L’Italia al centro dell’Italia. Ricostruzione, sviluppo e infrastrutture… sostenibili
Si è svolto ieri l'evento online "L’Italia al centro dell’Italia. Ricostruzione, sviluppo e infrastrutture…sostenibili" organizzato dai CRU Marche e Umbria
L’iniziativa ha inteso approfondire la complessità che caratterizza il Centro Italia a fronte dell’importanza strategica che esso rappresenta per l’intero Paese.
Dopo che le istituzioni regionali di Lazio, Marche, Abruzzo, Toscana, Umbria hanno sottoscritto un patto di collaborazione, è ancora più forte la consapevolezza che il PNRR debba essere utilizzato anche per ridare un ruolo e una nuova unità al territorio italiano, partendo dalla ricostruzione materiale, economica, sociale, ambientale e civile del Centro Italia, secondo le linee di un nuovo paradigma sostenibile. L’iniziativa vuole essere l’inizio di un più articolato percorso che coinvolga anche le altre regioni interessate.
I lavori sono stati aperti da Aleardo Benuzzi, Responsabile Nazionale CRU (min, 3 del video di seguito allegato) che tra le altre cose ha sottolineato come il PNRR sia un 'occasione da non perdere per dare soluzioni a problemi strutturali, un'occasione irripetibile per le regioni che dovranno rispondere a questa sfida dandosi un obiettivo generale e dei percorsi condivisi
Il Prof. Giuseppe Roma Presidente Rete Urbana delle Rappresentanze (min.13, qui le slide della presentazione) nel suo relazioni ha evidenziato come il centro Italia abbia a disposizione un grande capitale sociale al suo interno. Diventa quindi qui ancora più importante che altrove, costruire una convergenza per creare strategie condivise promuovendo un dialogo fra regioni, istituzioni territoriali, corpi intermedi, università, camere di commercio, gestori infrastrutturali, distretti e centri di ricerca
Mirco Carloni Vicepresidente Giunta regionale delle Marche (min.38), ha parlato della questione delle periferie e delle aree interne molto presenti nelle aree centrali. L'emigrazione giovanile, la carenza di servizi, la mobilità e l'assenza dell'alta velocità sono esempi di questioni che rischiano di indebolire il capitale sociale di queste zone nel prossimo futuro.
Daniela Barbaresi, Presidente del CRU Marche (min.45), ha ricordato come la crisi 2008, il sisma e la pandemia del 2020 abbiano creato una combinazione esplosiva tanto che i principali indicatori economico-sociale, sono quasi tutti sotto la media nazionale. Sei sono le grandi attuali emergenze da affrontare: lavoro, sociale, ambiente, innovazioni, infrastrutture, spopolamento. L'alternativa sarebbe il continuo declino.
Massimiliano Presciutti, Sindaco di Gualdo Tadino (min.54), ha detto che a suo avviso le parole chiave per il rilancio delle regioni centrali sono velocità e coraggio. È necessario che ci sia una convergenza di tutti in modo organico su alcuni temi centrali quali ad esempio l'economia circolare e l'attrattività dei territori. È necessario organizzare degli "Stati generali" su questioni e progetti specifici.
Filippo Ciavaglia Presidente CRU Umbria (1h 6 min.) ha evidenziato come siano tre le questioni essenziali che riguardano le regioni centrali nel loro insieme da affrontare in maniera congiunta e non regione per regione: la realizzazione di infrastrutture primarie e secondarie, le infrastrutture immateriali (ad esempio i collegamenti tecnologici) e i servizi.
Valeria Mancinelli Sindaca di Ancona (1h 25 min) ha affrontato il tema delle difficoltà burocratiche. Per velocizzare e spendere bene i fondi è bene che i canali di finanziamento siano diretto tra il finanziatore e il soggetto attuatore che fa l'opera. Ad esempio stato-comune senza passaggi intermedi. È necessario inoltre focalizzare l'attenzione su alcuni obiettivi e progetti specifici concentrando l'attenzione su quelli per portali all'effettiva realizzazione.
Simona Meloni, Vicepresidente Consiglio Regionale dell’Umbria (1h 40 min.) ha detto che è necessario un cambio di passo deciso. I grandi temi sono concatenati e riguardano il territorio dell'Italia centrale nel suo complesso, per questo devono essere affrontati in maniera congiunta. È importante andare dalle parole ai fatti e concretizzare i progetti in cantiere.
