della strada (in particolare automobilisti, pedoni, motociclisti) e stimola il confronto con un focus specifico sui concetti di attenzione e distrazione, attraverso sondaggi, una chat sempre aperta e un gioco che i ragazzi affrontano attraverso i loro avatar nella parte finale del laboratorio.

Sono già 80 le classi al quarto anno delle scuole secondarie di secondo grado che si sono iscritte ai laboratori, con 1.600 studenti. Il resto dei partecipanti al progetto avrà a disposizione fino a inizio febbraio 2021 per iscriversi e svolgere il laboratorio.

Entro il 15 marzo 2021 dovranno poi inviare il loro elaborato per il Manifesto. I 9 finalisti del progetto, avranno la possibilità di visitare gli spazi di CUBO a Bologna e la classe vincitrice tra i 9, votata dalle altre classi partecipanti al progetto, vincerà anche un premio in denaro di 3.000 euro.​​

https://youtu.be/L477qlq296o


Urban Up. Unipol vicino alla città: dal centro alla periferia con #Illuminiamoinsieme

Oltre 3,5 km di strade e marciapiedi, a cui si aggiungono edifici e facciate di palazzi, pronti a illuminars fino al 6 gennaio 2021, dal centro alla periferia di Milano per dare un messaggio positivo in un momento difficile per la città e l’intero Paese. #Illuminiamoinsieme è il progetto reso possibile dall’impegno di Urban Up | Unipol che, con la regia tecnica di Max Up, ha risposto al bando dell’Assessorato al Commercio e alle Attività Produttive del Comune di Milano, e che vede la collaborazione di Confcommercio Milano.

Dall’albero di luce al Gratosoglio fino ai led luminosi in Buenos Aires, Palestro, corso Venezia con i suoi Caselli, corso Vittorio Emanuele, corso di Porta Romana, passando dalla Torre GalFa, alle gru in Porta Nuova fino all’immobile in via De Castillia recentemente riqualificato, oltre 180 mila led blu e bianchi, per un totale di 12.000 metri di linee elettriche, si accenderanno contemporaneamente in tutta Milano il 1° dicembre per illuminare il Natale dei milanesi trasmettendo un messaggio di vicinanza e di solidarietà. #Illuminiamoinsieme non è solo un progetto illuminotecnico: le luci sono il simbolo della speranza per rischiarare quel futuro che per molti è ancora incerto e buio e per incoraggiare Milano a ripartire insieme, a farcela con l’aiuto di tutti. I 4 km di luminarie uniranno la città da nord a sud, avvolgendola in un abbraccio luminoso.

Il compito simbolico di accendere Milano per le feste sarà affidato alle note di Raffaele Kohler, il trombettista che durante il lockdown ha emozionato gli italiani suonando ‘O mia bela Madunina’ dalla finestra del suo appartamento. Kohler questa volta suonerà dal rooftop di Torre GalFa, diffondendo simbolicamente su tutta la città l’emozionante melodia della canzone milanese, al ritmo della quale man mano si accenderanno, un po' come per magia, le luci di #Illuminiamoinsieme. Ancora una volta la musica diviene linguaggio universale capace di unire le persone abbattendo quelle barriere che mai come oggi pesano nella nostra quotidianità. L’esibizione “in solitaria” di Kholer verrà ripresa in un video pubblicato sui social del Gruppo.

“La collaborazione tra l’Amministrazione e Unipol ha permesso, anche in un momento di singolare difficoltà per Milano dovuto alla convivenza con l’emergenza Covid, di illuminare insieme e in maniera diffusa la città, valorizzando sia i principali assi commerciali che le zone più esterne come Gratosoglio” così commenta Cristina Tajani, Assessora alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio del Comune di Milano che prosegue: “Aver realizzato un progetto di luminarie così ampio credo che per Unipol rappresenti un vero gesto d’amore e speranza verso Milano e i suoi cittadini”

#Illuminiamoinsieme - dichiara Giuseppe Lobalsamo - Responsabile Direzione Immobiliare del Gruppo Unipol - sarà il messaggio che attraverserà le vie di molti quartieri di Milano per sottolineare la valenza simbolica che le luminarie rappresentano nelle feste. Con le luci quest’anno vogliamo esprimere la nostra vicinanza, valore fondante del nostro Gruppo che da sempre è vicino alla città di Milano e ai suoi quartieri con importanti progetti di recupero e riqualificazione. Siamo da tempo impegnati con il progetto INoltre nella valorizzazione delle periferie milanesi trasformandole in luoghi nuovi all’insegna dell’inclusione, dello sviluppo sociale e di una nuova identità”.

