Aree interne: nuovi legami di comunità per arginare la desertificazione sociale
A quarant’anni dal terremoto dell’Ottanta che ha colpito vaste aree del Mezzogiorno, con particolare violenza la città di Potenza e la sua provincia, lunedì 23 novembre, il CRU Unipol e la Cisl Basilicata hanno organizzato un incontro dal titolo “Il Sindacato di Comunità costruttore di sviluppo territoriale” trasmesso in diretta streaming sul sito e sui canali social. Un’approfondita riflessione sulla costruzione dei legami immateriali che costituiscono una comunità, più difficili da creare e manutenere rispetto alle infrastrutture materiali, ma che pure contribuiscono in maniera determinante allo sviluppo territoriale e alla qualità della vita.
In questo processo di costruzione di comunità in un’area interna come la Basilicata, caratterizzata per il 90 per cento da comuni definiti “polvere” con meno di 5 mila abitanti e da un territorio vasto, montuoso, con notevoli criticità dal punto di vista demografico e di infrastrutture sociali, il sindacato ha molto da raccontare in termini di contributo dato. Ma soprattutto ha molto da fare in futuro insieme ad altri attori del terzo settore, per alimentare e sostenere quel capitale sociale, indispensabile ad arginare il fenomeno di desertificazione sociale, che sta caratterizzando le aree interne della spina dorsale italiana dell’ Appennino, pur avendo queste tutte le caratteristiche per entrare a pieno titolo nei processi di economia verde, sostenibile e del benessere.
Per il Gruppo Unipol ha partecipato Elena Torri, capo progetto Aree Interne CRU. Nel suo intervento ha ringraziato la Cisl e il segretario Gambardella per il coinvolgimento del CRU in questa importante iniziativa organizzata a 40 anni dal quel terribile terremoto; un evento drammatico che mise in evidenza una volta di più come le aree interne, le aree appenniniche del nostro Paese vivessero in stato di marginalità. Ancora oggi le aree interne sono sinonimo di fragilità e di diseguaglianze – ha sottolineato la Torri. In questi ultimi anni la politica ha però colto la necessità di costruire politiche di rilancio delle aree interne mettendo a disposizione ingenti finanziamenti pubblici per progettualità effettive (SNAI, Piano per il Sud); ma i finanziamenti non bastano. Esiste un problema di sistema che rende tali politiche pubbliche di difficile applicazione: le amministrazioni comunali dei piccoli paesi sono estremamente fragili, i territori sono scarsamente abitati, soprattutto da persone anziane, le Regioni spesso non sono all’altezza del ruolo che le strategie pubbliche riservano loro. Inoltre non c’è sufficiente iniziativa economica privata, sia in termini di investimenti che di propensione imprenditoriale. I CRU – ha continuato la Torri – possono svolgere un ruolo di animazione territoriale attraverso la collaborazione tra istituzioni pubbliche e organizzazioni economiche e sociali per sostenere e arricchire le iniziative a favore di questi territori; è così nato e sta crescendo nei territori il progetto nazionale Aree interne CRU e un gruppo di lavoro composto da tante professionalità appartenenti sia a istituzioni pubbliche che organizzazioni private, un gruppo il cui ruolo è quello di favorire e aiutare i diversi attori sui territori nella definizione di una strategia complessiva per sostenere lo sviluppo delle aree marginali. Dal sostegno supporto alle pubbliche amministrazioni, alla formazione di figure professionali esperte in sviluppo territoriale, dalle proposte di progettualità vincenti in altri territori, anche in ottica di sostenibilità, al possibile ingaggio di partner privati disponibili a contribuire allo sviluppo dei territori. Sono già partiti 3 diversi progetti pilota (Abruzzo, Molise e Sicilia) che stanno dando ritorni interessanti. A breve – ha concluso la Torri – dovrebbero partire nuove sperimentazioni, anche in Basilicata. Prossimamente sarà poi lanciato il kick off di progetto alla presenza del Presidente di Unipol Pierluigi Stefanini e del Ministro Giuseppe Provenzano. Un progetto ambizioso e a lungo termine quello sulle aree interne, che riteniamo potrà dare un effettivo contributo al rilancio di questi meravigliosi territori, oggi più che mai riscoperti.