Ha moderato l'evento Claudio Sebastiani, responsabile Sede Umbria Agenzia Ansa.
Ecco il video integrale dell'iniziativa:
https://youtu.be/23YATvt4eqs
Le aree interne e la montagna per lo sviluppo sostenibile
Lo sviluppo sostenibile non riguarda solo le città ma tutto il territorio nazionale, con la necessaria attenzione per le aree più fragili e lontane dai centri urbani. La Strategia nazionale per le aree interne (Snai), che comprende il territorio montano italiano, è un esempio positivo di cui vanno verificati i risultati e l’efficacia in vista del nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei 2021-2027.
Lo sviluppo sostenibile delle aree interne e della montagna è essenziale per una strategia complessiva di promozione e valorizzazione territoriale di un Paese come l’Italia, costruendo relazioni virtuose con le aree urbane e periurbane come dimostrano buone pratiche di diffusione di servizi e opportunità abitative nei borghi a rischio di abbandono.
Per questo è da cogliere l’opportunità fornita dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che prevede investimenti anche per i borghi e le aree interne, e l’indicazione che vi è contenuta di una legge sul consumo di suolo e la rigenerazione urbana che potrebbe diventare la legge di principi sul governo del territorio attesa ormai da venti anni quando fu approvato il nuovo Titolo V della Costituzione.
Sono stati questi i temi sviluppati nell'evento online che si è svolto ieri dal titolo "Le aree interne e la montagna per lo sviluppo sostenibile" nell'ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile.
Per i CRU Unipol è intervenuta Elena Torri, coordinatrice del sottogruppo aree interne e montagna del gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11 e Project Manager di CreAree, (min 27 del video, qui il pdf delle presentazione)
https://youtu.be/wBwHS5Xq1HM
Bellezza Italia a Pantelleria: mappa e vademecum dei Giardini Panteschi
Legambiente e il Gruppo Unipol hanno presentato il nuovo intervento realizzato sull’isola siciliana per valorizzare il suo prezioso patrimonio paesaggistico-agronomico: una buona pratica internazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
Monitorati e censiti oltre 400 giardini panteschi con itinerari e passeggiate tra i siti più significativi. Con un vademecum per replicare un giardino di questo tipo in ambienti simili.
Un manufatto di forma cilindrica realizzato a secco con pietre nere e una minuscola apertura, così bassa che per entrare è necessario chinare il capo. Dentro un solo albero, un agrume custodito gelosamente al riparo dalle intemperie, dal gelo e dal vento, cresciuto grazie al microclima che si crea all’interno e all’umidità che la strana costruzione riesce a trattenere. È il giardino pantesco, uno dei più singolari manufatti rurali dell’isola di Pantelleria che rappresenta un laboratorio secolare che ha affinato tecniche agricole e costruttive che hanno saputo fare tesoro della scarsità della risorsa idrica e di eventi climatici estremi.
Nell’ambito della campagna Bellezza Italia, Legambiente e il Gruppo Unipol, grazie alla collaborazione dell’ente Parco Nazionale Isola di Pantelleria e del Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Forestali dell’Università degli Studi di Palermo, hanno censito gli oltre 400 giardini presenti sull’isola: un lavoro unico e completo che ha restituito una preziosa mappa con foto, descrizione, georeferenziazione e stato di conservazione dei giardini. Alcuni di questi, per tipologia e localizzazione, sono stati ora inseriti in un itinerario di scoperta per apprezzare l’isola da prospettive insolite e particolari.
Il lavoro di Legambiente e del Gruppo Unipol è stato presentato oggi venerdì 8 ottobre, nel corso di una passeggiata che ha toccato alcuni giardini panteschi presenti nella valle di Monastero, lungo uno dei percorsi più belli dell’isola. Alla passeggiata hanno preso parte, tra gli altri, Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente; Marisa Parmigiani, Responsabile Sostenibilità Gruppo Unipol; Sonia Anelli, direttrice del Parco Nazionale di Pantelleria; Giuseppe Barbera, dell’Università di Palermo e tra i più qualificati esperti di paesaggio rurale del Mediterraneo, i ricercatori che hanno realizzato il censimento.