“In una Milano che, in questo 2020, più che mai, ha necessità delle luci di Natale come un segno innanzitutto di ottimismo – afferma Gabriel Meghnagi, presidente della rete associativa vie di Confcommercio Milano – l’impegno di Unipol assume ancor più rilevanza. E solleva gli esercizi commerciali da spese e adempimenti in un momento difficile”.

Con #Illuminiamoinsieme Urban Up | Unipol ha voluto “raccontare” ancora una volta il suo sostegno alla città di Milano illuminando non soltanto immobili di sua proprietà, ma anche piazze, strade e luoghi iconici del panorama urbanistico milanese in un momento in cui appaiono più vuoti e silenziosi. Questa iniziativa si aggiunge all’impegno che il Gruppo ha da tempo messo in atto in sostegno dei cittadini, dei territori e delle comunità locali per affrontare l’emergenza sanitaria in corso.

Il progetto #Illuminiamoinsieme dalle zone centrali di Milano arriverà in periferia, nel quartiere di Gratosoglio, con la creazione di un albero di Natale di 25 metri illuminato sfruttando la facciata dal palazzo Unipol di via dei Missaglia. A questo si aggiunge il building De Castillia 23 che, grazie al suo incredibile sistema illuminotecnico, si accenderà con un immenso tricolore alternato con le luci bianche e blu, offrendo alla zona di Porta Nuova un’illuminazione permanente dalle 16.00 all’1.00 di notte. Un altro tricolore alternato con le luci blu sarà visibile da tutta la città: quello del rooftop della Torre GalFa, e poi ancora saranno illuminate di blu le gru del cantiere della Torre Unipol in Porta Nuova che, sempre più alte, domineranno le notti dei milanesi.

Gli asset urbani interessati dal progetto:

  • Via dei Missaglia-(Gratosoglio) – albero luminoso
  • Corso di Porta Romana - luminarie
  • Caselli di porta Venezia - luminarie
  • Corso di Porta Venezia -luminarie
  • Corso Buenos Aires -luminarie
  • Via Palestro -luminarie
  • Corso Vittorio Emanuele - luminarie
  • Torre GalFa -rooftop
  • De Castillia 23 – intero building
  • Torre Unipol - Gru di cantiere

I numeri:

  • Oltre 3,5 km. di luminarie
  • 181.400 led utilizzati
  • 12.000 metri di linee elettriche tirate lungo le arterie di illuminazione
  • 29 kw utilizzati in totale per l’intero progetto
  • Consumo energetico 7 volte più basso rispetto all’uso di luci a incandescenza (210 Kw vs 29 Kw) con un risparmio energetico di oltre l’85%

 

 


UnipolSai regala ai suoi 10 milioni di clienti una copertura sanitaria Covid-19 di UniSalute

In questo anno fortemente segnato dalla pandemia e mentre tutti ancora stiamo lottando con il virus, UnipolSai, la compagnia assicurativa del Gruppo Unipol, ha deciso di regalare ai suoi 10 milioni di clienti una copertura sanitaria UniSalute per far fronte alle possibili conseguenze del Covid-19.

#UniSalutePerTe è il nome di questa nuova importante iniziativa che concretizza ulteriormente la volontà di UnipolSai e del Gruppo Unipol di essere sempre al fianco dei propri clienti e del Paese. E che verrà raccontata da una campagna di comunicazione veicolata in modo ampio attraverso tv, radio, stampa e web a partire da sabato 28 novembre per oltre un mese.

#UniSalutePerTe, attivabile tramite l’APP UnipolSai, offre gratuitamente una copertura sanitaria che prevede:

  • Teleconsulto medico Covid-19 attivo H24 e videoconsulto medico specialistico
  • 100 euro al giorno di indennità da ricovero fino a 14 giorni
  • 2.000 euro di indennità post ricovero in terapia intensiva

Un intervento dedicato a milioni di persone che si inserisce nell’alveo delle diverse iniziative messe in campo dal Gruppo Unipol nel 2020 a favore dei nostri stakeholder e che esprime tutta l’attenzione e la volontà di prendersi cura ogni giorno di chi si affida a noi.