All’evento sono inoltri intervenuti Enrico Gambardella (Segretario Generale della Cisl Basilicata e Presidente CRU della Basilicata), Rocco Guarino (Presidente della Provincia di Potenza), Francesco Lauria (Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze), Luana Franchini (Centro Studi Cisl Basilicata), Giovanni Teneggi (Coordinatore Imprese Di Comunità Confcooperative), Giuseppe Bruno (Presidente Dell’alleanza Delle Cooperative Basilicata), Giuseppe Acocella (Magnifico Rettore Università Degli Studi Giustino Fortunato, Responsabile Scientifico Centro Studi Cisl Basilicata), Salvatore Margiotta (Sottosegretario Di Stato Al Ministero Delle Infrastrutture e dei Trasporti), Annamaria Furlan (Segretaria Generale della Cisl). Ha moderato Domenico Sammartino, Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Basilicata.
Ecco le parole di Aleardo Benuzzi (Coordinatore Nazionale dei CRU Unipol) al termine dell’evento. Il ricordo del sisma dell’Irpinia del 1980, oltre ad avere grande importanza in sé, è stato l’occasione per riflettere sulla situazione di quelle che vengono chiamate, nel dibattito politico-istituzionale, aree marginali; in Basilicata le medesime aree, allora così duramente colpite, ancora oggi soffrono di gravi lacune e ritardi sul piano del loro ammodernamento e quindi della loro capacità di resilienza e di sviluppo. Ritardi e lacune messe ulteriormente in evidenza dall’emergenza COVID. La coesione sociale di quelle aree, la costruzione di comunità responsabili, il ruolo che gli attori sociali possono svolgere, in primis il sindacato confederale, hanno rappresentato il filo conduttore dell’incontro, concluso dalla Segretaria Generale della CISL Annamaria Furlan. Tutti temi che sono il presupposto inderogabile per utilizzare al meglio le risorse europee e nazionali stanziate per fronteggiare l’emergenza COVID. Il CRU per sua natura, per la presenza al proprio interno delle principali Organizzazioni del mondo del lavoro, delle PMI e della cooperazione – ha concluso Benuzzi– può essere un laboratorio di nascita e di crescita di processi di partecipazione e di elaborazione progettuale.
Di seguito il video e le foto dell’evento.
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A quarant’anni dal terremoto dell’Ottanta che ha colpito vaste aree del Mezzogiorno, con particolare violenza la città di Potenza e la sua provincia, lunedì 23 novembre, il CRU Unipol e la Cisl Basilicata hanno organizzato un incontro dal titolo “Il Sindacato di Comunità costruttore di sviluppo territoriale” trasmesso in diretta streaming sul sito e sui canali social. Un’approfondita riflessione sulla costruzione dei legami immateriali che costituiscono una comunità, più difficili da creare e manutenere rispetto alle infrastrutture materiali, ma che pure contribuiscono in maniera determinante allo sviluppo territoriale e alla qualità della vita.
In questo processo di costruzione di comunità in un’area interna come la Basilicata, caratterizzata per il 90 per cento da comuni definiti “polvere” con meno di 5 mila abitanti e da un territorio vasto, montuoso, con notevoli criticità dal punto di vista demografico e di infrastrutture sociali, il sindacato ha molto da raccontare in termini di contributo dato. Ma soprattutto ha molto da fare in futuro insieme ad altri attori del terzo settore, per alimentare e sostenere quel capitale sociale, indispensabile ad arginare il fenomeno di desertificazione sociale, che sta caratterizzando le aree interne della spina dorsale italiana dell’ Appennino, pur avendo queste tutte le caratteristiche per entrare a pieno titolo nei processi di economia verde, sostenibile e del benessere.