«Lo studio dei giardini panteschi è particolarmente importante in tempi di cambiamenti climatici perché da circa due secoli questo tipo di costruzione protegge da condizioni particolarmente siccitose e assicura un microclima che consente la vegetazione degli agrumi, le piante che tradizionalmente vengono coltivate all’interno – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente -. Queste esperienze sono di grande interesse perché abbiamo bisogno di diffondere buone pratiche di agricoltura e gestione del territorio capaci di adattarsi a un clima che sta già cambiando. I giardini panteschi sono un ottimo esempio di come combinare la sapienza costruttiva dei nostri antenati con le conoscenze agronomiche attuali, con l’obiettivo di continuare a custodire la bellezza dei paesaggi mediterranei, coniugandola con la produttività agricola, premessa indispensabile per assicurare futuro agli abitanti e ai loro territori. Dobbiamo prepararci a un clima che sta cambiando sempre più velocemente, con rischi crescenti, mentre in parallelo acceleriamo nel percorso di decarbonizzazione».
«Abbiamo sostenuto con convinzione questo progetto che ben risponde agli obiettivi della campagna Bellezza Italia: cambiamento climatico, bellezza e tutela del patrimonio – spiega Marisa Parmigiani, Responsabile Sostenibilità del Gruppo Unipol –. Abbiamo scelto di non limitarci al percorso escursionistico ma di redigere una Guida per diffondere questa pratica in tutti quei luoghi che sempre più sono esposti a fenomeni di siccità protratta, proprio perché è sempre più urgente la necessità di diffondere competenze che supportino pratiche di resilienza. Ci auguriamo che architetti dei giardini, paesaggisti e tutti coloro che disegnano gli spazi verdi possano trovare in questo lavoro saperi nuovi e stimoli per i loro processi di pianificazione».
Il giardino pantesco può essere considerato a buon titolo come un caso estremo di tecniche di utilizzo di una risorsa ambientale (l’acqua deposta per condensazione sulle superfici dei muri a secco e della vegetazione) che normalmente è trascurata in altri contesti agricoli, ma che a Pantelleria, come in molte altre isole del Mediterraneo, può diventare una parte significativa del ciclo dell’acqua e compensare la limitata disponibilità di acqua di precipitazione o irrigua. Tutto questo evidentemente assume particolare interesse in considerazione dei cambiamenti climatici e della crescente carenza di acqua da destinare a fini agricoli. Il censimento realizzato sarà utilizzato ora dal Parco di Pantelleria sia per tutelare la straordinaria biodiversità presente in questo contesto, sia per avviare il restauro e il recupero di alcuni dei giardini, la realizzazione di sentieri accessibili che ne consentano la visita definendo così un nuovo prodotto turistico per l’isola.
I risultati dello studio, infatti, hanno anche costituito la base per l’individuazione dei giardini idonei per essere inseriti in un nuovo itinerario turistico, attraverso cinque potenziali itinerari: il principale, “a circuito” di circa 15 km, include 24 giardini e può essere percorso a piedi in circa 5 ore. Questo itinerario modulare a diversi gradi di difficoltà nei diversi tratti, si presta anche ai diversamente abili, in quanto in parte si snoda su sentieri e strade carrabili e talvolta i giardini si trovano adiacenti o contigui alla strada. Si aggiungono 4 itinerari “appendici”: Grazia, con 3 giardini; Grotta del freddo, con 4 giardini; Valle di Monastero, con 10 giardini; Muéggen, con 5 giardini. Questi prendono il nome dalle contrade di riferimento o nel caso di Grotta del Freddo ad un luogo di interesse nelle vicinanze. Quattro giardini ritenuti di interesse, non rientrano negli itinerari delineati, ma sono segnalati come luoghi di interesse. Tra questi vi sono anche il giardino di Donnafugata donato al FAI e il giardino infossato nel cratere di Kúddia Bruçiáta.
I giardini segnalati come parte dell’itinerario saranno visitabili dall’esterno e talvolta anche dall’interno. Ad oggi, nell’ambito del progetto, sono stati individuati dieci giardini che potranno essere visitati all’interno, grazie al permesso concesso dai proprietari. Tra questi vi è il giardino di Donnafugata donato al FAI.
Gli itinerari tracciati coincidono solo parzialmente con la rete sentieristica CAI esistente, in altri casi, vanno a valorizzare altre aree del parco ancora poco riconosciute. Gli itinerari comprendono sia giardini in buono stato di manutenzione, sia abbandonati o parzialmente crollati. Una scelta fatta non a caso, che intende sottolineare l’urgenza per il loro recupero.