Maggiori informazioni sul sito di UnipolSai.

 


Aree interne: nuovi legami di comunità per arginare la desertificazione sociale

A quarant’anni dal terremoto dell’Ottanta che ha colpito vaste aree del Mezzogiorno, con particolare violenza la città di Potenza e la sua provincia, lunedì 23 novembre, il CRU Unipol e la Cisl Basilicata hanno organizzato  un incontro dal titolo "Il Sindacato di Comunità costruttore di sviluppo territoriale" trasmesso in diretta streaming sul sito e sui canali social. Un’approfondita riflessione sulla costruzione dei legami immateriali che costituiscono una comunità, più difficili da creare e manutenere rispetto alle infrastrutture materiali, ma che pure contribuiscono in maniera determinante allo sviluppo territoriale e alla qualità della vita.

In questo processo di costruzione di comunità in un’area interna come la Basilicata, caratterizzata per il 90 per cento da comuni definiti “polvere” con meno di 5 mila abitanti e da un territorio vasto, montuoso, con notevoli criticità dal punto di vista demografico e di infrastrutture sociali, il sindacato ha molto da raccontare in termini di contributo dato. Ma soprattutto ha molto da fare in futuro insieme ad altri attori del terzo settore, per alimentare e sostenere quel capitale sociale, indispensabile ad arginare il fenomeno di desertificazione sociale, che sta caratterizzando le aree interne della spina dorsale italiana dell’ Appennino, pur avendo queste tutte le caratteristiche per entrare a pieno titolo nei processi di economia verde, sostenibile e del benessere.

Per il Gruppo Unipol ha partecipato Elena Torri, capo progetto Aree Interne CRU. Nel suo intervento  ha ringraziato la Cisl e il segretario Gambardella per il coinvolgimento del CRU in questa importante iniziativa organizzata a 40 anni dal quel terribile terremoto; un evento drammatico che mise in evidenza una volta di più come le aree interne, le aree appenniniche del nostro Paese vivessero in stato di marginalità. Ancora oggi le aree interne sono sinonimo di fragilità e di diseguaglianze - ha sottolineato  la Torri.  In questi ultimi anni la politica ha però colto la necessità di costruire politiche di rilancio delle aree interne  mettendo a disposizione ingenti finanziamenti pubblici per progettualità effettive (SNAI, Piano per il Sud); ma i finanziamenti non bastano. Esiste un problema di sistema che rende tali politiche pubbliche di difficile applicazione: le amministrazioni comunali dei piccoli paesi sono estremamente fragili, i territori sono scarsamente abitati, soprattutto da persone anziane, le Regioni spesso non sono all’altezza del ruolo che le strategie pubbliche riservano loro. Inoltre non c’è sufficiente iniziativa economica privata, sia in termini di investimenti che di propensione imprenditoriale. I CRU - ha continuato la Torri - possono svolgere un ruolo di animazione territoriale attraverso la collaborazione tra istituzioni pubbliche e organizzazioni economiche e sociali per sostenere e arricchire le iniziative a favore di questi territori; è così nato e sta crescendo nei territori il progetto nazionale Aree interne CRU e un gruppo di lavoro composto da tante professionalità appartenenti sia a istituzioni pubbliche che organizzazioni private, un gruppo il cui ruolo è quello di favorire e aiutare i diversi attori sui territori nella definizione di una strategia complessiva per sostenere lo sviluppo delle aree marginali. Dal sostegno supporto alle pubbliche amministrazioni, alla formazione di figure professionali esperte in sviluppo territoriale, dalle proposte di progettualità vincenti in altri territori, anche in ottica di sostenibilità, al possibile ingaggio di partner privati disponibili a contribuire allo sviluppo dei territori. Sono già partiti 3 diversi progetti pilota (Abruzzo, Molise e Sicilia) che stanno dando ritorni interessanti. A breve  - ha concluso la Torri - dovrebbero partire nuove sperimentazioni, anche in Basilicata. Prossimamente sarà poi lanciato il kick off di progetto alla presenza del Presidente di Unipol Pierluigi Stefanini e del Ministro Giuseppe Provenzano.  Un progetto ambizioso e a lungo termine quello sulle aree interne, che riteniamo potrà dare un effettivo contributo al rilancio di questi meravigliosi territori, oggi più che mai riscoperti.

