Dimitri Buzio è il nuovo Presidente di Legacoop Piemonte
Venerdì 24 luglio, la Direzione regionale ha eletto Dimitri Buzio Presidente di Legacoop Piemonte al posto del dimissionario Giancarlo Gonella. Buzio, 45 anni, ha già ricoperto importanti incarichi nell’associazione
Il neopresidente Dimitri Buzio ha ringraziato chi lo ha preceduto in questo ruolo e il gruppo dirigente di Legacoop Piemonte “che ha sempre avuto il coraggio di una visione prospettica”.
“Quella che stiamo vivendo è una fase di grande incertezza. La pandemia ha avuto ripercussioni sul mondo economico e produttivo e non sappiamo cosa ci aspetti nei prossimi mesi. I dati statistici parlano di un’economia piemontese tornata indietro di 12 anni, al pieno della crisi economica – ha affermato Buzio –Dunque, per evitare un riacutizzarsi della crisi è necessario l’apporto di tutti. E in questo senso sono convinto che anche il mondo cooperativo possa offrire un contributo importante alla ripresa. Ma per farlo bisogna guardare con coraggio al futuro. Stiamo vivendo l’alba di un nuovo decennio che porta con sé dinamiche nuove e bisogni modificati e che ha come orizzonte un 2030 in cui Torino e il Piemonte possano essere leva dello sviluppo anche grazie all’impegno della cooperazione. Mai come ora è necessario spogliarsi dei panni del ‘900 e reinterpretare il nostro ruolo secondo nuovi schemi.
Per farlo dobbiamo evitare il rischio di pensare alla cooperativa come una forma imprenditoriale residuale rispetto ad altri modelli di impresa. In primo luogo perché i dati smentiscono questa affermazione. In secondo luogo perché laddove la cooperazione è presente arricchisce l’offerta che quel determinato mercato sa offrire. I dati dimostrano questo protagonismo; nel 2019 le 446 cooperative associate di Legacoop Piemonte hanno fatto registrare un valore di produzione di quasi 3 miliardi di euro (2.852.200.000) pari al 2,6 per cento del Pil piemontese. Esse contano 688.500 soci e 30mila occupati.
Le nostre cooperative svolgono ruoli fondamentali sul territorio per quanto riguarda i servizi, la grande distribuzione, l’assistenza agli anziani e alle fasce più deboli della popolazione. E ancora a Torino il mondo della cooperazione ha contribuito a realizzare la trasformazione delle aree ex industriali attraverso modifiche che non sono solo urbanistiche ma sottintendono un nuovo modo di pensare e vivere la città.
Credo fortemente che lo sviluppo del territorio e la crescita delle imprese associate siano un comun denominatore che coinvolge tutto il sistema economico e produttivo del Piemonte perché le istanze sono trasversali e i bisogni spesso comuni. In tal senso l’Alleanza delle Cooperative rappresenta un punto di semplificazione della rappresentanza ma non può esaurire l’agire politico della nostra Associazione.
E’ necessario quindi ampliare lo sguardo verso un agire comune, come nel virtuoso esempio dei Consigli Regionali Unipol (CRU) di cui Legacoop fa parte, che rappresentano un utile lavoro per creare opportunità per lo sviluppo dei territori attraverso una visione condivisa delle diverse organizzazioni socie”.
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Venerdì 24 luglio, la Direzione regionale ha eletto Dimitri Buzio Presidente di Legacoop Piemonte al posto del dimissionario Giancarlo Gonella. Buzio, 45 anni, ha già ricoperto importanti incarichi nell’associazione
Il neopresidente Dimitri Buzio ha ringraziato chi lo ha preceduto in questo ruolo e il gruppo dirigente di Legacoop Piemonte “che ha sempre avuto il coraggio di una visione prospettica”.
“Quella che stiamo vivendo è una fase di grande incertezza. La pandemia ha avuto ripercussioni sul mondo economico e produttivo e non sappiamo cosa ci aspetti nei prossimi mesi. I dati statistici parlano di un’economia piemontese tornata indietro di 12 anni, al pieno della crisi economica – ha affermato Buzio –Dunque, per evitare un riacutizzarsi della crisi è necessario l’apporto di tutti. E in questo senso sono convinto che anche il mondo cooperativo possa offrire un contributo importante alla ripresa. Ma per farlo bisogna guardare con coraggio al futuro. Stiamo vivendo l’alba di un nuovo decennio che porta con sé dinamiche nuove e bisogni modificati e che ha come orizzonte un 2030 in cui Torino e il Piemonte possano essere leva dello sviluppo anche grazie all’impegno della cooperazione. Mai come ora è necessario spogliarsi dei panni del ‘900 e reinterpretare il nostro ruolo secondo nuovi schemi.
Per farlo dobbiamo evitare il rischio di pensare alla cooperativa come una forma imprenditoriale residuale rispetto ad altri modelli di impresa. In primo luogo perché i dati smentiscono questa affermazione. In secondo luogo perché laddove la cooperazione è presente arricchisce l’offerta che quel determinato mercato sa offrire. I dati dimostrano questo protagonismo; nel 2019 le 446 cooperative associate di Legacoop Piemonte hanno fatto registrare un valore di produzione di quasi 3 miliardi di euro (2.852.200.000) pari al 2,6 per cento del Pil piemontese. Esse contano 688.500 soci e 30mila occupati.
Le nostre cooperative svolgono ruoli fondamentali sul territorio per quanto riguarda i servizi, la grande distribuzione, l’assistenza agli anziani e alle fasce più deboli della popolazione. E ancora a Torino il mondo della cooperazione ha contribuito a realizzare la trasformazione delle aree ex industriali attraverso modifiche che non sono solo urbanistiche ma sottintendono un nuovo modo di pensare e vivere la città.
Credo fortemente che lo sviluppo del territorio e la crescita delle imprese associate siano un comun denominatore che coinvolge tutto il sistema economico e produttivo del Piemonte perché le istanze sono trasversali e i bisogni spesso comuni. In tal senso l’Alleanza delle Cooperative rappresenta un punto di semplificazione della rappresentanza ma non può esaurire l’agire politico della nostra Associazione.
E’ necessario quindi ampliare lo sguardo verso un agire comune, come nel virtuoso esempio dei Consigli Regionali Unipol (CRU) di cui Legacoop fa parte, che rappresentano un utile lavoro per creare opportunità per lo sviluppo dei territori attraverso una visione condivisa delle diverse organizzazioni socie”.
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