Mappa degli itinerari dei Giardini panteschi
Bellezza Italia non è però l’unico fronte della collaborazione tra il Gruppo Unipol e Legambiente che si articola infatti su diversi ambiti, con il duplice obiettivo di qualificare l’impegno ambientale del Gruppo Unipol nel Paese ed accrescere la consapevolezza dei suoi stakeholder diretti sull’importanza di tutelare e valorizzare il nostro territorio, e in una serie di azioni mirate allo sviluppo di politiche attive e strumenti adeguati a migliorare la resilienza al cambiamento climatico in Italia. Legambiente collabora, infatti, con Unipol anche per progetti riguardanti rischi derivanti dalle calamità naturali, per evidenziare aree e comportamenti di rischio, identificare politiche, interventi ed azioni per la promozione della resilienza e la manutenzione del territorio, anche partecipando a progetti pilota di sensibilizzazione ed educazione.
Fonte foto canale twitter Bellezza Italia
La regione Lazio dopo la pandemia
Ieri si è svolta la V edizione della biennale ECOSLAB organizzata dal CRU Unipol del Lazio nella splendida cornice della Sala del Tempo di Adriano in Piazza di Pietra a Roma
L’iniziativa intitolata “Il futuro del Lazio dopo la pandemia”, è nata con l'idea di discutere delle prospettive e delle scelte per lo sviluppo sostenibile della regione dopo la pandemia e dalla convinzione che per la ripresa e il rilancio della regione serva innanzitutto un forte patto fra le Istituzioni e le forze sociali ed imprenditoriali, un patto in grado di agire come strumento di effettivo confronto e co-progettazione fra le parti.
Come per i precedenti incontri, anche quest’anno la base della discussione è stata fornita da una ricerca sul campo (scaricabile in PDF qui) promossa dal CRU Lazio e realizzata dall’Istituto di ricerca RUR Rete Urbana delle Rappresentanze diretta dal Prof. Giuseppe Roma (qui le slide della sua presentazione).
I risultati della ricerca e il patto proposto sono stati commentati da Pierluigi Stefanini, Presidente del Gruppo Unipol e di ASviS e da Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio.
"Dobbiamo utilizzare il PNRR per una re-industrializzazione - ha detto tra le altre cose Zingaretti - che aumenti sia il numero dei posti di lavoro che la qualità di lavoro. C'è bisogno però di fare sistema e di far lavorare insieme territori, cittadini, amministratori, università, imprese"
"Abbiamo bisogno di cambiare fase per affrontare le prossime tappe con una strategia complessiva multi-livello che coinvolga tutti - ha detto Stefanini - Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del governo deve quindi diventare il piano di tutto il Paese". "Credo sia un bene - ha aggiunto Stefanini - intraprendere la strada di questo patto che ha al suo interno alcuni ingredienti chiave fondamentali. La responsabilizzazione dei soggetti, la trasparenza, la rendicontazione e il monitoraggio."
Alla discussione - coordinata da Serena Mautone, giornalista del TG3 - hanno partecipato inoltre il Presidente del CRU Lazio e Segretario Generale della UIL Lazio Alberto Civica, il Segretario Generali di CGIL del Lazio Michele Azzola, Giovanna Barni Presidente di Coopculture, Lorenzo Tagliavanti - Presidente della CCIAA di Roma, Valentina Cardinali - Responsabile Mercato del Lavoro INAPP, Roberto Battisiti - Federlazio, Angelo Camilli Presidente Unindustria.
https://youtu.be/bEdHy__mfZ0
https://youtu.be/a_RcfRugHWM
https://youtu.be/VQ7k8SRV4hA
https://youtu.be/me_EF0w4oy0
https://youtu.be/_ThTTGNOSIQ
https://youtu.be/_AKIMfD0v3Y
https://youtu.be/OKW06ITmPPA
https://youtu.be/eu36jWNjbII
https://youtu.be/q7l2EYf-SrI
https://youtu.be/3U3RF9SsSMY
Il video integrale dell'evento
https://youtu.be/z5zL8RrUeio
L’esperienza delle aree interne in Friuli-Venezia Giulia: risultati, attese e prospettive
Le Aree Interne individuate dalla Regione FVG ricadono tutte in territorio montano. Pur con caratteristiche storiche, economiche e sociali diverse, soffrono ed hanno sofferto degli stessi problemi legati allo spopolamento ed all’abbandono del territorio.
Le Strategie approvate dalla Regione, la concertazione territoriale, i gruppi di lavoro attivati dalle Istituzioni (Università in primis) e dalle Associazioni, intendono rappresentare un concreto passo verso l’inversione di questa tendenza ed il rilancio di potenzialità che possono avere ricadute positive sull’intera collettività, locale e regionale, in termini economici e sociali nel rispetto degli equilibri ambientali e di sostenibilità complessivi.