All'evento sono inoltri intervenuti Enrico Gambardella (Segretario Generale della Cisl Basilicata e Presidente CRU della Basilicata), Rocco Guarino (Presidente della Provincia di Potenza), Francesco Lauria (Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze), Luana Franchini (Centro Studi Cisl Basilicata),  Giovanni Teneggi (Coordinatore Imprese Di Comunità Confcooperative), Giuseppe Bruno (Presidente Dell’alleanza Delle Cooperative Basilicata), Giuseppe Acocella (Magnifico Rettore Università Degli Studi Giustino Fortunato, Responsabile Scientifico Centro Studi Cisl Basilicata), Salvatore Margiotta (Sottosegretario Di Stato Al Ministero Delle Infrastrutture e dei Trasporti), Annamaria Furlan (Segretaria Generale della Cisl). Ha moderato Domenico Sammartino, Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Basilicata.

Ecco le parole di Aleardo Benuzzi (Coordinatore Nazionale dei CRU Unipol) al termine dell’evento.  Il ricordo del sisma dell’Irpinia del 1980, oltre ad avere grande importanza in sé, è stato l’occasione per riflettere sulla situazione di quelle che vengono chiamate, nel dibattito politico-istituzionale, aree marginali; in Basilicata le medesime aree, allora così duramente colpite, ancora oggi soffrono di gravi lacune e ritardi sul piano del loro ammodernamento e quindi della loro capacità di resilienza e di sviluppo. Ritardi e lacune messe ulteriormente in evidenza dall’emergenza COVID. La coesione sociale di quelle aree, la costruzione di comunità responsabili, il ruolo che gli attori sociali possono svolgere, in primis il sindacato confederale, hanno rappresentato il filo conduttore dell’incontro, concluso dalla Segretaria Generale della CISL Annamaria Furlan.  Tutti temi che sono il presupposto inderogabile per utilizzare al meglio le risorse europee e nazionali stanziate per fronteggiare l’emergenza COVID. Il CRU per sua natura, per la presenza al proprio interno delle principali Organizzazioni del mondo del lavoro, delle PMI e della cooperazione – ha concluso Benuzzi–  può essere un laboratorio di nascita e di crescita di processi di partecipazione e di elaborazione progettuale.

Di seguito il video e le foto dell'evento.

https://youtu.be/4nmh8F8RhRc

https://youtu.be/zZ7emmvToms


Non ballo da sola. Iniziative Gruppo Unipol per la giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne

Il 25 novembre sarà la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Unipol gruppo e Cubo Unipol organizzano insieme le iniziative di “Non ballo da sola” per sensibilizzare sulla violenza di genere.

Si comincia sabato 21 novembre con il convegno "Contro gli stereotipi e la violenza di genere a scuola", cui seguiranno i workshop:

  • "Educare alla parità"
  • ”Individuare stereotipi di genere nei modelli formativi e informativi"
  • ”Riflessioni e strumenti per il contrasto della violenza di genere con ragazze e ragazzi adolescenti"

Il programma completo qui 


Fondazione Unipolis organizza il convegno "Il ruolo della cultura per lo sviluppo sostenibile"

La fondazione Unipolis organizza per il prossimo 30 novembre alle ore 17 un confronto sul contributo della cultura all'Agenda 2030 a partire dalla pubblicazione UNESCO “Culture|2030 Indicators". Il volume propone un approccio metodologico per misurare, monitorare e valorizzare il ruolo della Cultura nel raggiungimento degli SDGs 2030, sia come settore di attività a sé stante, sia come elemento trasversale ai diciassette obiettivi (SDGs) strategici dell’Agenda 2030, attraverso indicatori suddivisi per aree tematiche. Il documento è scaricabile qui.
L'appuntamento sarà trasmesso online sui canali Facebook e YouTube​ di Unipolis. È gradita la registrazione su Eventbrite a questo link

 

https://youtu.be/DfHKiWN0QfE

 

 

PROGRAMMA DEL CONVEGNO

Introduce

Pierluigi Stefanini, Presidente Fondazione Unipolis

Presenta

Valentina Montalto, Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea

Intervengono

Dario Franceschini, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo

Mauro Felicori, Assessore alla cultura e paesaggio, Regione Emilia-Romagna

Matteo Lepore, Assessore al Turismo e promozione della città, Cultura e progetto nuove centralità culturali nelle periferie, Immaginazione civica, Comune di Bologna

Ne discutono con

Pierluigi Sacco, Professore Ordinario di Economia della Cultura IULM

Paolo Venturi, Direttore di AICCON


Welfare Italia. Tre proposte per ripartire dopo la pandemia.