Per il Gruppo Unipol ha partecipato Elena Torri, capo progetto Aree Interne CRU. Nel suo intervento ha ringraziato la Cisl e il segretario Gambardella per il coinvolgimento del CRU in questa importante iniziativa organizzata a 40 anni dal quel terribile terremoto; un evento drammatico che mise in evidenza una volta di più come le aree interne, le aree appenniniche del nostro Paese vivessero in stato di marginalità. Ancora oggi le aree interne sono sinonimo di fragilità e di diseguaglianze – ha sottolineato la Torri. In questi ultimi anni la politica ha però colto la necessità di costruire politiche di rilancio delle aree interne mettendo a disposizione ingenti finanziamenti pubblici per progettualità effettive (SNAI, Piano per il Sud); ma i finanziamenti non bastano. Esiste un problema di sistema che rende tali politiche pubbliche di difficile applicazione: le amministrazioni comunali dei piccoli paesi sono estremamente fragili, i territori sono scarsamente abitati, soprattutto da persone anziane, le Regioni spesso non sono all’altezza del ruolo che le strategie pubbliche riservano loro. Inoltre non c’è sufficiente iniziativa economica privata, sia in termini di investimenti che di propensione imprenditoriale. I CRU – ha continuato la Torri – possono svolgere un ruolo di animazione territoriale attraverso la collaborazione tra istituzioni pubbliche e organizzazioni economiche e sociali per sostenere e arricchire le iniziative a favore di questi territori; è così nato e sta crescendo nei territori il progetto nazionale Aree interne CRU e un gruppo di lavoro composto da tante professionalità appartenenti sia a istituzioni pubbliche che organizzazioni private, un gruppo il cui ruolo è quello di favorire e aiutare i diversi attori sui territori nella definizione di una strategia complessiva per sostenere lo sviluppo delle aree marginali. Dal sostegno supporto alle pubbliche amministrazioni, alla formazione di figure professionali esperte in sviluppo territoriale, dalle proposte di progettualità vincenti in altri territori, anche in ottica di sostenibilità, al possibile ingaggio di partner privati disponibili a contribuire allo sviluppo dei territori. Sono già partiti 3 diversi progetti pilota (Abruzzo, Molise e Sicilia) che stanno dando ritorni interessanti. A breve – ha concluso la Torri – dovrebbero partire nuove sperimentazioni, anche in Basilicata. Prossimamente sarà poi lanciato il kick off di progetto alla presenza del Presidente di Unipol Pierluigi Stefanini e del Ministro Giuseppe Provenzano. Un progetto ambizioso e a lungo termine quello sulle aree interne, che riteniamo potrà dare un effettivo contributo al rilancio di questi meravigliosi territori, oggi più che mai riscoperti.
All’evento sono inoltri intervenuti Enrico Gambardella (Segretario Generale della Cisl Basilicata e Presidente CRU della Basilicata), Rocco Guarino (Presidente della Provincia di Potenza), Francesco Lauria (Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze), Luana Franchini (Centro Studi Cisl Basilicata), Giovanni Teneggi (Coordinatore Imprese Di Comunità Confcooperative), Giuseppe Bruno (Presidente Dell’alleanza Delle Cooperative Basilicata), Giuseppe Acocella (Magnifico Rettore Università Degli Studi Giustino Fortunato, Responsabile Scientifico Centro Studi Cisl Basilicata), Salvatore Margiotta (Sottosegretario Di Stato Al Ministero Delle Infrastrutture e dei Trasporti), Annamaria Furlan (Segretaria Generale della Cisl). Ha moderato Domenico Sammartino, Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Basilicata.
Ecco le parole di Aleardo Benuzzi (Coordinatore Nazionale dei CRU Unipol) al termine dell’evento. Il ricordo del sisma dell’Irpinia del 1980, oltre ad avere grande importanza in sé, è stato l’occasione per riflettere sulla situazione di quelle che vengono chiamate, nel dibattito politico-istituzionale, aree marginali; in Basilicata le medesime aree, allora così duramente colpite, ancora oggi soffrono di gravi lacune e ritardi sul piano del loro ammodernamento e quindi della loro capacità di resilienza e di sviluppo. Ritardi e lacune messe ulteriormente in evidenza dall’emergenza COVID. La coesione sociale di quelle aree, la costruzione di comunità responsabili, il ruolo che gli attori sociali possono svolgere, in primis il sindacato confederale, hanno rappresentato il filo conduttore dell’incontro, concluso dalla Segretaria Generale della CISL Annamaria Furlan. Tutti temi che sono il presupposto inderogabile per utilizzare al meglio le risorse europee e nazionali stanziate per fronteggiare l’emergenza COVID. Il CRU per sua natura, per la presenza al proprio interno delle principali Organizzazioni del mondo del lavoro, delle PMI e della cooperazione – ha concluso Benuzzi– può essere un laboratorio di nascita e di crescita di processi di partecipazione e di elaborazione progettuale.
Di seguito il video e le foto dell’evento.
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