Di questo si è parlato nell'evento online dal titolo "L’esperienza delle aree interne in Friuli-Venezia Giulia: risultati, attese e prospettive".
I lavori sono stati aperti da Franco Colautti Presidente CRU FVG (min 5 del video di seguito) che ha fatto un'introduzione sulla questione delle aree interne nel Friuli-Venezia Giulia sottolineando che, malgrado le difficoltà, vivere in montagna è ancora possibile.
Massimo Mentil Sindaco del Comune di Paluzza (min.12) ha parlato delle difficoltà che il progetto nazionale sulle aree interne sta incontrando dovute prevalentemente alla burocrazia, lentezza e quindi difficoltà a portare a compimento i progetti. Molti comuni quindi hanno cominciato a sviluppare progetti e servizi ma pochi rispetto a quello che si sarebbe potuto fare.
Francesco Nesich Sindaco del Comune di Resiutta (min.29) ha evidenziato come sia assolutamente necessario modificare la procedura della gestione delle risorse perché tempi di 5-6 anni sono troppo lunghi per dare delle concrete risposte ai territori. Malgrado questo c'è fiducia che le progettualità che andranno a buon fine poteranno dei reali benefici.
Elena Leschiutta Assessore Comune di Claut (min.36) ha parlato dei principali ambiti di intervento della strategia delle aree interne delle Dolomiti friulane che sono l'assistenza sanitaria, aspetto primario nei territori dove prevale la popolazione anziana, la mobilità e l'istruzione.
Mauro Pascolini, Docente Università di Udine –referente del Rettore nel progetto Cantiere Friuli – Officina Montagna (min 41.30), ha evidenziato tra gli altri temi quello della necessità di creare una cabina di regia regionale che assista i comuni e aiuti a coordinare tutte le diverse progettualità mettendole a sistema.
Erica Gonano Sindaca Comune di Prato Carnico (min 59) ha evidenziato l'importanza del ruolo della donna nella tenuta e sopravvivenza delle comunità montane (come dimostrano diverse ricerche). Donne e uomini insieme, cittadini della montagna, devono però lavorare insieme e fare rete per contare di più.
L'iniziativa è stata conclusa da Aleardo Benuzzi Stakeholder Management Unipolsai (1h17.30 min). Benuzzi ha evidenziato come la pandemia abbia radicalmente cambiato le condizione e il campo di gioco su cui si giocano le partite. Per questo motivo cittadini, imprese e istituzioni hanno necessariamente dovuto ridefinire le proprie priorità e in alcuni questo ha dato un'accelerata portando a dei cambiamenti concreti. In merito alle areee interne Benuzzi ha ricordato che, il progetto CreAree, promosso dai CRU Unipol, ha l’obiettivo di costruire un percorso che porti all’identificazione di un metodo di lavoro che possa essere utilizzato per sostenere le amministrazioni locali e le comunità territoriali nel realizzare i progetti di sviluppo delle aree interne. Definendo delle azioni replicabili nei diversi territori e dei progetti pilota dove sperimentare queste azioni.
L'evento è stato moderato da Giacomina Pellizzari giornalista del Messaggero Veneto.
Di seguito il video integrale dell'evento.
https://youtu.be/_d-DRdzsSYc
Agenda di genere: valore aggiunto per lo sviluppo sostenibile della Sicilia
Le donne siciliane sono sempre più in difficoltà nel mondo del lavoro e non solo. Disuguaglianze sociali e divario economico nei confronti del resto del Paese sono in aumento e c’è un forte timore per il futuro di questa terra. La strategia da cui ripartire risiede anche nel dare centralità nelle scelte politiche alla condizione di vita delle donne in tutte le sue dimensioni, economica, sociale, lavorativa e culturale. Un agenda di genere, quale valore aggiunto per segnare le scelte del governo regionale, e più in generale l’allocazione delle risorse inserite nel PNRR, rappresentano un’occasione da non perdere per un reale cambio di passo per avanzare sulla strada della produttività e dello sviluppo sostenibile, mettendo al “centro le donne”.