Si è tenuta oggi 18 novembre, trasmessa in streaming digitale, la presentazione dell’edizione 2020 del Rapporto Think Tank “Welfare, Italia” sviluppato da Unipol Gruppo con The European House – Ambrosetti, con il sostegno di un comitato scientifico composto da Veronica De Romanis, Giuseppe Guzzetti, Walter Ricciardi e Stefano Scarpetta.

L’emergenza sanitaria legata alla diffusione della pandemia COVID-19 si è velocemente trasformata in una crisi socio-economica senza precedenti. L’Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale prevede a ottobre 2020 uno scenario baseline con un crollo del PIL mondiale per l’anno in corso del 4,4%. L’Italia non fa eccezione con una previsione per il 2020 che si attesta, nelmodello elaborato da The European House – Ambrosetti, al -10,8%. Per dare una dimensione di questa contrazione basti dire che si tratterebbe del terzo anno peggiore da oltre 150 anni che riporta il valore assoluto del PIL ai livelli del 1996.

Inoltre, in questo scenario, il rapporto debito pubblico/PIL potrebbe raggiungere livelli da "economia di guerra" (158,9%) ovvero 1 solo punto percentuale in meno rispetto al picco storico registrato durante la I Guerra Mondiale. È evidente come l’aumento del rapporto debito/PIL riduca ulteriormente lo spazio di intervento del pubblico negli anni a venire. A fronte degli impatti sul PIL, le ricadute occupazionali sono altrettanto significative. Infatti, nei primi 6 mesi del 2020 sono già stati persi oltre 800 mila posti di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2019, di cui 677 mila a tempo determinato (80%), 416 mila nella fascia tra 15 e 34 anni (50%). Il 44% di questi posti di lavoro persi sono al Nord, il 17% al Centro e il 39% al Sud.

A fronte degli impatti economici dell’epidemia, aumentano quindi anche i bisogni di protezione da parte dei cittadini e il ruolo del sistema di welfare diventa più centrale che mai, in quanto strumento di mitigazione degli impatti della pandemia.

Il sistema di welfare, a sua volta, è posto sotto forte stress: nell’immediato è la sanità ad essere l’area più colpita, nel breve-medio termine è necessario invece rafforzare le politiche sociali per proteggere la continuità lavorativa e nel medio-lungo termine anche la previdenza sarà messa sotto pressione. Si stima che il Covid-19 abbia generato, fino a settembre 2020, un incremento della spesa sanitaria di oltre 1,5 miliardi di Euro per le sole strutture ospedaliere. La Cassa Integrazione Guadagni rischia di superare quota 3.500 milioni di ore, con un costo complessivo stimato pari ad oltre 25,6 miliardi di Euro, mentre tra 550 mila e oltre 740 mila persone in più potrebbero usufruire della NASPI, con un costo per lo Stato tra 5,5 e 7,0 miliardi di Euro all’anno.Più in generale, le politiche sociali necessiteranno nell’anno di risorse stimate per oltre 40 miliardi di Euro. E sarà cruciale che parte di queste risorse possano provenire anche da quelle oggi destinate alla previdenza, che in Italia rappresenta la componente del welfare con il peso più alto d’Europa (16,3% del PIL vs. 12,3% media Eurozona).

