Cibo : produzione, trasformazione, valorizzazione

Progetto cibo - Meridee - CRU Unipol

Mentre il contesto internazionale e nazionale fatica a ripartire, dopo anni di crisi economica, l’agricoltura italiana ha registrato nel 2015 la ripresa della produzione e dei consumi dei prodotti agroalimentari, in particolare rivolti all’estero. Nelle regioni del Sud, dove nell’economia gioca un ruolo significativo il settore agricolo, la filiera agroalimentare può rappresentare un’occasione di sviluppo, a patto di colmare i gap nell’industria di trasformazione e nel terziario distributivo.

Fatti – dati

  • In Italia, la catena del cibo vale 266 miliardi, il 17% del Pil. Oltre al valore della produzione, nel settore agricolo è aumentata (dati 2015) anche l’occupazione: con una crescita di +3,8% l’anno, è un dato più alto della media nazionale, che vale +0,8%. Nelle campagne italiane cresce il numero dei lavoratori indipendenti (+2,1%), ma soprattutto di quelli dipendenti (+5,5%). Risultati positivi si registrano anche per l’industria alimentare, dove l’aumento delle unità di lavoro è + 0,7%. Anche l’occupazione giovanile ha avuto segnali di ripresa: 21,9 mila occupati under35 in più in tutto il settore agricolo nazionale.
  • Una parte consistente della filiera nazionale del cibo è stabilizzata nel Mezzogiorno, copre il 26% del valore complessivo nazionale e vale 70 miliardi. Nel settore agroindustriale, il Mezzogiorno è la prima area italiana per produzione, con 18 miliardi di euro generati (32% del valore aggiunto agroalimentare nazionale). La filiera agroalimentare esprime a pieno i contenuti di un Made in Italy che riesce anche a rinnovarsi e distinguersi nell’innovazione aperta alle biotecnologie, alla sicurezza alimentare, alla conservazione, alle produzioni biologiche.
  • La produzione agroindustriale italiana ha un valore riconosciuto nel mondo, per l’alta qualità della materia prima e la capacità di trasformarla in prodotti di eccellenza. L’Italia si posiziona al primo posto in Europa per numero di riconoscimenti Dop, Igp e Stg, con 283 prodotti tra denominazioni di origine protette, indicazioni geografiche protette e specialità tradizionali garantite. L’area geografica con più Dop e Igp è proprio quella meridionale, con 117 prodotti.
  • Grande importanza viene riconosciuta alla produzione biologica, fra i modelli agricoli più diffusi: l’Italia rientra è il secondo paese europeo dopo la Spagna per superficie investita ad agricoltura biologica. Le imprese inserite nel sistema di certificazione per l’agricoltura biologica sono (dati 2014) 55.433 con una superficie pari a quasi 1,4 milioni di ettari; entrambi i dati sono in crescita rispetto agli anni precedenti. Più della metà di queste imprese operano in Sicilia, Calabria e Puglia – nell’insieme queste tre regioni rappresentano il 45% degli operatori ed il 46% della superficie biologica nazionale.
  • Importanti strumenti per la valorizzazione di queste produzioni sono le certificazioni di qualità. In Italia (dati 2014) crescono sia le imprese agricole (+1,7%) sia quelle alimentari (+1%) certificate secondo gli standard di ISO 9001.
  • L’Italia dà valore ai criteri di sostenibilità nella produzione agricola e agroalimentare privilegiando i processi naturali che consentono di preservare la risorsa ambiente. È un’agricoltura economicamente vantaggiosa per i coltivatori, rispettosa dell’ambiente, della biodiversità e della naturale capacità di assorbimento dei rifiuti della terra, socialmente giusta, che contribuisce al benessere dell’intera società. La sostenibilità del settore agroalimentare è legata anche alla sfera sociale e alla tutela dei diritti del lavoro, per personale italiano e straniero.

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