Su questi temi si è dibattuto oggi nell'evento online "Agenda di genere: valore aggiunto per lo sviluppo sostenibile della Sicilia" organizzato dal CRU Unipol Sicilia
L'evento è stato introdotto da Monica Genovese Presidente del Cru Sicilia (min 4.30 del video a seguire), che ha sottolineato la situazione critica della condizione femminile in Italia e in Sicilia, peggiorata negli ultimi anni a causa della pandemia e la conseguente necessità di interventi progettuali mirati sfruttando le risorse del PNRR in particolare per colmare lo svantaggio delle donne nel mercato del lavoro.
Diversi interventi si sono poi susseguiti nella tavola rotonda.
Luca Bianchi Direttore Svimez Associazione per lo sviluppo dell’industria del mezzogiorno (min. 20), ha confermato il grande divario di genere particolarmente al sud. Stanno però nascendo le condizioni per un cambio di direzione grazie alle risorse in arrivo e all'attenzione che questi temi stanno avendo nella discussione politica.
Rosanna La Placa Segreteria regionale Cisl Sicilia (min. 46), ha evidenziato come mettere l'uguaglianza di genere come priorità nell'utilizzo dei fondi avrebbe un impatto positivo su tutti gli aspetti sociali e lavorativi della regione
Anna Bucca, componente dell'esecutivo regionale Arci Sicilia (min.51), ha parlato delle tante contraddizioni e della frammentazione che ci sono nell'affrontare il tema della condizione femminile. Manca in particolare la capacità di portare avanti e finalizzare i progetti. Il terzo settore può dare un importante contributo ma avrebbe bisogni di supporto concreto in particolare nella formazione e nella crescita delle competenze.
Angela Maria Peruca, Direttore Regionale Legacoop Sicilia (1h), ha affrontato il tema della mancanza di servizi che non permette alle donne di svolgere nella maggior parte dei casi un'attività lavorativa al di fuori della famiglia. Malgrado questo sta aumentando la propensione delle donne ad aprire nuove attività imprenditoriali che però poi si scontrano con tante difficoltà e tutti gli ostacoli della burocrazia.
Antonio Scavone Assessore regionale Politiche sociali e Lavoro Reg. Sicilia (1h 10 min) ha sottolineato l'importanza di sviluppare un piano nazionale coordinato con una struttura amministrativa che sappia finalizzare quanto progettato
L'evento è stato concluso da Marisa Parmigiani Head of Sustainability,
Consigliere Delegato Unipol Gruppo e Direttrice Fondazione Unipolis. Bisogna partire dalla cultura, dalla sensibilizzazione, dalla formazione. Bisogna rendere uomini e donne consapevoli che i lavori di cura non sono lavori delle donne e che l'utilizzo di servizi pubblici per la cura dei bambini non è un'inadempienza rispetto al ruolo di madre. È fondamentale inoltre educare le donne ad investire nella loro formazione anche nella materie tecnico scientifiche perché non esistono materie per uomini o per donne. È necessario inoltre - ha continuato la Parmigiani - promuovere un modello di donna evoluto contemporaneo, modificando gli attuali criteri di valutazione del lavoro e dando un supporto all'imprenditoria femminile.
L'evento è stato moderato da Nino Amadore de Il Sole24ore Palermo
Di seguito il video integrale dell'evento
https://youtu.be/U8B95D9vIO8
Assemblea Quadriennale Cna Sicilia
Si è svolta lunedì 4 ottobre a Taormina, presso il Palazzo dei Congressi, l'Assemblea Elettiva Quadriennale 2021 di CNA Sicilia dal titolo "Ripartire Insieme". Nel corso dell'Assemblea, Nello Battiato è stato riconfermato all'unanimità alla guida della CNA Regionale.
Tra i temi affrontati nel corso della giornata vi è il ruolo della Sicilia nel Mezzogiorno e le opportunità provenienti dal Pnrr rispetto alle eventuali ed auspicate ricadute sul tessuto socio-produttivo dell'isola.
Il programma ha visto, nel corso della mattinata, il saluto iniziale del sindaco di Taormina, Mario Bolognari, dopo cui si sono susseguiti contributi di relatori qualificati ed autorevoli fino alle conclusioni finali affidate al Segretario Generale della CNA Sergio Silvestrini. Nel pomeriggio, invece, è stata la volta degli adempimenti statutari per eleggere gli organismi, presidente, presidenza e direzione.
Per i CRU Unipol è intervenuto Aleardo Benuzzi, Responsabile Nazionale CRU, per parlare del Progetto CreAree, dell’impegno dei Cru per lo sviluppo delle Aree interne e per sottolineare l'importanza dei corpi intermedi durante il periodo della pandemia.