A partire dalla fotografia dell’attuale sistema di welfare italiano e di come gli impatti socio-economici della crisi Covid-19 ne stiano condizionando l’evoluzione futura, il think tank ha individuato tre linee di azione prioritarie per definire un sistema di “welfare di precisione”, da consegnare sul tavolo di istituzioni e decisori, una per ogni pilastro (sanità, politiche sociali e previdenza):

1. SANITA’: creazione di banche dati interoperabili e nuovi servizi digitali, tra cui un progetto pilota di telemedicina coordinato a livello nazionale e scalabile in tutto il Paese

Il ricorso alla tecnologia e al digitale rappresenta una delle direttrici fondamentali tracciate dal Ministero della Salute per la gestione dell’emergenza sanitaria nel lungo termine. Il primo intervento da fare è assicurare l’omogeneizzazione delle banche dati pubbliche in un’ottica di open-data e la piena interoperabilità tra banche dati pubbliche e private, così da garantire anche il dispiegamento dei benefici attivabili grazie al Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), che deve divenire una priorità nazionale.

L’emergenza Covid-19 ha messo in luce, tra l’altro, l’urgente necessità di un piano nazionale di telemedicina: la proposta di Welfare Italia è di avviare un progetto pilota - delineato e coordinato a livello nazionale, adottato inizialmente da alcune Regioni già dotate di infrastrutture digitali e successivamente scalato su tutto il Paese – in grado di digitalizzare interamente il consulto del medico di base e specialistico e il monitoraggio delle condizioni di salute di pazienti cronici. Le strutture sanitarie private apporterebbero tecnologia, competenze e sviluppo di soluzioni innovative.

L’attivazione di un progetto pilota su larga scala nazionale per la realizzazione di un sistema di telemedicina potrebbe richiedere un investimento stimato in circa 5 miliardi di Euro e consentirebbe una riduzione delle giornate di degenza fino al 25%, con un risparmio di circa 1,5 miliardi di Euro ogni anno (per un totale di 7,5 miliardi di Euro in 5 anni).

Inoltre, la riduzione dei tempi di attesa e le minori necessità di spostamento, soprattutto per i territori più isolati, porterebbero un risparmio di oltre 3 miliardi di Euro annui portando quindi complessivamente a circa 4,5 miliardi di Euro ogni anno il risparmio abilitato da un piano di telemedicina.

2. POLITICHE SOCIALI: razionalizzazione degli strumenti assistenziali e investimento in un piano di politiche attive del lavoro

Anche alla luce della scarsa efficacia delle numerose misure una tantum del sistema italiano, si propone di ottimizzare gli strumenti di politica sociale, a partire da quelli diretti alle famiglie. Se un primo passo in questa direzione è costituito dall'approvazione del disegno di legge delega “Family Act”, un’ulteriore proposta è l’adozione di uno strumento unico di inclusione sociale che riassuma la componente assistenzialistica del Reddito di cittadinanza, del Reddito di emergenza e dell’assegno unico per i figli.

Tale riorganizzazione potrebbe liberare risorse per un valore di circa 10 miliardi di Euro, da dedicare all'attivazione di programmi di formazione specializzati e finalizzati all'aggiornamento delle competenze in linea con le richieste del mercato del lavoro, che potrebbero generare fino a 200 mila nuovi occupati aggiuntivi.

In uno scenario di lungo periodo, con un investimento iniziale di 10 miliardi di Euro, ridotto a 7 miliardi e 5 miliardi nei due e cinque anni successivi, l'occupazione aggiuntiva generata da un piano di politiche attive del lavoro garantirebbe un recupero dei valori occupazionali pre- Covid entro 5 anni rispetto ad oggi (a fronte dei 9 anni previsti nello scenario tendenziale standard) ed un incremento annuo del PIL pari al +0,7%.

3. PREVIDENZA: introduzione di una tassazione agevolata sui rendimenti accumulati nella previdenza complementare, aumento della flessibilità della previdenza complementare e lancio di “UNICO” come strumento di cultura previdenziale per i più giovani

La sostenibilità futura del sistema previdenziale italiano, alla luce di bassa natalità e invecchiamento della popolazione, passa anche attraverso un ruolo maggiore delle forme di previdenza complementare: a questo scopo, si suggerisce l’introduzione di una tassazione agevolata all’11,5% sui rendimenti accumulati nella previdenza complementare, pari al valore pre-Legge di Stabilità del 2015, per sostenere un maggiore tasso di adesione a tali forme.