Riqualificazione urbana in Veneto. Presentazione della ricerca Ires
È stata presentata ieri online, durante l'evento dal titolo "Riqualificazione urbana" iniziativa del CRU Veneto organizzata per il Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da ASVIS, la ricerca di IRES Veneto dal titolo "La condizione abitativa e la condizione urbana in Veneto. Come migliorare la qualità della vita nelle città".
L'evento è stato aperto da Elena Di Gregorio Presidente Cru Veneto (min. 3.20 nel video a seguire) che ha motivato l’utilità della ricerca che il CRU Veneto ha commissionato la ricerca a Ires per la centralità che riveste attualmente il tema della casa e dello sviluppo urbano nella vita delle persone.
La ricerca, presentata da Patrizia Daneluzzo e Matteo Civiero Ricercatori Ires Veneto Co-autori della ricerca (min. 12.30, qui le slide) si è basata su un mix di dati quantitativi e qualitativi raccolti dalle rilevazione ISTAT, da altre ricerche fatte negli ultimi anni e da interviste realizzate ai cittadini. In Veneto le case sono mediamente di piccole dimensioni e vecchie (con classe energetica bassa). In periodo pre-covid però malgrado questo, non si registrava un grande disagio abitativo che invece è diventato molto più marcato durante il periodo della pandemia. Negli ultimi anni, così a fronte comunque di un non consumo di territorio, si è comunque registrato un alto tasso di cambio di abitazione, con aumento anche delle richieste di affitto.
La qualità della vita presenta grandi disomogeneità tra le diverse provincie con Treviso che registra un indice di qualità della vita in crescita negli ultimi anni mentre Rovigo in decisa diminuzione.
Cose ci attende nel futuro? La ricerca evidenzia alcune tendenze. La crescita della popolazione anziana, il degrado che che si estende dalle periferie e raggiunge anche i centri città e la sempre maggiore diffusione dei "city users", cittadini che vivono la città ma abitano nell'hinterland. Ma anche ricerca di sostenibilità, la domotica, il co-housing (anche tra giovani/anziani) e l'housing sociale. La ricerca completa è scaricabile qui
A commento della ricerca Mario Conte Presidente Anci Veneto, sindaco di Treviso (1h.3min) ha poi sottolineato come il lavoro di Anci regionale sia focalizzato ad aiutare soprattutto i piccoli comuni in difficolta gestire i finanziamenti del PNRR con l'obiettivo di diffondere una visione comune e ampia di progettualità. Il cambiamento inoltre deve essere progettato sulle nuove tecnologie mantenendo una grande attenzione e sensibilità verso gli anziani.
Salvina Sist, Direttore Pianificazione Territoriale Regione Veneto (1h.16min qui le slide)), ha poi presentato le varie iniziative che sta portando avanti la Regione Veneto sul contenimento del consumo del suolo e sulla rigenerazione urbana.
A seguire Laura Mariani, Co-Coordinatrice Goal 11 Agenda 2030 (1h.36min) , ha evidenziato come la ricerca abbiamo messo in evidenza diverse problematiche di sostenibilità sociale e ambientale, che la pandemia ha poi accentuato, rendendo le risorse in arrivo indispensabili per creare linee di progetto in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
L'iniziativa è poi stata chiusa da Pierluigi Stefanini Presidente del Unipol Gruppo e di Asvis (1h54min). "Dobbiamo lanciare un grido di allarme. Ci sono ritardi, difficolta e incongruenze per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ci sono però anche le condizioni per reagire dando una risposta corale, condivisa, univoca e integrata. È necessario, ha continuato Stefanini, accelerare il processo per aggiornare la strategia nazionale di sviluppo sostenibile definendo degli obiettivi precisi. Come Asvis, proponiamo che venga elaborata un'agenda dello sviluppo sostenibile delle aree urbane e un cabina di regia sui temi della rigenerazione urbana presso il ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile".
Di seguito il video integrale dell'evento.
https://youtu.be/CUBJ0r7wUzs
Riconversione green ed economia circolare in Piemonte alla luce del PNRR
Si è svolto questa mattina l'evento "Riconversione green ed economia circolare in Piemonte alla luce del PNRR" organizzato dal CRU Unipol Piemonte in occasione del Festival Sviluppo Sostenibile promosso da Asvis.
L’iniziativa ha inteso avviare una riflessione ed un confronto tra le associazioni di rappresentanza del CRU, le istituzioni, il mondo dell’università e della ricerca sui processi ed i supporti di varia natura (finanziari, formativi di trasferimento tecnologico, ecc…) che si possono mettere in campo per facilitare la transizione delle pmi operanti nei vari settori verso un modello economico più sostenibile, in particolare con l’adeguamento e il ripensamento dei cicli produttivi secondo i principi dell’economia circolare. Questo in particolare alla luce delle opportunità offerte dal PNRR e dai fondi europei eventualmente utilizzabili per supportare progetti innovativi e con l’obiettivo di salvaguardare l’occupazione e creare nuovi e sempre più qualificati posti di lavoro.
Dopo l'introduzione dei lavori di Carlo Chiama Presidente CRU Piemonte (min 4.00 del video), Ludovica Lella, Ricercatrice IRES Piemonte (min 12.00), ha presentato una relazione di contesto (qui le slide) che ha evidenziato come la transizione verso la sostenibilità rappresenti per il Piemonte una straordinaria occasione per innovare e rilanciare il proprio sistema socio-economico, per un nuovo modello di sviluppo che coinvolga tutti i settori produttivi e le comunità
A seguire si è svolta una tavola rotonda virtuale.
Elena Piastra Sindaca di Settimo Torinese e Vicepresidente Anci Piemonte (min32.00) ha parlato delle difficoltà normative del recupero dei rifiuti aziendali e dell'importanza della condivisione delle buone pratiche tra gli enti locali.
Silvia Barbero Docente Politecnico di Torino Responsabile Circular Design della Piattaforma Circular Economy (min 40.40) ha poi illustrato la piattaforma creata per mettere insieme tutte le competenze sulla circolarità presenti in Piemonte stimolando il dialogo tra i ricercatori e le imprese così da poter portare avanti azioni concrete con più facilità.
Massimo Pozzi Segretario Generale Cgil Piemonte a nome Di Cgil, Cisl, Uil (min 48.30) ha affrontato il tema del rapporto tra sostenibilità ambientale e inclusione sociale e della problematica delle piccole e piccolissime aziende ad adattarsi alle continue nuove modalità di lavoro che richiede il mercato.
Dimitri Buzio, Presidente Legacoop Piemonte a nome di Cia, Cna, Confesercenti, Legacoop (min 1h.01) ha affrontato il tema delle micro imprese (in Piemonte il 99% delle imprese) che devono essere aiutate a intraprendere un percorso di crescita qualificata in ottica di sostenibilità e coinvolte per non escluderle dalle opportunità dei finanziamenti.
Sul tema dell'intelligenza artificiale Emanuela Girardi presidente Pop.Ai (min 1h.13) ha sottolineato l'importanza del supporto che le tecnologie posso dare all'economia circolare ad esempio sviluppando nuovi indicatori che misurino oltre allo sviluppo economico anche la sostenibilità. I corpi intermedi potrebbero inoltre aiutare a sviluppare "distretti industriali digitali", comunità di piccole aziende che possano condividere informazioni e dati per far si che ad esempio rifiuti di alcune aziende possano diventare risorse per altri.
Valentino Bobbio, Segretario generale Next E Coordinatore Goal 12 Asvis (min 1h.24), ha parlato del ruolo fondamentale dei cittadini nello sviluppo dell'economia circolare utilizzando il loro potere di scelta e spesa premiando le imprese orientate alla sostenibilità sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista del rispetto dei lavoratori.
Stefania Crotta Dirigente Ambiente, Energia, Territorio Regione Piemonte (min 1h.33) è intervenuta ribadendo il massimo impegno della Regione sulla sostenibilità e per agevolare le imprese nel creare percorsi di produzione dei prodotti in ottica di economia circolare.
Ha concluso i lavori Marisa Parmigiani Head Of Sustainability, Consigliere Delegato E Direttrice Fondazione Unipolis e Presidente Csr Network. "Non abbiamo più tempo. L'economia circolare rappresenta in questo processo evolutivo di lotta al cambiamento climatico un elemento fondamentale in cui il capitale umano e la persona devono essere sempre al centro. In questo processo " ha sottolineato poi Parmigiani "hanno un ruolo fondamentale il continuo investimento nell'innovazione tecnologia e la connessione delle risorse e delle competenze per estendere il più possibile la partecipazione".
L'evento è stato condotto da Stefano Parola Giornalista la Repubblica.
https://youtu.be/6oH3rf4fdVE