Nell’ipotesi di periodo di contribuzione medio di 25 anni, si stima che la tassazione agevolata possa generare circa 10 mila Euro di rendimenti in più per ciascun aderente, determinando così un incentivo per le sottoscrizioni, che potrebbero aumentare di 2,5 milioni (pari al 30% delle sottoscrizioni totali), per un totale di 7 miliardi di Euro di risorse aggiuntive destinate alla previdenza complementare. Tali risorse potrebbero essere indirizzate verso investimenti nell’economia reale con una ricaduta sul PIL fino a un incremento di 1,5 punti percentuali.

Sono inoltre auspicabili interventi mirati ad una maggiore flessibilità della previdenza complementare: tra questi, l'introduzione della "portabilità" da un anno all’altro dell’ammontare di deducibilità fiscale non utilizzato, la possibilità di ottenere anticipazioni straordinarie sulla prestazione al verificarsi di particolari circostanze, a prescindere dall’anzianità di iscrizione, e infine la possibilità di trasferire ai figli la posizione maturata dal titolare al proprio pensionamento, in luogo della riscossione della prestazione.

Un ulteriore intervento riguarda la proposta di creazione di UNICO, “Universale Contributo”, strumento di sostegno alla creazione di posizioni previdenziali integrative dedicato a tutti i nuovi nati (circa 450 mila ogni anno), per i quali venga automaticamente aperta una posizione previdenziale di III° pilastro.

Nel Rapporto Annuale di Welfare Italia è stato inoltre calcolato, per la prima volta nel 2020, il Welfare Italia Index1, strumento di monitoraggio dell’efficacia e della capacità di risposta del sistema di welfare nelle Regioni italiane, basato su 22 Key Performance Indicator misurabili di aspetti legati sia alla spesa in welfare sia ai risultati che questa spesa produce.

Il primo elemento che emerge con forza dal confronto regionale, è la grande differenza di punteggio tra la prima e l’ultima Regione (oltre 28 punti di differenza). Un secondo aspetto di rilievo è la forte polarizzazione tra Nord e Sud del Paese: le ultime 8 Regioni appartengono all’Italia Meridionale e Insulare e la migliore di queste – ovvero la Sardegna (14° con 64,2 punti) – dista circa 20 punti dalla prima in classifica e precede di circa 9 punti la Calabria ultima in classifica.

A questo appuntamento annuale di riferimento per l’analisi, studio e riflessione sui temi del welfare, aperto al confronto interattivo tra i principali stakeholder del settore sia del settore pubblico che privato (decisori, esponenti governativi nazionali e locali, parti sociali, casse e fondi previdenza e assistenza, rappresentanti di imprese e dei lavoratori, università e terzo settore) sono intervenuti: Elena Bonetti (Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia), Alberto Brambilla (Presidente, Itinerari Previdenziali), Carlo Cimbri (Group CEO, Unipol Gruppo), Valerio De Molli (Managing Partner e CEO, The European House - Ambrosetti), Veronica De Romanis (Professore di Politica Economica Europea, Stanford University, Firenze e LUISS Guido Carli, Roma, advisor scientifico del Think Tank “Welfare, Italia” ), Daniele Franco (Presidente, IVASS; Direttore Generale, Banca d’Italia), Roberto Gualtieri (Ministro dell’Economia e delle Finanze), Giuseppe Guzzetti (già Presidente, Fondazione Cariplo; advisor scientifico del Think Tank “Welfare, Italia”), Mario Nava (Direttore Generale, Structural Reform Support, Commissione Europea), Antonio Polito (Editorialista e Vice Direttore, Corriere della Sera), Walter Ricciardi (Consigliere del ministro della Salute per i rapporti con le istituzioni sanitarie internazionali per l'emergenza Covid-19; Presidente del Mission Board for Cancer, Commissione Europea, advisor scientifico del Think Tank “Welfare, Italia”), Riccardo Sabatini (Chief Data Scientist, Orionis Biosciences, Boston, USA), Stefano Scarpetta (Direttore, Dipartimento di Employment, Labour and Social Affairs, OECD; advisor scientifico del Think Tank “Welfare, Italia”), Marco Simoni (Presidente, Fondazione Human Technopole), Pierluigi Stefanini (Presidente, Unipol Gruppo), Giovanni Toti (Vice Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome; Presidente, Regione Liguria).

Scarica il formato in PDF del "Rapporto 2020. Think Tank Welfare, Italia"